"Un Museo del Dialetto per conservare i testi"

Stasera e domani al Teatro Guglielmi (ore 21.15, ingresso gratuito con prenotazione) va in scena in occasione dell’80° dalla Liberazione...

Apr 10, 2025 - 05:50
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"Un Museo del Dialetto per conservare i testi"

Stasera e domani al Teatro Guglielmi (ore 21.15, ingresso gratuito con prenotazione) va in scena in occasione dell’80° dalla Liberazione la commedia ’Il pesco rifiorito’ di Fabio Cristiani: scene di vita cittadina fra l’armistizio del settembre ‘43 e il 10 aprile ‘45. La regia è di Fernando Petroli; sul palco Alessandra Berti, Antonella Ianuale, Lorenzo Rappelli, Giovanna Menchetti, Roberto Bondielli, Matteo Bigini, Gioia Bindielli, Massimiliano Fagnini, Gabriele Mazzanti, Lorenzo Fidenti, Federico Mariotti, Achille Mariotti, Stefania Cosseddu, Barbara Bassi, Marco Vietina, Lorenzo Amedei, Matteo Guidarelli, Irene Baruffetti, Enrica Mosti, Beatrice Sparavelli, Lorenzo Luccetti, Anna Baldini, Ndiaye; la scenografia è dei ragazzi della III B del Palma.

Cristiani, perché questo ’Pesco’ in lingua italiana e non nell’originale ’El percico arfiurito’?

"Penso che il testo in lingua abbia la possibilità di un altro taglio artistico e possa uscire dalla nostra città".

Per i temi affrontati?

"Anche per la solennità dell’80° anniversario della Liberazione. I fatti sono legati specificatamente al territorio, ma penso che in italiano i valori universali possano essere ancor di più messi in evidenza. Diciamo che è stata una scelta... strategica".

Non vorrà mica dire che Cristiani, sostenitore del massese come lingua, si sia ricreduto sull’efficacia del dialetto?

"Questo mai. Il nostro dialetto è comunque un genius loci, l’essenza del territorio e può essere usato come valorizzazione culturale".

Può entrare come fattore nel progetto di candidatura di Massa Capitale della cultura?

"Assolutamente sì. L’elemento orale va valorizzato e poi a Massa abbiamo un testo fondamentale del teatro dell’800, scritto proprio in massese: il ‘Baltromeo Calzolaro’ di Paolo Ferrari. Attorno a questo si può davvero costruire qualcosa".

E’ azzardato pensare a un Museo del Dialetto?

"Sarebbe una buona idea, un luogo dove conservare i testi e mettere in evidenza nostre tipicità linguistiche, I modi di dire".

A parte questo, quali sono le peculiarità che Massa deve mettere sulla bilancia a livello nazionale?

"Direi quelle classiche, il Castello, il Palazzo Ducale. E punterei sulla posizione strategica: la nostra è stata storicamente una città di passaggi e anche molto importanti".

Gli esempi a cui si riferisce?

"Per esempio Filippo Augusto re di Francia che quando torna dalla terza Crociata si ferma a San Leonardo al Frigido e ammira il Portale del Biduino. Poi altri grandi personaggi del Rinascimento come Michelangelo, e nel ’700 ecco Montesquieu. Ovvio che le figure di Carducci e soprattutto di Pascoli sarebbero da valorizzare ulteriormente. La città è stata ospitale in tutta la sua storia".

Che effetto fa a Fabio Cristiani partecipare alle manifestazioni per la Liberazione dopo che l’Anpi di Massa l’ha praticamente estromesso?

"Più che positivo, perché propongo il mio lavoro sganciato da altri. Certo c’è amarezza perché sono coltivate le stesse radici. Nel 2015 lo spettacolo al Guglielmi fu presentato proprio dall’Associazione partigiani. Ma si va avanti, certo ci fosse stato un appoggio anche morale dell’Anpi ne avrei avuto piacere".

C’è una dedica particolare per queste serate?

"Sì, a Pietro Del Monte, classe 1927. A 17 anni andò sulle montagne con la brigata Garibaldi e coi Patrioti Apuani. Penso sia l’ultimo partigiano ancora in vita. Lo spettacolo è dedicato a lui, so che la famiglia ne è molto felice".