Inviato da un lettore e rivisto dalla redazione Arrivare a
ORURO, nel cuore dell’
ALTOPIANO BOLIVIANO, è come aprire un vecchio libro di leggende. Ogni angolo di questa città sembra raccontare una storia, ogni volto riflette il peso e l’orgoglio di una cultura che non ha mai smesso di vivere. È un luogo dove il tempo si è preso una pausa, per lasciare spazio alla
tradizione, alla
spiritualità e a un caleidoscopio di
colori che danza tra le strade. Dove si trova Oruro e cosa la rende speciale
ORURO si trova a oltre
3.700 metri di altitudine, incastonata tra le maestose catene montuose delle
ANDE. Una città nata nel cuore dell’estrazione mineraria, ma che oggi vive soprattutto grazie al suo
patrimonio culturale immenso. La sua posizione geografica regala panorami spettacolari: orizzonti che sembrano infiniti, vette innevate in lontananza e un cielo limpido che pare toccare le case. Il battito del folklore: il Carnevale di Oruro Non si può parlare di Oruro senza evocare il suo leggendario
Carnevale, dichiarato
Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Ogni anno, tra febbraio e marzo, la città si trasforma in un teatro all’aperto. Ho avuto la fortuna di viverlo: migliaia di danzatori scendono in strada con costumi scintillanti e maschere terrificanti, rievocando miti andini, leggende diaboliche e culti sincretici. La danza della
Diablada, con i suoi diavoli in maschera e i passi cadenzati, mi ha colpito nel profondo. È un’esplosione di
energia primitiva e
fede popolare, dove il bene e il male si sfidano a colpi di tamburo, mentre l’incenso e la birra scorrono liberamente tra la folla. Alla scoperta del centro storico e delle miniere Passeggiando per le strade centrali, si respirano l’aria rarefatta e la memoria dei secoli. Il
Santuario della Virgen del Socavón, costruito all’ingresso di una miniera, è il cuore spirituale della città. Lì ho acceso una candela, cercando di cogliere il legame profondo tra i minatori e la “Mamita”, la vergine protettrice. Visitare una
miniera ancora attiva è stata un’esperienza quasi mistica. I cunicoli bui, il suono dei picconi, le statue di
El Tío – spirito delle profondità a cui si offrono foglie di coca e alcol – raccontano un mondo che resiste, duro e sacro. Vita quotidiana e occasioni di svago Oruro è anche una città viva, seppur a un ritmo diverso. I mercati all’aperto sono un tripudio di
colori e sapori: tuberi mai visti, spezie fortissime, tessuti intrecciati con pazienza. Tra una bancarella e l’altra, ho gustato la
sopa de maní, una zuppa di arachidi dal sapore inaspettatamente delicato, e il
charque, carne essiccata tipica delle alture. Il
Parque de la Unión Nacional, con le sue statue e i suoi spazi verdi, è perfetto per passeggiare o semplicemente per osservare la vita che scorre. I bambini giocano a rincorrersi, le donne anziane filano la lana sedute all’ombra, e tutto sembra parte di un affresco sospeso nel tempo. Il clima di Oruro: tra gelo e cielo terso Se c’è una cosa che non si può ignorare è il
clima. L’aria è
fredda e secca, quasi tagliente, soprattutto nei mesi invernali che vanno da maggio ad agosto. Le
temperature notturne possono scendere sotto lo zero, mentre di giorno il sole abbaglia e scalda, ma senza mai rendere l’atmosfera afosa. Le
estati, brevi e asciutte, offrono cieli tersi e giornate ideali per esplorare. Personalmente, ho trovato queste condizioni perfette per
immergermi nella cultura locale senza l’opprimente calura di altri luoghi. Il freddo ti tiene vigile, ti costringe a muoverti, a sentire la realtà attorno in modo più intenso. Un patrimonio vivo che ti entra nell’anima Oruro non è una città che si visita: è una città che
si vive. È fatta di volti, di riti, di gesti antichi che ancora oggi scandiscono la vita di ogni giorno. Chi ama i luoghi autentici, chi cerca un contatto profondo con la
cultura andina, qui troverà un
rifugio d’anima. Non è una città facile. Il freddo punge, l’altitudine stordisce, le distanze dai grandi centri urbani sono notevoli. Ma proprio in questa sua
asprezza si nasconde il fascino più vero. Oruro non ti offre intrattenimento facile, ma ti regala l’
esperienza pura di una Bolivia antica, fiabesca, dove ogni pietra racconta un mito e ogni danza è una preghiera in movimento.
Tra folklore e montagne: il mio viaggio a Oruro