Tesla: il P/E da capogiro (98x) potrebbe diventare sensato se.....

Sono in arrivo i risultati del primo trimestre e il mercato dà per scontata la delusione. Le difficoltà nel mercato EV in Usa e in Cina potrebbero essere superate se Musk fosse in grado di confermare i programmi su robot, AI e robot-taxi. E soprattutto se lasciasse il governo.

Apr 17, 2025 - 14:03
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Tesla: il P/E da capogiro (98x) potrebbe diventare sensato se.....

Martedì prossimo, 22 aprile, Tesla annuncerà i risultati del primo trimestre 2025 e gli analisti non si aspettano di certo sorprese positive. I dati sulle vendite comunicati all’inizio del mese hanno evidenziato un calo del 13% dei veicoli consegnati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con 336.681 unità vendute, è stata la performance trimestrale più debole di Tesla degli ultimi tre anni.

Il consensus degli analisti stima che il primo trimestre si chiuderà con ricavi pari a 21,5 miliardi di dollari e un utile di 1,2 miliardi. Se confermati, questi dati indicherebbero una crescita dello 0,9% sul primo trimestre 2024 per entrambe le voci.

Per quanto riguarda le previsioni per l’intero 2025, in questo momento il consensus stima una crescita dei ricavi del 9,6% a 107 miliardi di dollari e un incremento dell’utile del 18% a 8,3 miliardi. Sulla base di questa previsione, Tesla è oggi scambiata in Borsa a un P/E di 98 volte, un multiplo che non ha niente a che vedere con quelli dell’industria automotive europea e americana, compresi fra il minimo di 3,9 volte di Volkswagen e il massimo di 7,8 volte di Ford (GM e Stellantis hanno un P/E di 4 volte e Mercedes e Bmw a 6 volte).

Andres Sheppard di Cantor Fitzgerald è in questo momento uno degli analisti più bullish su Tesla con un target price di 425 dollari e una raccomandazione Buy. Sheppard non si fa tante illusioni sui risultati del primo trimestre, ma dice una volta digerita la delusione Wall Street tornerà guardare i tanti fattori positivi dell’azienda di Elon Musk, in particolare l’imminente arrivo di un nuovo modello di EV a basso costo, l’avvio entro l’anno del servizio di robot-taxi e la prossima commercializzazione dei robot dotati di intelligenza artificiale.

Sono esattamente gli stessi elementi positivi che per mesi ha sottolineato Dan Ives di Wedbush, altro storico analista bullish di Tesla, che però ha recentemente cambiato idea sostenendo che l’attività politica di Musk sta esponendo l’azienda a una serie di contraccolpi molto pericolosi, tanto pericolosi da indurlo a tagliare il target price da 550 dollari a 315 dollari.

La politica è in questo momento il pericolo maggiore per Tesla. Come spiegare se non con un rifiuto politico dei consumatori il fatto che nel primo trimestre 2025 Tesla ha perso uno storico primato in California, dove fino a tre mesi fa aveva più del 50% di quota di mercato e adesso invece è scesa al 43,9%?

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I dati della California New Car Dealers Association dicono che negli ultimi 12 mesi Tesla ha visto le vendite dei propri veicoli scendere del 15%, mentre quelle di tutti gli altri produttori di EV sono salite del 35%. D’altronde lo dice la stessa Dealers Association: i key factors di questo arretramento sono “l’invecchiamento della gamma dei prodotti e l’avversione alle iniziative politiche di Musk”.

La California è il maggior mercato per i veicoli elettrici degli Usa, pari al 31% di tutte le vendite nel Paese.

Sempre la politica rappresenta un grosso rischio sul mercato cinese. Il primo trimestre è andato bene in Cina per Tesla, con 135.000 veicoli venduti e una crescita del 21%, nonostante l’attesa per la nuova versione della Model Y.

Però il trend si è invertito nell’ultima settimana, avverte Jeff Chung, analista di Citi, che segnala un calo delle vendite del 15% rispetto alla stessa settimana del 2024. Una flessione in una settimana non è un trend, ma è un dato di cui tenere conto, e va letto anche alla luce di un diffuso nazionalismo fra i consumatori cinesi, che reagiscono alla politica da bullo di Trump privilegiando marche nazionali, e in particolare BYD.

Nel 2024 la Cina ha generato il 20% dei ricavi di Tesla. Di “rischio di boicottaggio” in Cina parla apertamente Stuart Pearson, analista di Bnp Paribas con una visione negativa sul titolo: mercoledì 16 aprile ha tagliato il target price di Tesla a 137 dollari da 150 dollari e la sua raccomandazione è Underperform. Pearson dice che Tesla rischia di fare la stessa fine dei costruttori giapponesi e coreani che negli anni scorsi, in seguito a una situazione di tensione fra i loro governi e Pechino, si sono trovati in poco tempo con una quota di mercato dimezzata.

Oggi su 48 analisti che coprono Tesla, 23 consigliano di comprare le azioni e 11 di venderle. La media dei target price è 312 dollari (+29% sul prezzo di oggi).

Fra tutti i produttori di auto, Tesla è quello che accusa il maggior ribasso in Borsa dall’inizio del 2025 (-40%), ma è anche quello con il maggior rialzo negli ultimi 12 mesi (+55%). General Motors è l’unica concorrente con una performance positiva negli ultimi 12 mesi (+4%) ed è scesa del 17% dal primo gennaio.

Il rischio di investire oggi in Tesla non è solo quello dell’esposizione politica di Musk, ma quello dell’altissima valutazione della società. Una capitalizzazione pari a 98 volte l’utile 2025 si dovrebbe spiegare con la previsione di una fortissima crescita degli utili. Per averla, occorrerebbe che anche solo una delle tante cose annunciate da Musk si realizzasse, magari l’avvio entro l’anno del servizio robot-taxi. Ma il pirotecnico imprenditore troppo spesso non è stato in grado di tenere fede ai piani annunciati nei tempi previsti.

Di sicuro, il migliore propellente per un rialzo di Tesla sarebbe l’annuncio che il Ceo Elon Musk abbandona i suoi impegni con il governo per concentrarsi su Tesla.