Tasse ambientali: ecco le imprese che pagano di più
Imprese e famiglie italiane fra le più tartassate d'Europa in materia di tasse ambientali, i settori più colpiti sono energia, manifattura e trasporti.

In Italia ogni anno le aziende pagano all’incirca 21 miliardi di tasse ambientali, cifra che sale a 54 miliardi sommando anche la quota di spettanza delle famiglie. Imprese energivore, manifattura, trasporti sono i settori che pagano le più alte, con una quota superiore al 63% rispetto al totale.
Tasse ambientali a carico delle imprese italiane
Le imposte ambientali sono così definite quando la base imponibile ha a che fare con un prodotto o pratica inquinante. Riguardano tendenzialmente tre macro aree: l’energia, i trasporti e l’inquinamento. Sono tasse ambientali le accise sui carburanti oppure sull’energia elettrica, ma anche le tasse automobilistiche e i tributi speciali sulle emissioni.
Dei 21 miliardi a carico delle imprese, i settori più “tartassati” sono quelli energivori che pagano 5,3 miliardi di euro, seguono le aziende manifatturiere a quota 5 miliardi e i trasporti con 3 miliardi di euro. Sommando le tasse ambientali pagate dalle imprese e quelle a carico delle famiglie si arriva a 54,2 miliardi.
In termini assoluti, la classifica europea ci vede sul podio dietro alla Germania e davanti alla Francia. In Europa, infatti, solo la Germania ha un carico fiscale maggiore in termini assoluti, mentre se calcoliamo la percentuale sul PIL siamo ottavi in classifica.
L’Italia, con il 2,6%, è all’ottavo posto dietro a Grecia, Bulgaria, Croazia, Paesi Bassi, Slovenia, Estonia e Polonia.
Meno tasse ambientali con le polizze catastrofali
I calcoli sono della CGIA di Mestre, che sottolinea un aspetto: l’utilizzo di queste somme da parte dello Stato non è vincolato, ma se venissero almeno in parte utilizzate per interventi di prevenzione ambientale darebbero un contributo alla prevenzione dagli eventi calamitosi. Il tema è molto sentito dalle imprese, che in questi giorni sono chiamate a stipulare anche una polizza anti-catastrofale obbligatoria. Il Governo ha approvato un decreto che fa slittare questo obbligo per le PMI, mentre per le grandi aziende resta fissato al 31 marzo.
«Una delle motivazioni che sta a monte dell’introduzione di questa misura è legata ai ritardi biblici dei rimborsi statali» si legge in una nota dell’associazione degli artigiani di Mestre, mentre il rimborso di un’assicurazione riesce più agevolmente a consentire la continuità operativa.
Secondo la CGIA questa misura «dovrebbe essere accompagnata da una corrispondente riduzione delle tasse ambientali, altrimenti le aziende saranno costrette a sostenere un doppio onere».