Surimi: sai cosa si nasconde nella finta polpa di granchio?

Il surimi è spesso erroneamente chiamato “polpa di granchio”, ma la realtà dietro questo prodotto alimentare è ben diversa da quanto molti consumatori immaginano. Si tratta di un alimento altamente processato che ha poco a che fare con il pesce fresco e ancor meno con il granchio. Che cos’è il surimi? Il surimi non è...

Apr 19, 2025 - 12:46
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Surimi: sai cosa si nasconde nella finta polpa di granchio?

Il surimi è spesso erroneamente chiamato “polpa di granchio”, ma la realtà dietro questo prodotto alimentare è ben diversa da quanto molti consumatori immaginano. Si tratta di un alimento altamente processato che ha poco a che fare con il pesce fresco e ancor meno con il granchio.

Che cos’è il surimi?

Il surimi non è affatto un alimento tradizionale o artigianale, ma un prodotto industriale creato per ampliare l’offerta di mercato. Si presenta in varie forme, dai piccoli cilindri colorati di rosso all’esterno e bianchi all’interno, fino alle imitazioni di chele di granchio o affettati di mare. Il processo produttivo è complesso e prevede molteplici fasi di lavorazione, manipolazione e trattamento che ne confermano la natura altamente artificiale.

Come viene prodotto?

La produzione inizia con “mattonelle” di pesce congelato, composte principalmente da scarti di lavorazione di varie specie ittiche come merluzzo, sgombro, suri e diverse varietà di carpe asiatiche. Questi scarti industriali vengono grossolanamente tritati e addizionati con sale e additivi chimici, poi miscelati con albume d’uovo. Il composto viene arricchito con zucchero e grassi vegetali, e diluito con acqua ghiacciata fino a ottenere una pasta biancastra dalla consistenza simile al cemento.

Questa pasta viene poi modellata in lunghe strisce che, arrotolate su se stesse, creano bastoncini dalla consistenza sfilacciata che imita la polpa di granchio. Il tocco finale è l’applicazione di una pellicola striata arancione che simula le venature della carne di pesce. Dopo tutti questi processi, il surimi viene tagliato in piccoli bastoncini e confezionato sottovuoto per la distribuzione nei supermercati.

Cosa c’è dentro il surimi?

La polpa base del surimi è praticamente insapore, motivo per cui vengono aggiunte numerose sostanze per migliorarne aspetto, sapore e conservabilità. Tra queste troviamo esaltatori di sapidità come il glutammato monosodico, coloranti per ottenere le tipiche tonalità rosse o arancioni, fecola di patate per migliorare la conservazione, e oli vegetali spesso di bassa qualità. Gli aromi artificiali vengono impiegati per simulare il sapore di granchio o aragosta. I numerosi lavaggi e trattamenti rendono il prodotto finale povero di vitamine e sali minerali, trasformandolo in un alimento dal valore nutrizionale minimo.

Il surimi è un alimento sano?

Il consumo di surimi comporta diversi potenziali rischi per la salute. Non esistono obblighi di indicare in etichetta le specifiche specie ittiche utilizzate, aprendo la possibilità all’impiego di materie prime di scarsa qualità o contaminate. Si aggiunge il rischio di presenza di additivi o conservanti in quantità eccessive e di polifosfati, che in grandi quantità possono interferire con l’assorbimento del calcio. È possibile anche la presenza di contaminanti come pesticidi e metalli pesanti, oltre a un elevato contenuto di sodio, sconsigliato a chi soffre di ipertensione o patologie renali.

Perché il costo è così elevato?

Nonostante sia prodotto con scarti alimentari e additivi di dubbia provenienza, il surimi viene spesso venduto a prezzi relativamente elevati. Questo rappresenta un paradosso considerando la qualità delle materie prime utilizzate e il valore nutritivo limitato del prodotto finale. Le immagini del processo produttivo del surimi sono rivelatrici e potrebbero far riflettere molti consumatori sulle proprie scelte alimentari. Come sottolinea la dottoressa Andonova, il surimi è solo uno dei tanti alimenti ultraprocessati che possono avere effetti negativi sulla nostra salute, come dimostrato da diversi studi scientifici che collegano questi prodotti a un aumento del rischio di morte prematura.

Alla luce di queste informazioni, sarebbe più saggio orientarsi verso il consumo di pesce fresco, che offre autentici benefici nutrizionali senza l’aggiunta di sostanze artificiali. La prossima volta che vedrete quei bastoncini arancioni nel banco frigo, ricordatevi il lungo processo industriale che si nasconde dietro quella finta “polpa di granchio”.

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