Superbike, il CEO Gregorio Lavilla preoccupato: “se non rallentiamo le moto, dovremo dare binocoli agli spettatori!”
Come sappiamo, nel 2027 la MotoGP sarà oggetto di una rivoluzione tecnica, pensata allo scopo di ridurre le prestazioni per preservare la sicurezza. Banalmente, lo sviluppo dell’aerodinamica, dell’elettronica e degli pneumatici sta portando a performance tali da richiedere standard sempre più elevati. Anche la Superbike si è resa conto di doversi muovere nella stessa direzione. […]

Come sappiamo, nel 2027 la MotoGP sarà oggetto di una rivoluzione tecnica, pensata allo scopo di ridurre le prestazioni per preservare la sicurezza. Banalmente, lo sviluppo dell’aerodinamica, dell’elettronica e degli pneumatici sta portando a performance tali da richiedere standard sempre più elevati.
Anche la Superbike si è resa conto di doversi muovere nella stessa direzione. D’altronde, l’incremento della velocità genera sfide e problematiche fisiche difficili da gestire (soprattutto legate all’ampiezza delle vie di fuga e all’omologazione dei circuiti). Però non si può seguire la stessa strada del Motomondiale, dove una delle misure prese per calmierare le prestazioni sarà la riduzione della cilindrata a 850 cc.
“Noi non possiamo farlo” ha detto Gregorio Lavilla, il CEO della categoria, alla testata speedweek.com “perché le nostre moto non sono prototipi, bensì derivate di serie. Se un’azienda vuole promuovere una moto stradale dalla cilindrata di 1000 cc deve poterlo fare; e chiaramente deve farlo dove è garantita la sicurezza. È in questo senso che dovremo muoverci nel prossimo futuro”.
“Se andremo avanti così, dovremo dare a ogni spettatore un binocolo per poter vedere adeguatamente le gare dalle tribune, perché le vie di fuga dovranno essere sempre più ampie! Non vogliamo arrivare al punto che sia preferibile guardare la Superbike in TV piuttosto di essere in loco. Inoltre, se non fermiamo questa tendenza, avremo sempre meno autodromi dove gareggiare, perché le omologazioni si faranno sempre più difficoltose”.
Insomma, Lavilla ne fa (anche) una questione prettamente “fisica”. Ci sono autodromi, come quello di Cremona dove si correrà nei prossimi giorni, che di recente hanno investito pesantemente per avere la Superbike. Non si può quindi pretendere debbano effettuare ulteriori esborsi per soddisfare parametri destinati a farsi ancora più probanti.
Però, quale può essere la soluzione per frenare una corsa alla prestazioni destinata a essere deleteria? “Già l’introduzione del limite al flusso del carburante, in vigore da quest’anno, serve a calmierare le performance. Per il resto, vedremo come muoverci, un passo per volta. Ci sono molte strade da seguire. Il nostro obiettivo sarà quello di garantire la sicurezza, in tutti i sensi, senza tuttavia andare a snaturare la categoria”.