Studente di Breaking Bad. Mega laboratorio in casa. Cucinava metanfetamina

Il 22enne appassionato di chimica si era ispirato alla serie televisiva . Tradito dall’odore degli stupefacenti durante la cottura, è stato arrestato.

Mar 29, 2025 - 06:57
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Studente di Breaking Bad. Mega laboratorio in casa. Cucinava metanfetamina

Insospettabile, geniale nel suo genere. A 22 anni uno studente è riuscito a mettere in piedi in casa propria uno dei laboratori clandestini di metanfetamina più grandi d’Europa. Ricorda qualcosa? L’impresa di Walter White, certo, protagonista della serie Breaking Bad, il chimico malato di cancro ai polmoni deciso a garantire il benessere della famiglia uscendo dalla retta via. Stessa sostanza, stessi alambicchi. Questo ragazzo di Novara ha preso spunto da lui e poi ha fatto tutto a domicilio nel quartiere Sant’Antonio, come qualche tempo fa due docenti dell’Arkansas che operavano negli scantinati della Henderson State University di Arkadelphia.

Il piccolo chimico ha cominciato prendendo appunti davanti alla tivù ed è finito dentro per produzione di sostanze stupefacenti, in questo caso la droga sintetizzata per la prima volta dal giapponese Nagai Nagayoshi verso la fine dell’800, usata all’inizio come farmaco contro l’asma e la narcolessia. Se il merito della cattura va dato a qualcuno, prima viene il naso degli agenti della mobile di Novara appostati per mesi davanti a quella casa. Poi alle finestre, che era necessario aprire a intervalli regolari per arieggiare le stanze.

Chi conosce questa pericolosissima sostanza, spacciata sotto forma di polvere bianca cristallina e senza odore, assicura che in fase di cottura ha un olezzo inconfondibile. Il prodotto finale invece non disturba neanche gli schizzinosi, va giù liscio in compresse o diluito in acqua o alcol per poi stimolare il cervello in maniera caotica generando ansia, confusione, deliri allucinatori, una fortissima dipendenza soprattutto fra i più giovani e in certi casi la morte.

Per lo studente appassionato di chimica e di serie tv si trattava semplicemente di una passione, di un hobby spinto e redditizio, perché gli spacciatori sono sempre alla ricerca di punti di riferimento. Per gli agenti della sezione narcotici l’allestimento è stato una sorpresa. Al piano terra c’era il reparto distillazione, la mansarda invece era destinata alla miscelazione e alla creazione di composti chimici. Quando il 21 marzo hanno fatto irruzione il ragazzo era solo in casa, in una stanza illuminata da una fioca lampadina rossa.

Su un grande tavolo una parata di attrezzi da laboratorio chimico da cercare sul vocabolario: matracci (ampolle a collo lungo), beute (recipienti a base tronco-conica), burette in vetro borosilicato (per i dosaggi) resistenti alle alte temperature. E poi tutti i numerosi precursori chimici da sintetizzare, sostanze che si trovano solo sul mercato nero o nel Darkweb: metanfetamina ma anche MDMA, DMT, DOM, DOB. Il ragazzo era riuscito a produrre persino i famigerati "francobolli allucinogeni".