Strage sul Faito, inchiesta al bivio. Perizie su freni e cavo della funivia
La procura attende le autopsie per ipotizzare i primi indagati. Presto un sopralluogo dei periti. Sotto esame le certificazioni di sicurezza, i collaudi e le manutenzioni settimanali dell’impianto. .

Si stringono i tempi nell’inchiesta sulla funivia del Faito. Nei prossimi giorni ci sarà il primo sopralluogo dei consulenti della Procura di Torre Annunziata sul luogo del disastro di giovedì scorso, quando una cabina dell’impianto che collega Castellammare di Stabia con quota 1.100 è precipitata causando quattro morti e un ferito grave.
I magistrati del pool costituito dal procuratore Nunzio Fragliasso affiancheranno i periti, che saranno accompagnati sul luogo della tragedia dalla Polizia di Stato, dai Vigili del Fuoco e dagli uomini del soccorso alpino. Secondo quanto si è appreso la cabina precipitata era ancora agganciata al cavo quando è caduta, quindi l’attenzione degli inquirenti si dovrà inevitabilmente focalizzare proprio sulla fune d’acciaio e sull’inefficacia dei freni che, a differenza della cabina a valle, non hanno bloccato la corsa a ritroso del veicolo.
I pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, insieme con l’aggiunto Giovanni Cilenti, ipotizzano al momento i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo, insieme alle lesioni colpose (per il ferito). Sono una quindicina i faldoni di documenti acquisiti finora dalla polizia giudiziaria e finiti sotto il microscopio dei pm. Si controllano in particolare le certificazioni di sicurezza, i collaudi e le manutenzioni, anche quelle settimanali, per controllare che giovedì la funivia fosse partita in piena efficienza.
C’è attesa, intanto, per gli esami autoptici sulle vittime che potrebbero anche comportare l’iscrizione dei primi indagati. A perdere la vita lo scorso 17 aprile sono stati Janan Suliman, farmacista israelo-palestinese di 25 anni; Elaine Margaret Winn, 58enne britannica, suo marito Derek Winn, 65 anni, e il macchinista dell’Eav (l’ente gestore della funivia) Carmine Parlato di 59 anni, residente a Castellammare. In ospedale, ancora molto grave, c’è Thabet Suliman, 23 anni, fratello di Janan. In memoria delle vittime si sono svolte due cerimonie religiose.
Nel santuario di Pozzano, l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare Francesco Alfano ha ricordato gli scomparsi esortando alla speranza la città stabiese che, oltre allo choc per la tragedia, vede in pericolo l’economia turistica costruita proprio intorno alla funivia. L’impianto trasportò l’anno scorso 108mila persone. La seconda cerimonia si è svolta nel santuario di San Michele Arcangelo, proprio sul Faito, chiesa frequentata spesso dagli operatori della funivia.