Spagna e Portogallo in tilt
Blackout anche nel sud della Francia. Il premier Sanchez: non escludo nulla. .

Un cyber attacco di hacker russi: è una delle possibili cause del blackout elettrico che ha colpito Spagna, Portogallo e Francia del Sud, dove però la corrente elettrica è mancata solo un paio d’ore mentre nella penisola iberica non è ancora del tutto riattivata e i danni alle attività lavorative e ai trasporti sono stati immensi, anche se fortunatamente senza vittime. Red Eléctrica, l’ente energetico di Madrid, ha detto che l’interruzione è stata dovuta "a una forte oscillazione del flusso di energia nella rete", che sarebbe accaduta, secondo i tecnici della Ren, gli omologhi portoghesi, da "anomalie sulle linee dell’alta tensione provocate da estreme variazioni di temperature in un raro evento atmosferico".
L’incertezza ha scatenato la supposizione che si potesse trattare di un attacco per colpire Paesi in prima fila nella difesa dell’Ucraina. Da qui la decisione del premier Pedro Sanchez di convocare il Consiglio di sicurezza nazionale affidando all’Istituto nazionale criptologico un’indagine di intelligence. Il ministro della Coesione territoriale portoghese, Manuel Castro Almeida, ha dichiarato in tv: "C’è la possibilità di un attacco hacker"; il suo presidente Luis Montenegro in serata ha attenuato la dichiarazione. Col passare delle ore, le autorità dei Paesi colpiti e la Ue tendono a escludere la guerra energetica. "Non ci sono al momento prove di un attacco terroristico", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Se si tratta dell’evento atmosferico ha colpito come un domino, ma si parla anche di un violento incendio sul monte Alaric, nei Pirenei francesi, che avrebbe danneggiato la linea di alta tensione che dall’Occitania arriva in Spagna causando un effetto a singhiozzo.
Madrid ha confermato che non ci sono danni per i suoi cinque reattori nucleari in funzione. Il blackout è scattato poco dopo le 12,30 (le 11,30 in Portogallo) ed è stato in alcuni casi totale, impressionando la popolazione tanto che quando alle 15,56 la luce è riapparsa in alcuni quartieri di Siviglia la gente si è riversata nelle strade a fare festa. Gli effetti del blackout – il temuto "apagon" tristemente famoso per quello che accade a Cuba quasi giornalmente – sono stati deflagranti. La circolazione è stata completamente bloccata sia nelle strade sia sulle ferrovie. I semafori hanno smesso di funzionare ed è stato il caos; il governo della Comunità di Madrid ha chiesto ai cittadini di non lasciare le case e di non chiamare i soccorsi se non in casi estremamente gravi invocando il governo centrale a schierare l’esercito.
I treni a media e lunga percorrenza sono stati bloccati e solo oggi riprenderanno il servizio. Telefoni e internet hanno piano piano ridotto al minimo la loro operatività con conseguenze arrivate in Algeria, Marocco e Tunisia. Oltre a quello ferroviario anche il traffico aereo con Spagna e Portogallo ne ha risentito. La maggior parte dei voli è rimasto a terra (quattro collegamenti internazionali saltati anche a Fiumicino) o ha avuto imponenti ritardi causando proteste dei passeggeri. Nelle città le metropolitane si sono bloccate: a Lisbona, Madrid, Barcellona, Siviglia e Valencia la Protezione civile è riuscita a evacuare migliaia di viaggiatori bloccati nel sottosuolo senza danni se non la paura. In tutta la penisola iberica gli ospedali hanno continuato a lavorare solo per le emergenze grazie ai generatori a gasolio. Anche lo sport ha pagato il prezzo del disagio: il programma dell’Open di tennis di Madrid previsto dopo le 12,30 è stato rinviato a oggi.