Sostenibilità e finanza, l’Ue rivede le regole informative

L’Unione europea ha avviato una consultazione pubblica per riformare il Regolamento 2019/2088 sull’informativa circa la sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation, SFDR). L’obiettivo è semplificare le procedure, ridurre i costi operativi e rendere più efficace l’uso delle informazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte di investitori e imprese. Le […] The post Sostenibilità e finanza, l’Ue rivede le regole informative first appeared on QualEnergia.it.

Mag 6, 2025 - 10:15
 0
Sostenibilità e finanza, l’Ue rivede le regole informative

L’Unione europea ha avviato una consultazione pubblica per riformare il Regolamento 2019/2088 sull’informativa circa la sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation, SFDR).

L’obiettivo è semplificare le procedure, ridurre i costi operativi e rendere più efficace l’uso delle informazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte di investitori e imprese.

Le proposte raccolte entro la fine di questo mese serviranno da base per una nuova iniziativa legislativa, che dovrebbe essere varata durante il quarto trimestre del 2025.

Un regolamento cruciale per la finanza verde

Entrato in vigore nel marzo 2021, l’SFDR è uno dei pilastri normativi del Green Deal europeo. Impone a gestori di fondi, assicurazioni e altri attori finanziari l’obbligo di comunicare ai clienti come integrano i fattori ESG nei propri prodotti.

Il regolamento è strettamente legato ad altri strumenti normativi dell’Ue, in particolare la tassonomia delle attività sostenibili e la direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD).

Secondo la Commissione europea, l’SFDR ha effettivamente aumentato la trasparenza e migliorato l’accesso alle informazioni ESG. Tuttavia, la sua attuazione è risultata complessa, onerosa e in molti casi fonte di incertezza per gli operatori del mercato.

Troppe ambiguità, troppi obblighi poco utili

I limiti del quadro attuale sono stati ampiamente segnalati da operatori, autorità di vigilanza e società civile durante le due consultazioni svolte tra il 2022 e il 2023. Tra i problemi principali figurano:

  • ambiguità giuridica su concetti chiave, come ad esempio cosa costituisca un “contributo significativo” alla sostenibilità;
  • obblighi informativi scarsamente rilevanti per gli investitori;
  • sovrapposizioni con altre normative Ue, con conseguenti duplicazione dei costi;
  • difficoltà nell’accesso a dati completi e affidabili sulle imprese e sui prodotti finanziari.

Questi fattori hanno prodotto una situazione paradossale: nonostante la mole di documentazione prodotta, gli investitori spesso non riescono a comprendere davvero la sostenibilità dei prodotti offerti.

Ciò favorisce fenomeni di greenwashing e rischia di penalizzare settori legittimamente impegnati nella transizione, ma non in grado di dimostrarlo secondo i criteri attuali.

Un nuovo SFDR più semplice, coerente e mirato

L’iniziativa di revisione punta a riformare il regolamento su tre assi principali:

  1. semplificazione concettuale: eliminare ambiguità e definire meglio i termini chiave;
  2. riorganizzazione degli obblighi informativi: meno adempimenti formali, più informazioni utili;
  3. classificazione dei prodotti: introdurre categorie comuni basate sugli obiettivi ESG perseguiti, come, ad esempio, prodotti che favoriscono la transizione, la mitigazione, l’adattamento, o che integrano strategie ESG di altro tipo.

Le nuove categorie dovranno essere comprensibili per gli investitori al dettaglio, allineate con gli obiettivi dell’Ue e coerenti con le pratiche di mercato, evitando sia semplificazioni fuorvianti che l’esclusione ingiustificata di attività meritevoli.

Gli effetti ricercati

Secondo la Commissione, un quadro più chiaro e meno oneroso consentirà di:

  • ridurre i costi di conformità per gli operatori finanziari;
  • rendere i prodotti ESG più trasparenti e comparabili;
  • mobilitare meglio i capitali privati verso la transizione sostenibile;
  • evitare il greenwashing, che mina la fiducia degli investitori e l’efficacia dell’intero sistema.

Un altro effetto auspicato è l’aumento dell’accesso ai capitali da parte delle imprese europee, specie quelle impegnate nei settori emergenti della decarbonizzazione, della sicurezza energetica e dell’economia circolare (vedere anche Finanza ed energia, gli investitori sostengono il “green”).

Consultazione aperta fino al 30 maggio

La consultazione pubblica è attiva fino al 30 maggio 2025 sulla piattaforma “Have Your Say” della Commissione Europea. I contributi saranno utilizzati per una valutazione d’impatto formale, accompagnata da analisi tecniche e pareri delle autorità di vigilanza e degli esperti di settore.

Non sono previste ulteriori consultazioni pubbliche, ma la Commissione potrà attivare confronti mirati con portatori di interesse selezionati nella fase successiva.

Tutto il processo rientra nell’impegno più ampio dell’Ue per “tagliare la burocrazia” e razionalizzare le norme in materia di sostenibilità, come annunciato nel programma di lavoro 2025 e nella lettera di missione indirizzata alla commissaria Maria Luís Albuquerque.

Equilibrio tra rigore e fruibilità

In conclusione, il riesame dell’SFDR è un passaggio cruciale per l’efficacia della finanza sostenibile europea.

Il quadro attuale, pur ispirato da buone intenzioni, ha mostrato limiti strutturali che rischiano di indebolirne l’impatto reale. La riforma annunciata potrebbe quindi segnare una svolta, ma tutto dipenderà dalla capacità della Commissione di trovare un equilibrio tra rigore informativo e fruibilità pratica per gli operatori e gli investitori.

In gioco c’è la credibilità dell’intero sistema europeo di finanza sostenibile, nonché la sua capacità di guidare la transizione ecologica in un contesto economico sempre più complesso e competitivo.The post Sostenibilità e finanza, l’Ue rivede le regole informative first appeared on QualEnergia.it.