“Sono caduto e mi hanno messo 10 punti di sutura. Io ministro? Mi avrebbero cacciato dopo 15 giorni”: le confessioni di Silvio Garattini

Ha 96 anni, ma Silvio Garattini non smette di lavorare. Nemmeno con il mal di schiena: “È una cosa di cui finora a 96 anni non avevo mai sofferto”, racconta a La Stampa. Il fondatore dell’Istituto Mario Negri è caduto pochi giorni fa, ma ci scherza sopra: “Dieci punti di sutura: per fortuna non mi […] L'articolo “Sono caduto e mi hanno messo 10 punti di sutura. Io ministro? Mi avrebbero cacciato dopo 15 giorni”: le confessioni di Silvio Garattini proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 8, 2025 - 11:13
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“Sono caduto e mi hanno messo 10 punti di sutura. Io ministro? Mi avrebbero cacciato dopo 15 giorni”: le confessioni di Silvio Garattini

Ha 96 anni, ma Silvio Garattini non smette di lavorare. Nemmeno con il mal di schiena: “È una cosa di cui finora a 96 anni non avevo mai sofferto”, racconta a La Stampa. Il fondatore dell’Istituto Mario Negri è caduto pochi giorni fa, ma ci scherza sopra: “Dieci punti di sutura: per fortuna non mi sono rotto niente, però ho avuto una forte contrazione muscolare e i miei cinque figli mi hanno proibito di viaggiare. Temo che fino alla fine del mese non mi faranno muovere”. Intanto scrive un altro libro, quando l’ultimo “La salute dei bambini” con il pediatra Mario De Curtis, è appena uscito.

Il suo primo titolo? “Perito chimico. Ed è quello a cui tengo di più, da cui dipende tutto il resto – ha raccontato -. Fu mio padre, a guerra in corso, a indirizzarmi verso una scuola professionale di Bergamo, la città dove sono nato, in modo che a 18 anni potessi portare denaro in casa”.

Prima ancora pensava al seminario, faceva il catechista, scriveva con Umberto Eco sulla rivista Quattro meno. Poi la laurea, l’incontro con Nella, la futura moglie e Mario Negri: “Gli chiesi: ‘Perché non mi aiuta?’. All’inizio nicchiò: ‘Sei un po’ giovane’. Ma quando, poco dopo, morì, nel testamento lasciò un legato per aprire una fondazione, prescrivendo che la dirigessi”

Non è mai stato ministro. Ne ha rifiutato il ruolo. “Mi avrebbero cacciato dopo 15 giorni”. Preferisce combattere il fumo e l’alcol: “I fumatori danneggiano non soltanto loro stessi ma anche gli altri: ogni anno 50 miliardi di mozziconi finiscono sul terreno, nelle falde e quindi anche nel cibo che mangiamo. Per non parlare dell’alcol: è cancerogeno come la sigaretta, ma lo trattiamo in modo diverso”. Oggi beve solo birra analcolica.

Ha ceduto la direzione a Giuseppe Remuzzi: “Non è stata la cosa più piacevole del mondo, ma – superati i 90 anni – il pericolo che morissi e che si creasse il caos sulla mia successione era troppo alto”. Ma accetta il tempo che passa: “Se domattina mi sveglio, è già un successo. Ma se mi sveglio, devo fare tutto quello che posso, come se dovessi vivere altri cent’anni”.

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