Si risvegliano dal letargo gli Orsi in Trentino: a che punto siamo con la travagliata “convivenza”?
La primavera è arrivata un po’ in tutta Italia e gli animali selvatici si stanno risvegliando dal letargo ognuno con i suoi tempi. L’ibernazione è volta a termine anche per gli orsi e questo significa una sola cosa: una maggiore probabilità di future interazione tra plantigradi ed esseri umani. Gli occhi sono puntati in particolar...

La primavera è arrivata un po’ in tutta Italia e gli animali selvatici si stanno risvegliando dal letargo ognuno con i suoi tempi. L’ibernazione è volta a termine anche per gli orsi e questo significa una sola cosa: una maggiore probabilità di future interazione tra plantigradi ed esseri umani.
Gli occhi sono puntati in particolar modo sulla popolazione selvatica trentina, che continua a essere al centro di accese discussioni. La fine del riposo invernale porta con sé interrogativi, dubbi e sfide – non più nuove – nell’ottica di quella convivenza orso uomo di cui si parla poco e si agisce ancor meno secondo quanto denunciano i principali enti di protezione animale.
A fare il punto della situazione è l’associazione LAV, la Lega Anti Vivisezione, che torna a rivolgersi alla Provincia autonoma di Trento affinché dai tavoli di confronto non giungano unicamente ordinanze di catture e abbattimenti di plantigradi. Ciò di cui davvero si ha bisogno sono azioni concrete che mitighino i conflitti con la fauna selvatica e garantiscano la sicurezza degli abitanti.
Ad oggi, infatti, salvo i cartelli informativi nelle aree frequentate dagli orsi e i cassonetti anti orso che saranno installati entro il 2028, il progetto di coesistenza con la specie orso bruno non pare aver avuto altri sviluppi. Anzi, per la Lav la Giunta Fugatti si “rifiuta di realizzare la “convivenza” basata sulle evidenze scientifiche” e sulle riflessioni emerse in aula giudiziaria.
Prendiamo il caso di F36. L’orsa, accusata di aver sferrato un falso attacco nei boschi di Roncone, era stata condannata a morte dalla Pat ma uccisa ancor prima da cacciatori. La vicenda aveva fatto scalpore anche perché la Procura di Trento ne aveva chiesto l’archiviazione. Tuttavia, nel corso della sentenza emessa dal Consiglio di Stato, si era sottolineato la necessità di considerare le variabili contestuali e quindi i comportamenti delle persone coinvolte nella valutazione del grado di pericolosità di un orso.
Sulla base di questo elemento, evidenziato anche dal Consiglio di Stato, la LAV si è rivolta a ISPRA chiedendo in primis un sollecito affinché la Pat avvii campagne informative sui comportamenti corretti da attuare in caso di incontro con orsi in natura. Educare alla convivenza vuol dire lavorare sulla prevenzione di incidenti.
Leggi anche: Cosa fare in caso di incontro ravvicinato con un orso e cosa NON fare assolutamente
La LAV ricorda, infatti, che l’incontro con la defunta F36 nei boschi di Roncone è stato l’opposto di quanto si dovrebbe fare in presenza di un orso. Allora i due escursionisti hanno urlato, sono fuggiti e avrebbero lanciato anche bastoni contro l’animale.
Fermo restando che è fondamentale rivedere e rafforzare la gestione della fauna selvatica in questa regione splendida, gli animalisti chiedono di valutare con giudizio le risposte etologiche degli orsi e i pareri espressi prima i fatti e le misure drastiche mietano altre vittime.
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