Liberazione, duemila in piazza. Fra minuto di silenzio e Bella Ciao: "Città sempre a schiena dritta"
Cortei, alzabandiera e cerimonia sull’Arengario. La sindaca: "Qui scritte pagine di storia". E in centinaia sfilano in strada da Santo Spirito al Duomo. "La Resistenza sia valore di tutti". .

"Fare memoria non per rimanere fermi, ma per andare avanti con la schiena dritta. Per costruire un’Italia fedele ai suoi valori fondanti, inclusiva, giusta e capace di guardare al futuro senza dimenticare il prezzo della sua libertà". Così la sindaca Sara Funaro dall’Arengario di Palazzo Vecchio, ieri, in occasione delle iniziative per l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia, la sua prima celebrazione con la fascia tricolore "ma da cittadina ho sempre partecipato" ci tiene a ricordare perché il "25 aprile ci interpella non come una semplice commemorazione, ma come una chiamata. Oggi più che mai". E spiega: "Una chiamata a tornare alle radici vive della nostra Repubblica. Perché la Resistenza, purtroppo, non è oggi riconosciuta per ciò che fu: l’atto costituente da cui è nata la nostra libertà. Non una parentesi della storia, ma l’origine morale e politica della nostra Costituzione. Non una memoria divisiva, ma il fondamento più alto della nostra comunità democratica". Ma prima del discorso istituzionale chiede un minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco. "Ritengo giusto e doveroso iniziare questa nostra cerimonia ricordando Papa Francesco e il suo grande contributo al mondo intero" dice ringraziando poi l’arcivescovo Gherardo Gambelli, il rabbino Gadi Piperno, l’imam Izzedin Elzir, per aver partecipato all’apposizione di un drappo nero sulla facciata di Palazzo Vecchio nel giorno della morte del pontefice. E dall’Arengario rilancia l’appello per un giorno di tregua in occasione dei funerali di oggi del Santo Padre e si dice dispiaciuta "che in altre realtà siano state vietate cerimonie" riferendosi alla richiesta dal governo per un 25 Aprile "sobrio".
"Penso che il richiamo alla sobrietà sia ovvio: le istituzioni fanno sempre cerimonie sobrie e il Comune di Firenze questo lo ha sempre fatto. Il 25 aprile è un momento istituzionale nel nostro Paese, va celebrato con la massima attenzione" aggiunge ricordando che "la nostra Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, ha conosciuto l’orrore dell’occupazione e la fierezza della ribellione. Ha pianto i suoi martiri e ha nutrito la speranza. In ogni strada che ha risuonato dei passi dei partigiani, in ogni lapide che porta un nome, in ogni casa che nascose una staffetta, questa città ha scritto una pagina alta della storia d’Italia. E oggi, come allora, Firenze non si sottrae e non viene meno al dovere della testimonianza. Non solo nel custodire la memoria, ma nel trasformarla in orientamento etico, civile e politico". Dall’arengario, oltre alla sindaca Sara Funaro, sono intervenuti il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo e la presidente Anpi provinciale di Firenze, Vania Bagni, che hanno parlato davanti a circa duemila persone. Compreso il nipote di Bruno Fanciullacci, il partigiano comunista dei Gruppi di Azione Patriottica, autore dell’assassinio di Giovanni Gentile, episodio che ancora oggi divide l’opinione pubblica. Al termine degli interventi la piazza ha intonato spontaneamente ’Bella Ciao’, canzone simbolo della Resistenza, riproposta anche dalla Filarmonica Rossini durante il concerto in piazza del pomeriggio.
Ad aprire la giornata la commemorazione a Trespiano dal titolo ’Diamo un futuro alla memoria’ a cui è intervenuto anche Valdo Spini, mentre il primo appuntamento istituzionale è stato l’alzabandiera solenne e la deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre in piazza delle Nazioni Unite alla presenza della sindaca Funaro, del prefetto Francesca Ferrandino, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e di vari rappresentanti delle associazioni combattentistiche e delle Forze armate. Qui è intervenuta anche una delegazione di Italia Viva, capitanata da Matteo Renzi che è tornato a criticare le parole pronunciate nei giorni scorsi dal ministro Nello Musumeci: "Questa è una festa nazionale, è la festa di tutti. Se Musumeci vuole fare una cosa sobria inizi col tacere lui. E ci lasci vivere la gioia della Liberazione".
E poi, ancora, la deposizione di 28 fiori in altrettanti luoghi dei cinque quartieri fiorentini organizzata da Anpi e Aned provinciali mentre in piazza Poggi è andato in scena il classico pranzo antifascista con concertone finale. "Il 25 Aprile è un manifesto al coraggio di prendersi in carico la responsabilità del mondo che verrà e oggi è una giornata in cui dobbiamo anche ricordarci non solo cosa è stato fatto, ma cosa possiamo fare domani. E noi dobbiamo costruire le condizioni per avere diritti uguali tra le persone" le parole del segretario generale della Cgil di Firenze, Bernardo Marasco. Firenze Antifascista, invece, è tornata ad animare piazza Santo Spirito con una giornata di mobilitazione, memoria e lotta. "Non una celebrazione commemorativa e istituzionale – spiegano gli organizzatori – ma un momento di partecipazione per trasmettere il significato e l’esempio della Resistenza partigiana. Questa piazza non guarda solo al passato, ma trae da esso insegnamento per leggere il presente e immaginare il futuro".
Barbara Berti