Se l’Italia non sale su quel treno

La forza delle immagini

Mag 11, 2025 - 08:12
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Se l’Italia non sale su quel treno

Roma, 11 maggio 2025 – Questa volta su quel treno per Kiev l’Italia non c’era. E non è stato (e non è) un bel vedere. Perché, quali che siano le ragioni di Giorgia Meloni per collegarsi da remoto, come ha fatto, ci sono occasioni e immagini che hanno in sé (e che restituiscono) una potenza evocativa e un valore simbolico talmente significativo che nessun motivo può servire a spiegare il non esserci "dentro".

È il caso dello scatto postato da Emmanuel Macron dal vagone del treno partito dal confine polacco in direzione della capitale ucraina. Seduti attorno a un tavolo in versione casual-viaggio sono il presidente francese, il premier britannico Keir Starmer e il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz. La missione dei tre più influenti leader d’Europa è quella di dare forza, attraverso un messaggio di unità e solidarietà, alla proposta di Volodymyr Zelensky di una tregua di trenta giorni nella guerra con la Russia. Su questo è d’accordo, come fa sapere, anche la premier Meloni: e del resto, sul suo sostegno all’Ucraina non c’è stato e non c’è da dubitare. Anzi.

Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky, Keir Starmer e Donald Tusk
(L/R): Germany's Chancellor Friedrich Merz, France's President Emmanuel Macron, Ukraine's President Volodymyr Zelensky, Britain's Prime Minister Keir Starmer and Poland's Prime Minister Donald Tusk address media representatives at The Presidential Palace in Kyiv on May 10, 2025, following a meeting of "the coalition of the willing" in the Ukranian capital. The leaders of France, Britain, Germany and Poland agreed to call on Russia to accept a 30-day unconditional ceasefire starting Monday, Kyiv said. The proposal came after the four leaders, part of an alliance Britain and France call "the coalition of the willing", met President Voloydmyr Zelensky in the Ukrainian capital Kyiv. (Photo by Stefan Rousseau / POOL / AFP)

Ma non è questo il punto. Il punto è che su quel treno per Kiev la Presidente del Consiglio italiana non c’è. Così come non è a Kiev, dove ai tre si aggiunge – anche negli scatti fotografici – il primo ministro polacco Donald Tusk.

Si dirà: ma sono "solo" immagini, contano i fatti. Certo. Ma le immagini, mai come in questo tempo, sono fatti, perché dietro e dentro c’è la politica e ci sono le alleanze. Passi anche l’assenza di Meloni, più casuale che voluta, nella storica foto nella Basilica di San Pietro.

Ma in quella immagine dal treno e in quelle dalla capitale ucraina, non certo per una casualità questa volta, noi non ci siamo e Macron può ben scrivere che "quello che sta accadendo con Polonia, Germania e Gran Bretagna è un momento storico per una difesa europea e una maggiore indipendenza per la nostra sicurezza. Ovviamente per l’Ucraina, ma per tutti noi".

Tre anni fa – e lo diciamo come annotazione a margine – sullo stesso treno per Kiev c’eravamo: accanto a Macron e all’ex cancelliere Olaf Scholz c’era Mario Draghi.