Sciopero dei metalmeccanici per il contratto: Fiom, Uilm e Fim tornano in piazza il 28 marzo

La trattativa con Federmeccanica e Assistal è ferma da mesi e il contratto, scaduto a giugno 2024, riguarda 1,5 milioni di lavoratori. De Palma e Uliano: "Irresponsabili". Palombella: "Stanno buttando via un modello" L'articolo Sciopero dei metalmeccanici per il contratto: Fiom, Uilm e Fim tornano in piazza il 28 marzo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 5, 2025 - 18:18
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Sciopero dei metalmeccanici per il contratto: Fiom, Uilm e Fim tornano in piazza il 28 marzo

Otto ore di sciopero nazionale il 28 marzo, con manifestazioni provinciali e regionali nella stessa data. È questa la scelta delle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm per chiedere la ripresa della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Il tavolo è fermo da novembre e il contratto, scaduto a fine giugno 2024, riguarda circa 1,5 milioni di lavoratori. La mobilitazione segue altre 16 ore di sciopero proclamate tra dicembre e febbraio e sarà preceduta il 21 marzo da tre assemblee in cui è attesa la presenza di migliaia di delegati, che si svolgeranno in contemporanea al nord, al centro e al sud Italia. In totale saliranno così a 24 le ore di astensione dal lavoro: non accadeva dal 1999 quando si arrivò a 36 e dovette intervenire l’allora ministro del Lavoro Antonio Bassolino per mediare.

Lo sciopero, sostiene il leader della Fiom Michele De Palma, rappresenta “rappresentano un atto di democrazia di fronte al comportamento irresponsabile di Federmeccanica e Assistal di non riaprire il confronto con i sindacati”. Il contratto nazionale, sottolinea, “serve ad affrontare anche i problemi derivanti dalla crisi internazionale, dalle guerre, dal calo della produzione industriale e dal costo dell’energia, come abbiamo fatto durante la pandemia”. Duro anche il segretario della Uilm Rocco Palombella: “Programmare le ore di sciopero non è uno sport, non lo è per i lavoratori e non lo è per le aziende, ma ci hanno costretti”. L’obiettivo? “Riprendere a trattare, perché di trattative finte non sappiamo che farne”

Nella loro proposta di piattaforma Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto, sul fronte salariale, un aumento medio a regime per il triennio di 280 euro mensili sui minimi per il livello C3 (ex quinto livello), mentre le associazioni datoriali propongono di confermare l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei), pari, sulla base delle attuali previsioni disponibili da parte dell’Istat, a 173,37 euro in quattro anni, allungando così al giugno 2028 la vigenza del contratto (rispetto al periodo luglio 2024 giugno 2027). Le organizzazioni sindacali hanno anche proposto, tra le varie cose, una fase di sperimentazione contrattuale con l’obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali. Per Palombella, la proposta salariale di Federmeccanica e Assistal è “fumosa e insufficiente”.

Da parte di Federmeccanica e Assistal ci sono “quattro mesi di silenzi che seppelliscono le relazioni industriali che in passato avevano consentito di superare situazioni difficili per la categoria” e di “introdurre anche importanti novità”, rispondendo “all’impennata inflattiva”. Oggi, invece, “le distanze sono infinite rispetto alle condizioni salariali”, ha detto Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim. Il comportamento delle associazioni datoriali è “incomprensibile e inaccettabile” al quale i lavoratori risponderanno con un “segnale che verrà dato in tutte le piazze del Paese”.

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