Scandicci, dagli scavi riemerge una capanna altomedievale
Scoperta eccezionale durante i restauri dell'antico complesso monastico della Badia di Settimo: una struttura circolare risalente all’VIII-IX secolo, testimonianza di insediamenti anteriori all’abbazia

Scandicci (Firenze), 18 aprile 2025 – Una scoperta che riscrive, o almeno arricchisce, la storia della Badia di Settimo e della piana su cui sorge. Durante i lavori di restauro dell'antico complesso monastico, promossi dalla Fondazione Opera della Badia di Settimo e seguiti dalla Soprintendenza di Firenze, sono emersi i resti di una capanna altomedievale: si tratta del primo ritrovamento di strutture precedenti alla fondazione dell’abbazia, datata intorno all’anno Mille.
Lo scavo, avvenuto nel Chiostro dei Melaranci, ha portato alla luce, a circa due metri di profondità, una struttura a pianta circolare che gli archeologi ipotizzano essere una Grubenhaus, tipica capanna seminterrata diffusa nell’Europa centrale e orientale durante l’Alto Medioevo. Le pareti, in origine, dovevano essere in legno e terra, con una copertura vegetale.
Accanto ai resti della struttura, sono stati ritrovati materiali ceramici – come olle, testi, teglie, boccali e recipienti per liquidi – e un manico in osso finemente decorato. Tutti elementi che permettono di datare l’insediamento tra l’VIII e il IX secolo d.C.
Una scoperta importante non solo per la storia della Badia, ma per quella del territorio: “Questi resti testimoniano la presenza di una piccola comunità rurale in questa zona della pianura di Settimo ben prima dell’arrivo dei monaci”, spiegano gli archeologi. Lo scavo, più volte ostacolato da allagamenti, si è appena concluso. Le prossime settimane saranno dedicate alla documentazione, alla catalogazione dei reperti e all’analisi dei dati raccolti, in vista della futura interpretazione scientifica.