Salari: per le donne fino a 14mila euro in meno rispetto agli uomini. Il gender pay gap medio al 10,4%. Sul divario pesa l’inquadramento | Lo studio di Odm Consulting ed Eurostat
Da circa 3mila euro a oltre 14mila euro in meno a seconda dell’inquadramento: ecco di quanto differiscono gli stipendi delle donne rispetto a quelli dei colleghi maschi in termini di retribuzione fissa annua lorda. Il gender pay gap, che si era ridotto tra il 2017 e il 2019, ha poi ripreso a crescere raggiungendo il […] L'articolo Salari: per le donne fino a 14mila euro in meno rispetto agli uomini. Il gender pay gap medio al 10,4%. Sul divario pesa l’inquadramento | Lo studio di Odm Consulting ed Eurostat proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Da circa 3mila euro a oltre 14mila euro in meno a seconda dell’inquadramento: ecco di quanto differiscono gli stipendi delle donne rispetto a quelli dei colleghi maschi in termini di retribuzione fissa annua lorda.
Il gender pay gap, che si era ridotto tra il 2017 e il 2019, ha poi ripreso a crescere raggiungendo il 10% nel 2022. Il trend di aumento del divario si è stabilizzato attestandosi in chiusura 2024 su una media del 10,4%, in lieve miglioramento rispetto al 2023 (-10,7%). È quanto rileva uno studio di Odm Consulting.
Guardando ai singoli inquadramenti, il divario percentuale, e anche in termini di valore assoluto, più ampio tra retribuzione fissa media di uomini e donne si riscontra nell’inquadramento impiegati, seguito da quello dei dirigenti.
Questi dati diventano ancor più significativi se letti congiuntamente a quelli sull’occupazione femminile.
Secondo i dati Eurostat riferiti al 2023, in Italia il tasso di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni è pari al 56,5%, mentre quello maschile è del 76%, con un divario di 19,5 punti percentuali.
Inoltre, i dati del recente rapporto Inapp evidenziano che il 64% dell’inattività in Italia continua ad essere femminile e risulta prevalentemente legata a esigenze di carattere familiare.
L’indagine ha analizzato il gender pay gap in relazione alle generazioni. Si può notare come, al crescere dell’età, aumenti il gender pay gap (da -3,5% per la Gen Z a -27,8% per i baby boomer).
Per quanto riguarda l’inquadramento degli impiegati, il gender pay gap risulta minore nelle funzioni con una maggiore presenza femminile, come le risorse umane, mentre tende ad ampliarsi nelle aree a prevalenza maschile, come le operations.
Inoltre, il gap si riduce nelle aree funzionali caratterizzate da una carenza di competenze sul mercato, come ICT ed engineering.
L’impegno delle aziende nel ridurre il divario di genere sta crescendo, anche attraverso il conseguimento della certificazione di genere.
Queste iniziative hanno contribuito ad accrescere la consapevolezza sul tema, evidenziando come il divario si manifesti in modo ancora più marcato nel numero di donne in posizioni di responsabilità e nella tipologia di incarichi ricoperti.
Nonostante i progressi, le donne restano sottorappresentate nel mercato del lavoro e prevalentemente impiegate in aree funzionali di staff. Inoltre, la loro presenza in posizioni apicali è ancora limitata: nei Cda meno del 5% delle donne presenti ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% la carica di amministratrice delegata.
Quando ricoprono posizioni di vertice, raramente dispongono di un potere decisionale con impatto diretto sul business.
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