Russia e Usa possono dirsi vincitori della Terza Guerra Mondiale: a perdere, Cina e Ue

di Gianluigi Perrone* Vladimir Putin ha dichiarato che “se nel 2022 le elezioni fossero state vinte da Donald Trump, forse il conflitto in Ucraina non sarebbe mai avvenuto“. Usando le stesse parole del tycoon, Trump intima Zelensky di accettare di lasciare i territori a Vladimir Putin. Persino l’ambasciata russa ringrazia le autorità americane per la […] L'articolo Russia e Usa possono dirsi vincitori della Terza Guerra Mondiale: a perdere, Cina e Ue proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 13, 2025 - 19:58
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Russia e Usa possono dirsi vincitori della Terza Guerra Mondiale: a perdere, Cina e Ue

di Gianluigi Perrone*

Vladimir Putin ha dichiarato che “se nel 2022 le elezioni fossero state vinte da Donald Trump, forse il conflitto in Ucraina non sarebbe mai avvenuto“. Usando le stesse parole del tycoon, Trump intima Zelensky di accettare di lasciare i territori a Vladimir Putin. Persino l’ambasciata russa ringrazia le autorità americane per la solidarietà relativamente alla morte della squadra di pattinaggio russa nell’incidente aereo a Washington. In un recente viaggio in Russia, ho guardato la tv nazionale su Russia-2, la loro Rai, dove si sottolineava come Trump non avesse neanche invitato Zelensky al suo insediamento.

Certamente questi toni sono radicalmente diversi da quelli di poche settimane fa. Se tutto si può ricondurre al passaggio da Biden a Trump e alla rivoluzione totale che questi si ripromette di proporre, non cade nell’inganno l’Amministrazione cinese che rimane molto preoccupata guardando il suo principale alleato, “l’amicizia senza limiti” come la definì Xi Jinping, flirtare con il loro principale avversario.

Sfatiamo un mito. Non è credibile che da un giorno all’altro Putin cambi totalmente atteggiamento, anzi le esternazioni recenti sono persino eccessive. Tuttavia pare che l’allargamento del margine di negoziazione della Russia rispetto alla Cina sia tutt’altro che trascurabile.

In determinate condizioni alle quali ci stiamo avvicinando, la Russia e gli Stati Uniti potrebbero dirsi vincitori della Terza Guerra Mondiale, e chi perde sarebbero principalmente la Cina e l’Europa. L’Europa si è impegnata ad affrontare sacrifici economia notevoli, evidenti e significativi, per – diciamolo – un dovere in termini di difesa nei confronti della Nato e quindi degli Stati Uniti, nella guerra in Ucraina. Oggi gli stessi Stati Uniti (il cui Congresso è composto dagli stessi individui di due settimane fa) stanno mostrando segni di riappacificazione con la Russia e di ostilità (minacce di tariffe e dazi che sono, ora lo sappiamo tutti, parte integrale di una guerra) nei confronti di una già indebolita Unione Europea. Faccio fatica a credere che non ci sia un piano preciso. L’Europa con l’appoggio energetico della Russia era abbastanza autonoma e fiorente. Senza l’appoggia della Russia claudica, e ha necessità degli Stati Uniti.

Ora quello degli Stati Uniti non è più un appoggio ma suona più come un ricatto. Un ricatto che arriva proprio ora che dalla Russia non possiamo più tornare. Non bisogna essere esperti di negoziazione per capire in quale vicolo cieco ci troviamo. Un proverbio cinese dice “anche un coniglio messo in un angolo morde”.

E qui veniamo alla Cina. Per quanto diversi analisti definiscano la Russia come “il paggetto” della Cina, poiché la Russia non può nutrire la propria economia di guerra se la Cina non compra (a buon prezzo – qui dove vivo a Pechino fuori ci sono -10 gradi ma dentro casa è come stare ai tropici). tuttavia il rischio di un cambiamento di favore di Putin verso gli Stati Uniti, o persino anche solo di un sospetto di infedeltà della Russia nei confronti degli Usa, porterebbe far vacillare l’intero assetto politico cinese. Perché culturalmente l’intrigo e il cambio repentino di posizione fanno parte integrale della narrazione culturale cinese (si leggano I 36 Stratagemmi, del 1300 ma ancora vivi nell’azione militare e strategica del popolo cinese). Siamo davanti a un doppio ko tecnico?

E’ uno scacco matto dal quale non si esce senza accettare condizioni. Trump può promettere qualsiasi cosa a Putin. Può promettere di convincere Zelensky a dare le dimissioni, può promettere di lasciare Crimea e Dombass alla Russia, può far fare figura trionfale a Putin e persino di far contenta la popolazione russa. Può promettere di aprire ai cittadini russi i visti per andare negli Stati Uniti. Può promettere, come sta già minacciando, di indebolire talmente tanto l’Europa che prima di ritornare a riarmarsi (dopo aver svuotato le scorte per la guerra in Ucraina) e a trovare qualcuno disposto a partire in guerra a -30, ce ne passa. E davanti a questa prospettiva la Cina sa che quantomeno dovrebbe ripagare lautamente la fedeltà ideologica. E cosa può dare indietro la Cina? L’unico vero grande margine di negoziazione che riesco a vedere è la tecnologia dell’intelligenza artificiale, che la Russia, in economia di guerra, non può permettersi di sviluppare. Anche se con Deepseek abbiamo scoperto che bastano 30 dollari.

Il progresso tecnologico si attua per prima istanza per la difesa. Ovunque. I Big Tech in Usa, non ultimo Elon Musk, prendono i fondi dalla Difesa. I soldi che Biden avrebbe continuato a dare all’Ucraina, Trump li ha stanziati per le ricerche per l’Ai, l’ultima arma. L’alleanza con la Russia, per la Cina, pesa ancora di più sul fattore militare. E non ci sono poi molte vie d’uscita per Pechino.

*CEO di Polyhedron AI Studio/Youtube Host presso Genda Giada/Mind Cathedral

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