Rottamazione quinquies bloccata in Senato, le alternative per chi ha debiti

Stop alla rottamazione quinquies mentre la riapertura della rottamazione quater spinge il governo a ripensare il recupero delle cartelle esattoriali e il gettito fiscale da riscuotere

Apr 28, 2025 - 08:27
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Rottamazione quinquies bloccata in Senato, le alternative per chi ha debiti

La nuova rottamazione-quinquies delle cartelle esattoriali, proposta dalla Lega per estendere ulteriormente la definizione agevolata dei debiti fiscali, è al momento ferma. L’emendamento che avrebbe dovuto introdurla è stato dichiarato inammissibile a fine marzo 2025 dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Resta invece attivo il termine di riapertura della Rottamazione quater, prorogato fino al 30 aprile 2025, mentre il governo valuta nuove soluzioni per aumentare il gettito e ridurre il magazzino dei crediti inesigibili.

Rottamazione quinquies ancora in Senato:

A fine marzo 2025, la Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha dichiarato inammissibile l’emendamento con cui si voleva introdurre la Rottamazione quinquies. Il testo, presentato dalla Lega e voluto fortemente da Matteo Salvini, mirava ad allargare la platea dei debiti sanabili includendo anche quelli affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023, con piani di pagamento fino a 120 rate.

La bocciatura tecnica, legata alla mancanza di coperture adeguate, ha bloccato l’iter parlamentare, rinviando ogni decisione su una nuova sanatoria fiscale a una futura riformulazione. Al momento non è previsto un reinserimento immediato della misura.

Debiti fiscali da record, gettito in calo​

Lo stop alla rottamazione quinquies arriva proprio quando la crescita del debito fiscale sembra ormai essere fuori controllo e in ascesa. Per esempio, al 31 gennaio 2025 il magazzino dei debiti affidati alla riscossione ammontava a circa 1.273 miliardi di euro (contro 954 miliardi a fine 2019).

Le continue sanatorie fiscali non hanno ridotto questo stock: al contrario, secondo la Corte dei Conti e l’Ufficio parlamentare di bilancio, esse “incoraggiano i contribuenti a evadere” e generano “una perdita netta per lo Stato”.

Tra il 2000 e il 2024 il tasso di riscossione delle imposte è rimasto sotto il 10% del totale, per cui “i carichi riscossi sono meno della metà di quelli annullati (22,5%)”. Questo significa che ogni sanatoria espone l’erario a minori entrate e costi aggiuntivi.

Il Ministero dell’Economia stima informalmente che una nuova pace fiscale di vaste proporzioni richiederebbe coperture di almeno 5 miliardi di euro per compensare la minor riscossione. Questo è il motivo principale per il quale probabilmente non vedremo mai una nuova rottamazione quinquies.

Le critiche di Corte dei Conti e Upb

Gli esperti in audizione sul maxi-debito fiscale hanno preso posizione contro le amnistie generalizzate. In Commissione Finanze del Senato il direttore generale delle Finanze del Mef ha avvertito che “sparare nel mucchio” senza selezionare i destinatari della sanatoria sarebbe “una ricetta sicura per l’insuccesso in termini di gettito”.

Enrico Flaccadoro, presidente di coordinamento della Corte dei Conti, ha sottolineato che tutte le definizioni agevolate finora adottate hanno scoraggiato i cittadini dal pagare spontaneamente e hanno distolto risorse dal normale recupero fiscale. Anziché aumentare gli incassi, esse “comportano effetti negativi per l’erario”, come ammette lo stesso Salvini ma confermato dal magistrato contabile.

In pratica, ogni nuova pace fiscale ha l’effetto di gonfiare ulteriormente la montagna di crediti insoluti, senza sanare efficacemente l’evasione​.

Quali alternative nel 2025 

L’esecutivo indica altre strade per affrontare il problema del debito fiscale. L’atto di indirizzo del Mef per il triennio 2025-2027 impegna l’Agenzia delle Entrate a rafforzare il recupero “secondo logica di risultato” e a contribuire al gettito anche attraverso incassi da definizioni agevolate e piani di rateizzazione più sostenibili.

Sul piano normativo, la legge 15/2025 (decreto Milleproroghe) ha riaperto i termini per la Rottamazione quater: i contribuenti decaduti dal beneficio entro il 2024 possono presentare domanda di riammissione entro il 30 aprile 2025. In assenza di una nuova Rottamazione quinquies, restano quindi disponibili alcune alternative, oltre a quella appena citata:

  • rateazione ordinaria delle cartelle – per debiti fino a 120.000 euro, è possibile ottenere dilazioni fino a 84, 96 o 108 rate mensili, in base all’anno di richiesta, senza necessità di documentare la difficoltà economica;
  • sospensione legale della riscossione – è possibile bloccare fermi, ipoteche e pignoramenti se il debito risulta già pagato, prescritto o annullato da un provvedimento dell’ente creditore o da una sentenza;
  • ricorso contro la cartella esattoriale – resta percorribile solo in presenza di vizi propri della cartella, come errori materiali o irregolarità formali, e non per contestare il debito originario derivante da atti definitivi.