Risiko bancario made in Italy: a che punto siamo?

Il mercato finanziario tricolore è notoriamente bancocentrico come nota è anche la propensione generazionale del popolo italiano al risparmio. Un risparmio che, però, nel tempo, ha assunto connotazioni differenti: dall’ottimismo del boom economico che portava i lavoratori a creare un capitale da investire per le generazioni future, al pessimismo odierno di chi cerca di mettere qualcosa da parte per riuscire a restare a galla durante i tanti periodi di difficoltà e incertezze economiche. Report & analisi 25 Ottobre 2024 Fusioni bancarie in Europa: il caso Unicredit-Commerzbank Potrebbe essere l'esempio di quanto, in futuro, accadrà in Europa? 25 Ottobre 2024 bce banche dividendi unicredit mario draghi Commerzbank francesco megna Guarda ora Un quadro che, a prescindere dalle analisi sociologiche, ha permesso al sistema bancario nazionale di svilupparsi in una serie di variegate realtà le quali, complice anche la volontà dell’Unione Europea, si trova a dover riorganizzare la propria esistenza. Da qui la necessità, non sempre dettata da volontà reciproca, di ricorrere alle fusioni e al sistema delle Offerte Pubbliche di Acquisto (Opa) e delle Offerte Pubbliche di Sottoscrizione (Ops). Quello che si è recentemente abbattuto sul settore è un vero e proprio sciame sismico che potrebbe portare ad uno scenario completamente nuovo e diverso del credito nazionale. Economia 29 Gennaio 2025 MPS- Mediobanca: cosa attendersi dal nuovo risiko bancario? In cerca del terzo polo, il settore bancario guarda continuamente verso possibili fusioni, anche a livello internazionale e nuovi assetti… 29 Gennaio 2025 mediobanca generali montepaschi francesco megna Guarda ora La prima scossa è arrivata (quasi) inaspettatamente su Commerzbank, uno dei big del credito in Germania con il blitz di Unicredit la cui scalata è arrivata al 28% circa di Commerzbank e a cui i vertici (e non solo quelli dell’istituto ma anche quelli del governo teutonico) hanno opposto strenua resistenza anche in vista del delicato m

Feb 10, 2025 - 20:32
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Risiko bancario made in Italy: a che punto siamo?

Il mercato finanziario tricolore è notoriamente bancocentrico come nota è anche la propensione generazionale del popolo italiano al risparmio. Un risparmio che, però, nel tempo, ha assunto connotazioni differenti: dall’ottimismo del boom economico che portava i lavoratori a creare un capitale da investire per le generazioni future, al pessimismo odierno di chi cerca di mettere qualcosa da parte per riuscire a restare a galla durante i tanti periodi di difficoltà e incertezze economiche.

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Un quadro che, a prescindere dalle analisi sociologiche, ha permesso al sistema bancario nazionale di svilupparsi in una serie di variegate realtà le quali, complice anche la volontà dell’Unione Europea, si trova a dover riorganizzare la propria esistenza. Da qui la necessità, non sempre dettata da volontà reciproca, di ricorrere alle fusioni e al sistema delle Offerte Pubbliche di Acquisto (Opa) e delle Offerte Pubbliche di Sottoscrizione (Ops). Quello che si è recentemente abbattuto sul settore è un vero e proprio sciame sismico che potrebbe portare ad uno scenario completamente nuovo e diverso del credito nazionale.

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La prima scossa è arrivata (quasi) inaspettatamente su Commerzbank, uno dei big del credito in Germania con il blitz di Unicredit la cui scalata è arrivata al 28% circa di Commerzbank e a cui i vertici (e non solo quelli dell’istituto ma anche quelli del governo teutonico) hanno opposto strenua resistenza anche in vista del delicato momento che l’esecutivo tedesco sta attraversando. Nell’attesa, però, Orcel non si p lasciato sfuggire un’ulteriore occasione e cioè l’Ops da oltre 10 miliardi di euro per Banco Bpm.

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In questo caso la strategia non guarderebbe solo al territorio internazionale ma anche al rafforzamento all’interno dei confini. Mala decisione avrebbe ricadute a cascata dal moemnto che nel risiko bancario Banco Bpm si era mossa verso il Banco Montepaschi di cui aveva acquistato il 5%, tranche ceduta dal Mef. Ma la fetta della banca milanese potrebbe arrivare ad essere anche più ampia, il 9% se si considera il pacchetto in mano ad Anima Holding, su cui pende un’Opa (da 1,6 miliardi) lanciata dalla banca guidata da Giuseppe Castagna. In quest’ultimo progetto di trovavano a fianco di Bpm anche la Delfin della famiglia Del Vecchio e la galassia Caltagirone. Impossibile, in questo caso, non ricordare la loro presenza sia in Mediobanca sia in Generali.

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Ma a sua volta Mps, reduce dalle travagliate vicende che l’avevano vista protagonista (a volte in negativo) negli scorsi anni, ha deciso di muoversi con una mossa a sorpresa e di guardare anche lei al salotto buono della finanza italiana lanciando un’Ops su Mediobanca, a sua volta primo azionista di Generali. Nemmeno quest’ultima è però esente da timori. Infatti Generali, che potrebbe dar vita ad una join venture con i francesi di Natixis, ha in pancia 176 miliardi di obbligazioni governative, risparmi (anche) delle famiglie italiane, soprattutto considerando il successo che hanno recentemente registrato le varie emissioni di Btp per i piccoli risparmiatori.

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