Riserve d’oro, la classifica dei Paesi più ricchi al mondo: Italia sul podio
Le riserve auree sono tornate al centro dell'attenzione dopo l'impennata del prezzo del metallo e le voci sulle intenzioni della Germania di far rientrare le proprie in patria

L’aumento di valore dell’oro verificatosi a marzo ha posto nuovamente attenzione sulle riserve auree delle banche centrali di diversi Paesi. Un tempo legati direttamente al valore della moneta, oggi questi asset risultano strategici per molti Stati. Permettono infatti di affrontare sfide internazionali di ampia portata con maggiore serenità.
Anche se spesso si pensa alle riserve nelle camere di sicurezza della banca centrale di ogni Paese, per ragioni strategiche si trovano spesso anche in altri Paesi. Molte sono negli Usa, anche se, nel caso di quelle tedesche, tra le più grandi al mondo, potrebbero restarci ancora per poco.
La classifica delle riserve auree mondiali
Le riserve di oro garantiscono a uno Stato di avere un’assicurazione contro l’instabilità. In caso l’economia o la situazione internazionale dovesse improvvisamente peggiorare, il Governo può decidere di vendere le riserve auree e ottenere liquidità, in qualsiasi valuta, per interventi di emergenza. La classifica degli Stati con più oro in lingotti al mondo recita:
- Stati Uniti, 8.133,46 tonnellate;
- Germania, 3.351,53 tonnellate;
- Italia, 2.451,84 tonnellate;
- Francia, 2.437,00 tonnellate;
- Cina, 2.279,56 tonnellate;
- Svizzera, 1.039,94 tonnellate;
- India, 876,18 tonnellate;
- Giappone, 845,97 tonnellate;
- Paesi Bassi, 612,45 tonnellate;
- Polonia, 448,23 tonnellate.
Negli ultimi anni la Cina in particolare sta aumentando le proprie riserve auree. Questo sia per riflettere la crescita della sua importanza a livello internazionale, sia per difendersi da eventuali periodi instabili, ai quali l’economia del Paese, dipendente dalle esportazioni, è particolarmente esposta.
Traiettoria simile ha seguito la Russia, che sta cercando di contrastare gli effetti delle sanzioni internazionali sul rublo acquistando oro, anche dai propri cittadini, al fine di garantirsi una riserva di sicurezza maggiore che in passato.
Quanto ha guadagnato l’Italia con il prezzo dell’oro
L’Italia è uno dei Paesi al mondo con le maggiori riserve auree, soprattutto in relazione al proprio prodotto interno lordo. Le scorte di lingotti della Banca d’Italia valgono, al prezzo attuale di 88 euro al grammo, circa 215 miliardi di euro, poco meno del 10% del Pil annuale del Paese.
Poco meno della metà di queste scorte, circa 1.100 tonnellate, si trovano presso la sede della Banca d’Italia a Roma. Il resto è sparso nelle camere di sicurezza di altre banche centrali. Nel corso del 2024 l’oro ha visto aumentare il proprio prezzo di circa il 24%. In queste situazioni le banche centrali vedono crescere il valore delle proprie scorte senza dover attuare alcuna operazione.
La Germania rivuole il suo oro?
Molti Paesi scelgono di tenere parte delle proprie riserve auree negli Usa. Oltre a essere custodite in un Paese di solito molto stabile, questo assicura anche una rapida solvibilità in dollari, la principale valuta internazionale in caso di necessità. Una tendenza confermata dalla Germania, che ha almeno 113 miliardi di euro in lingotti presso le camere di sicurezza di New York.
Alcuni membri della Cdu, il partito di centrodestra che ha vinto le ultime elezioni e governerà la Germania, hanno proposto però di spostare dagli Usa le riserve tedesche. La preoccupazione principale è data dal comportamento del presidente Donald Trump, che ha imposto dazi a quasi tutti i Paesi del mondo, creando il caos sui mercati finanziari e nelle relazioni internazionali.