Ringraziare i fidanzati che non uccidono, il (problematico) trend che spopola sui social
Oltre a raccontare la problematicità di considerare un’eccezione qualcosa di normale – ovvero non uccidere – il trend denuncia la scarsa qualità delle relazioni oggi. The post Ringraziare i fidanzati che non uccidono, il (problematico) trend che spopola sui social appeared first on The Wom.


«In un mondo di uomini che tolgono la vita alle donne, ringrazio Dio per aver trovato un uomo che di vite me ne ha ridate mille» scrivono diverse ragazze sui social postando foto e video con i loro fidanzati. Se il timore di venire ammazzate è così vivido da far sembrare lecito o normale diffondere un trend per ringraziare il proprio partner di non essere un femminicida, abbiamo (più) di un problema: la violenza è percepita come la norma. Una relazione sana l’eccezione.
Ringraziare per non essere state ammazzate, cosa racconta il trend TikTok
La sensazione di sentirsi fortunate o miracolate nell’avere un partner non violento è molto più di un trend. Se il fenomeno social non fa altro che “idolatrare” il minimo sindacale, correndo il rischio di far passare come eccezionale qualcosa che dev’essere normale, d’altro canto – se pur in modalità fuorviante e poco centrata rispetto al problema della violenza – esplicita quello che le ragazze vivono ogni giorno: una relazione sana è vissuta come un’eccezione, una fortuna, qualcosa da celebrare.
In una società concretamente partitaria, decostruita rispetto ai ruoli di genere e educata all’affettività, un trend simile non avrebbe avuto modo di esistere. Invece esplode e celebra quello che, in relazione agli uomini, viene ancora celebrato come qualcosa di eccezionale: la basilare decenza, il rispetto umano, la reciprocità.
Il meccanismo alla base del trend ricorda la stessa fallace dinamica per cui un uomo che si occupa delle faccende domestiche rende automaticamente la sua compagna “fortunata”. O l’erroneo ragionamento per cui i padri che fanno i padri – e che invece sono “mammi” – siano meritevoli di lodi e complimenti: in sostanza da loro non ci si aspetta lo svolgimento del lavoro di cura per cui, quando lo fanno, sono da idolatrare.
La responsabilità non è mai della vittima
Su TikTok, in risposta al trend, sono arrivati video di risposta che ne hanno sottolineato la problematicità: non è responsabilità della vittima non aver “scelto” l’uomo giusto.
Il problema della violenza maschile è, appunto, degli uomini. I video che idolatrano i propri partner, invece, mettono ancora una volta il focus sui “presunti” diversi, innalzandoli a esempi virtuosi per il semplice fatto che non uccidano
Il rischio è di trasporre e consolidare il famoso “not all men” – “non tutti gli uomini” – a cui gli uomini ben spesso ricorrono per sottrarre la propria responsabilità di genere rispetto ai femminicidi. Non basta “non essere così” (un femminicida) per contrastare la violenza maschile contro le donne: serve ammettere le responsabilità che hanno a che fare con il potere. Qualcosa che il trend TikTok non fa e, anzi, inverte: il merito dei ragazzi è quello di essere semplicemente decenti.
Ma come stanno le ragazze?
Le problematicità del trend, che mettono ancora una volta gli uomini al centro, a una seconda lettura svelano un altro aspetto: se le ragazze celebrano quello che dovrebbe essere il minimo sindacale, il livello qualitativo delle relazioni che vivono è basso. Molto basso.
L’allarme lo aveva già lanciato Save The Children con il report “Le Ragazze Stanno Bene?” su un campione rappresentativo di 800 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Dai dati emerge che il 20% del totale dei giovani intervistati, ad esempio, ritiene accettabile chiedere alla persona partner di geolocalizzare i propri spostamenti e il 17% afferma che, in una relazione di coppia, uno schiaffo possa capitare.
Anche sul tema del consenso, la consapevolezza sembra essere mancante e lacunosa: il 48% degli intervistati ritiene che, quando si è in coppia, sia difficile dire di no a un rapporto sessuale richiesto dal partner. Per il 36% è scontato che il partner sia sempre d’accordo nell’avere rapporti sessuali. Indagando ulteriormente il dato tra i maschi, si arriva al 42%.
Quello che sorprende ancora di più è la normalizzazione di tali comportamenti controllanti. Il 52% di coloro che hanno o hanno avuto una relazione dichiara di aver subìto una qualche forma di controllo da parte del partner
Se da un lato la consapevolezza delle giovani donne cresce a livello pubblico – lo dimostrano le sempre più numerose e sentite manifestazioni dell’8 marzo o del 25 novembre, ad esempio – nel contesto intimo e amoroso sembra persistere una grande fatica nel riconoscimento e nel distaccamento rispetto a un modello di mascolinità tossica:
ma la colpa non pùò essere ancora una volta delle ragazze
La responsabilità mancata non è la loro, ma di quegli uomini che continuano a non voler cambiare. A non chiedere scusa. A non sperimentare la libertà rispetto ai ruoli di genere. A esercitare il loro potere a discapito, ancora una volta, delle ragazze. Celebrarli non servirà a cambiarli.
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