Revenge of the Savage Planet, il seguito di un’avventura spaziale fuori dalle righe

La spietata Alta Interglobal ha acquisito la bollita Kindred Aerospace e il vecchio Ceo Martin Tweed si rivelerà un alleato inaspettato

Mag 9, 2025 - 10:29
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Revenge of the Savage Planet, il seguito di un’avventura spaziale fuori dalle righe

Il mondo ancora doveva affrontare lo choc della pandemia e dei lockdown. Era il gennaio 2020 quando su StartupItalia abbiamo pubblicato la recensione di Journey to the Savage Planet, videogioco di Typhoon Studios che ci propone un’avventura in prima persona in un mondo lontano lontano. Impersoniamo un astronauta ingaggiato da una compagnia aerospaziale non proprio leader di settore. Per chi ha seguito la vicenda la software house, nel 2021 è stata chiusa da Google e Raccoon Logic ne ha voluto valorizzare l’IP proponendo un seguito altrettanto esilarante, lo diciamo fin da subito. Lo abbiamo testato sulla next gen di Xbox, ma si trova anche su Steam e PlayStation.

Revenge of the Savage Planet, la recensione

Revenge of the Savage Planet è un titolo in terza persona nel quale impersoniamo di nuovo un astronauta non proprio fortunato. Sì, perché nemmeno è atterrato sul pianeta Stellaris Prime che la sua società – la Alta Interglobal – gli dà il benservito, licenziandolo. Questa azienda ha peraltro inglobato la Kindred Aerospace, conosciuta nel primo episodio.

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Sarà proprio l’ex Ceo della Kindred, Martin Tweed, a darci una mano per rovesciare la montagna di bugie e crimini che Alta sta nascondendo per i propri obiettivi. Questa è una parte della storia, senz’altro esilarante, di Revenge of the Savage Planet. Il videogioco non è però un’avventura narrativa però e, per quanto bizzarra, la trama non si prende tutto lo spazio. Bisogna esplorare, combattere creature aliene, saltare, arrampicarsi e potenziarsi per poter procedere.

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Il level design di Revenge of the Savage Planet è più stratificato rispetto al primo capitolo. Non siamo al cospetto di un open world, che avrebbe reso l’esperienza dispersiva. D’altra parte il back-tracking è obbligatorio e sarà buona cosa stamparsi in faccia determinati incroci e punti della mappa per poter ritornare sui propri passi e sbloccare l’avventura.

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Come sempre conquista quella grafica colorata e vivida, che ritroviamo in tutti e quattro i mondi (con l’assaggio di un quinto). I biomi sono un piacere per gli occhi con flora e fauna varie e stralunate. Grazie alle nostre armi e alla tecnologia il protagonista è in grado di farsi strada in ambienti ostili. In generale la fisica del personaggio è tutt’altro che eroica: i movimenti sono buffi, molto in linea con il tono della storia.

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Divertenti, davvero molto, i combattimenti che avvengono in spazi non ampi, costringendo così il gamer a una certa rapidità nelle azioni e nelle contromisure. Fluido e dinamico, il combat system è solido e appagante. La parte puzzle game è altrettanto piacevole, senza scadere mai nella frustrazione. Insomma Revenge of the Savage Planet è un prodotto che merita di essere considerato, ma a nostro avviso non senza aver prima completato il primo episodio. Insieme, i due titoli si esprimono al meglio.