Record di emissioni di bond sovrani in Europa nel primo quadrimestre
Da inizio 2025 l’Eurozona ha registrato un nuovo record nelle emissioni di obbligazioni governative: da gennaio al 30 aprile sono già stati collocati sul mercato quasi 600 miliardi di euro di titoli con scadenza oltre un anno. Si tratta di oltre il 45% del volume lordo annuo pianificato, un ritmo leggermente più rapido rispetto allo... Leggi tutto

Da inizio 2025 l’Eurozona ha registrato un nuovo record nelle emissioni di obbligazioni governative: da gennaio al 30 aprile sono già stati collocati sul mercato quasi 600 miliardi di euro di titoli con scadenza oltre un anno. Si tratta di oltre il 45% del volume lordo annuo pianificato, un ritmo leggermente più rapido rispetto allo stesso periodo del 2024, quando le emissioni avevano raggiunto i 560 miliardi di euro.
A fornire il quadro è Florian Spaete, senior bond strategist di Generali Investments, che segnala un’attività particolarmente intensa da parte di Grecia, Austria e Irlanda. Anche l’Italia si distingue: “Con il 47% del piano completato, l’Italia supera la media dell’area euro (45,2%) e i livelli degli anni precedenti”, osserva Spaete. In termini assoluti, Roma ha collocato 156 miliardi di euro di titoli fino a fine aprile, contro i 145 dello stesso periodo nel 2024, con un target annuale che supera i 330 miliardi.
Il contesto macroeconomico nazionale ha contribuito alla fiducia degli investitori. “La situazione in Italia si è stabilizzata e la domanda per i titoli di Stato è rimasta elevata, come dimostrato dall’emissione retail da 14,9 miliardi di euro a febbraio”, evidenzia Spaete. Il deterioramento del contesto internazionale, con “politiche economiche e tariffarie irregolari della nuova amministrazione statunitense”, ha inoltre favorito il ritorno dell’interesse straniero verso i bond italiani. Dopo anni di calo, la quota di investitori esteri potrebbe risalire, avendo toccato un minimo del 26% nel 2023 rispetto al 41% del 2010.
Domanda robusta e curva dei rendimenti piatta
Secondo Spaete, “ci aspettiamo che la domanda di obbligazioni resti forte, con un aumento delle emissioni che potrebbe superare il 60% del totale previsto entro la fine del secondo trimestre”. Particolarmente significativo l’apporto di titoli a lunga scadenza (oltre 10 anni), che rappresentano quasi il 40% del totale, sebbene in lieve calo rispetto al 2024 (43%). Irlanda, Portogallo e Belgio si distinguono per la loro preferenza verso le scadenze ultra-lunghe, con quote superiori all’80%, mentre la Germania si concentra sul medio termine.
La Grecia, in particolare, ha compiuto “progressi impressionanti”: ha emesso un nuovo decennale da 4 miliardi di euro e incrementato le obbligazioni con scadenze 2038 e 2054 per altri 3 miliardi. Complessivamente, Atene ha già coperto l’80% del programma annuale. Bene anche Austria e Irlanda.
Emissioni ai massimi storici
Un altro dato record riguarda l’emissione netta, che sfiora già i 300 miliardi di euro a fronte di 300 miliardi in scadenza entro aprile. “È il livello più alto mai registrato nei primi quattro mesi di un anno”, sottolinea Spaete, che aggiunge: “Significa che oltre il 60% dell’emissione netta annuale è già stato collocato”.
Il ruolo della Bce e le nuove stime
A pesare sull’equilibrio del mercato è anche il processo di Quantitative Tightening (QT) avviato dalla Banca Centrale Europea, che nel 2025 porterà a una riduzione del portafoglio titoli per circa 250 miliardi di euro. In totale, sommando anche il QT del PEPP (15 miliardi al mese), verranno ritirati dal mercato circa 410 miliardi entro fine anno.
Tale dinamica spinge Generali Investments a rivedere al rialzo le stime sulle emissioni nette: “Ora prevediamo circa 490 miliardi di euro per il 2025, leggermente superiori ai 470 miliardi del 2024, ma ancora sotto il record del 2023 (520 miliardi)”, afferma Spaete. Le tensioni geopolitiche e le nuove priorità fiscali — in particolare l’aumento della spesa per la difesa — potrebbero aumentare la pressione sulle finanze pubbliche, soprattutto in Germania, dove sono attese emissioni addizionali per alcune decine di miliardi.
Obbligazioni verdi in controtendenza
In controtendenza, invece, il segmento delle obbligazioni verdi. Nei primi mesi dell’anno, la quota è scesa sotto il 3% del totale. “Stimiamo un incremento nei prossimi mesi, ma difficilmente si raggiungeranno i 60 miliardi previsti per il 2025. La nostra nuova stima è di circa 55 miliardi”, ammette Spaete. A fine anno, il volume in circolazione di green bond sovrani dell’UE dovrebbe superare i 330 miliardi di euro, con Germania (80 miliardi) leggermente avanti rispetto alla Francia (77 miliardi).
Infine, osserva Spaete, nonostante l’aumento delle emissioni previsto, “il mercato sembra in grado di assorbire l’offerta senza difficoltà, grazie alla persistente domanda di asset rifugio e al miglioramento dei fondamentali economici dell’area euro”. Tuttavia, avverte, restano rischi specifici: “Il mercato primario continuerà a penalizzare gli sviluppi economici negativi, e la volatilità globale è tutt’altro che sotto controllo”.