Mercati “nella terra di nessuno”, in bilico tra dati discordanti e attese instabili

Viviamo in una nuova "terra di nessuno", ma non si tratta di un luogo fisico. A evocare questa immagine suggestiva è Angelo Meda, responsabile azionario di Banor, che analizza il momento di stallo dei mercati globali

Mag 14, 2025 - 16:42
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Mercati “nella terra di nessuno”, in bilico tra dati discordanti e attese instabili

Viviamo in una nuova “terra di nessuno”, ma non si tratta di un luogo fisico. A evocare questa immagine suggestiva è Angelo Meda, responsabile azionario di Banor, che analizza il momento di stallo dei mercati globali con una metafora potente: «La terra di nessuno tecnicamente è un territorio non occupato e rivendicato da più Stati, lasciato libero per il timore di una guerra in caso di occupazione». Durante la Prima guerra mondiale, ricorda Meda, indicava lo spazio tra due trincee dove nessuno osava muoversi, pena l’attacco immediato. Oggi, quella stessa immagine viene trasposta ai mercati azionari, sospesi in un fragile equilibrio tra ottimismo e timore.

Secondo Meda, l’apparente calma che si respira sui mercati è il risultato di un “copione scritto” per evitare tensioni: «L’annuncio recente di un primo tentativo di accordo sui dazi tra USA e Cina sembra l’ultimo passaggio scritto per creare un periodo di calma artificiale». Nei novanta giorni precedenti, una serie di elementi ha contribuito a questa quiete precaria: riduzioni tariffarie, una Federal Reserve attendista, e trattative diplomatiche che suggeriscono una volontà di tregua più che una reale risoluzione dei conflitti economici globali.

L’indice VIX, misuratore della volatilità, è sceso sotto quota 20, «evento raro negli ultimi due mesi», nota Meda. I mercati hanno reagito recuperando le perdite di aprile: l’S\&P500 è tornato ai livelli di inizio mese, mentre il DAX tedesco ha addirittura toccato nuovi massimi storici. Ma non è tutto oro quel che luccica.

«La difficoltà adesso è navigare tra l’enorme quantità di dati discordanti in uscita», osserva Meda, sottolineando una frattura cruciale tra due tipologie di indicatori: i dati hard, “numericamente misurabili” come gli utili aziendali, l’occupazione o la produzione industriale — attualmente forti — e i dati soft, che riguardano sentiment, aspettative e fiducia — in netto deterioramento. «Focalizzarsi solo su una delle due categorie si è sempre rivelato sbagliato».

L’economia, sottolinea Meda, non è una scienza esatta: «È una scienza sociale, non matematica», e come tale non può essere spiegata con formule rigide. Citando una novella dell’economista e scrittore spagnolo José Luis Sampedro, Meda paragona l’economia a un sistema biologico o sociale: «Un orologio può essere smontato e rimontato, un gatto smontato non rivive, il Madagascar nemmeno si può smontare». Questo implica che le analisi devono adattarsi alla natura complessa e interconnessa dei fenomeni economici.

Guardando ai mercati, l’esperto di Banor invita a tenere conto non solo dei dati, ma delle aspettative e delle dinamiche di domanda e offerta. Un esempio recente è stata la reazione dei mercati all’introduzione dei dazi ad aprile, che aveva scatenato il timore di una recessione. Paura poi rientrata con l’annuncio di una marcia indietro, e conseguente recupero degli indici. Tuttavia, resta il dubbio: «Queste continue marce avanti e indietro hanno causato danni irreversibili nella fiducia di consumatori e aziende?».

Nel breve termine, osserva Meda, le famiglie sembrano reggere: «È più importante che le persone abbiano un lavoro e uno stipendio per poter acquistare e per ora, da questo lato, siamo poco preoccupati». Le imprese, invece, mostrano segnali di prudenza: «Stiamo assistendo a un congelamento delle spese in conto capitale causato dall’incertezza».

La previsione? Una fase di andamento laterale degli indici, con forti divergenze tra settori e movimenti guidati più dal sentiment che da fondamentali concreti. «In questa terra di nessuno», conclude Meda, «conta più la direzione apparente del vento, non dove ci sta veramente spingendo».

Una frase che sintetizza perfettamente l’incertezza del momento: il mercato osserva, attende, reagisce a impulsi spesso contraddittori, e nel frattempo resta sospeso. Come in quella striscia di terra tra due trincee: nessuno si muove, tutti ascoltano il vento.