Rally del Portogallo 1986: l’incidente che cambiò la storia dagli occhi di Alex Fiorio
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Il Rally del Portogallo 1986 è tristemente ricordato come uno dei momenti più bui nella storia del Campionato del Mondo Rally. Teatro di un tragico incidente durante la prima prova speciale, quell’edizione rimarrà per sempre impressa nella memoria collettiva di appassionati, piloti e addetti ai lavori.
Il 6 marzo 1986, durante la prima giornata di gara, la Ford RS200 del pilota portoghese Joaquim Santos uscì di strada mentre affrontava un tratto particolarmente affollato della speciale. Nel tentativo di evitare gli spettatori che invadevano la carreggiata – situazione purtroppo comune all’epoca – la vettura perse aderenza e finì sulla folla. Il bilancio fu drammatico: tre morti e più di trenta feriti.
Il contesto e le reazioni
L’incidente fu la goccia che fece traboccare il vaso. Da tempo si discuteva della pericolosità delle vetture Gruppo B e della mancanza di controllo sulle folle, attirate dalla spettacolarità delle auto e dalla poca consapevolezza del pericolo.
I principali team ufficiali – tra cui Peugeot, Lancia e Audi – decisero di ritirarsi in massa dalla competizione. Piloti del calibro di Markku Alén, Timo Salonen, Henri Toivonen e Walter Röhrl firmarono un comunicato congiunto in cui dichiaravano:
“Non possiamo correre in queste condizioni. È impossibile continuare sapendo che le vite degli spettatori sono a rischio ad ogni curva.”
Questa presa di posizione segnò profondamente il prosieguo della stagione e accelerò il processo che avrebbe portato, pochi mesi dopo, all’abolizione delle vetture Gruppo B dal mondiale rally a partire dal 1987. Paradossalmente la gara prosegui, nell’indignazione totale degli appassionati che non gradirono di certo la decisione di proseguire.
La partecipazione di Alex Fiorio
Alex Fiorio, all’epoca 20enne, era iscritto a quel rally con una Fiat Uno Turbo del team Jolly Club, nella categoria Gruppo A. Nei tweet recentemente pubblicati dallo stesso Fiorio sul suo profilo ufficiale @AlexFiorio, il pilota ha condiviso ricordi e fotografie di quell’edizione, specificando chiaramente:
“Nel 1986 correvo il mio primo Rally del Portogallo. Noi non c’entravamo con l’incidente, avvenne prima del nostro passaggio. Dopo quel fatto tragico, ci fermammo anche noi.”
Video in cui Alex riesce a far emergere tutte le emozioni contrastanti di un’edizione passata alla storia:
— Alex Fiorio (@AlexFiorio) April 1, 2025
— Alex Fiorio (@AlexFiorio) April 2, 2025
Il giovane Fiorio, dunque, non fu coinvolto nell’incidente e neppure testimone diretto, ma fu tra i piloti che decisero di non proseguire la gara in segno di rispetto per le vittime. Al momento dell’annullamento, Fiorio aveva completato la prima speciale in 15 minuti e 57 secondi, in 22ª posizione assoluta.
Il suo gesto, come quello di tanti altri, fu una chiara manifestazione di maturità e responsabilità in un periodo in cui i rally vivevano una fase di eccessi tecnici e gestionali.
Le conseguenze sull’intero movimento
Il Rally del Portogallo 1986 rappresenta un punto di svolta nella storia del WRC. La tragedia contribuì a inasprire il dibattito sulla sicurezza, già acceso da tempo e reso ancora più vivo dopo il drammatico incidente che pochi mesi dopo costò la vita a Henri Toivonen e Sergio Cresto al Tour de Corse.
L’epoca delle vetture Gruppo B, tanto affascinante quanto pericolosa, si concluse alla fine della stagione, lasciando spazio a regolamenti più severi e vetture meno estreme.
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