Quali erano gli psicofarmaci dei nostri antenati?

Come si curavano nevrosi, ansia e depressione quando la psichiatria non era ancora stata inventata? Ecco gli psicofarmaci di cui si faceva uso (e abuso).

Apr 28, 2025 - 08:30
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Quali erano gli psicofarmaci dei nostri antenati?
In passato guerre, conflitti sociali, crisi economiche, hanno spesso agito da fattore scatenante di disturbi mentali su larga scala. E il rimedio "fai da te" è stato spesso il ricorso a droghe naturali, allucinogeni o alcol. Soprattutto dopo che la rivoluzione scientifica portò alla diffusione dei cosiddetti "tranquillanti di massa".. Rivoluzione industriale. L'ansia indotta dai ritmi intensi della Rivoluzione industriale condusse al boom del laudano, uno sciroppo dolce a base di vino e tintura di oppio inventato nel 1541 dal medico e alchimista Paracelso, convertito in sedativo (più a buon mercato del gin) da operai e operaie, ma usato persino per calmare i neonati nell'Inghilterra vittoriana. La preparazione più diffusa si chiamava Godfrey's Cordial, usato come sedativo per lattanti e bambini iperattivi.. Il "vizietto" dell'assenzio. Diffuso nei bistrot, caffè e bar parigini e prediletto da pittori e artisti fu invece l'assenzio. Inventato nel 1792 dal medico francese Pierre Ordinaire, era un distillato di artemisia (Artemisia absinthium, da cui il nome del liquore), finocchio, anice verde e altre erbe curative il cui abuso era associato a cecità, allucinazioni e deterioramento mentale.. Casalinghe disperate. Il terzo caso di "tranquillante di massa", nell'America degli Anni '50, fu quello dell'ansiolitico Miltown, a base di Meprobamato, commercializzato dai Wallace Laboratories. Le pubblicità erano rivolte principalmente alle casalinghe, cui era consigliato "per ansia e turbamenti emotivi": secondo le promesse, avrebbe reso la loro gravidanza "un'esperienza più felice". A causa della sua tossicità nel latte materno e per i suoi effetti collaterali, agli inizi degli Anni '60 fu sostituito dalle benzodiazepine, cioè Librium e Valium.. Questa notizia è stata tratta dall'articolo "Il dolore dell'anima" di Claudia Giammatteo", pubblicato su Focus Storia 222..