Qual era la differenza tra un pirata e un corsaro?
Durante l'età moderna, le navi mercantili erano costantemente minacciate da pirati e corsari. Questi due termini vengono talvolta confusi, ma esisteva una differenza fondamentale tra loro, ovvero la protezione legale di cui godevano. Mentre i pirati erano saccheggiatori che agivano per conto proprio, i corsari erano mercenari autorizzati da un governo che li proteggeva.I pirati agivano totalmente al di fuori della legge e attaccavano indiscriminatamente navi e città costiere, indipendentemente dalla loro nazionalità. Il loro unico obiettivo era il bottino e non rispondevano ad alcuna autorità. Vivevano ai margini della società e, se catturati, rischiavano la pena di morte. Alcuni dei più potenti arrivarono a formare società parallele in luoghi come il Madagascar e l'Isola della Tartaruga, nei Caraibi.I corsari, invece, avevano una patente di corso, un documento ufficiale rilasciato da un re o da un governo che permetteva loro di attaccare le navi delle nazioni nemiche e offriva loro protezione. A differenza dei pirati, i corsari non erano considerati criminali nel loro paese d'origine, ma una sorta di mercenari del mare. Questo offriva loro molta più sicurezza poiché, se volevano abbandonare le loro attività, potevano tornare e vivere una vita normale, anche con onori e ricchezze. Tuttavia, se la patente veniva revocata, venivano considerati pirati.La pratica corsara fu ufficialmente vietata nel 1856, durante il Congresso di Parigi, in cui le principali potenze europee concordarono che solo le marine nazionali potevano compiere attacchi in mare: da allora, qualsiasi attacco di questo tipo sarebbe stato considerato pirateria.

Durante l'età moderna, le navi mercantili erano costantemente minacciate da pirati e corsari. Questi due termini vengono talvolta confusi, ma esisteva una differenza fondamentale tra loro, ovvero la protezione legale di cui godevano. Mentre i pirati erano saccheggiatori che agivano per conto proprio, i corsari erano mercenari autorizzati da un governo che li proteggeva.
I pirati agivano totalmente al di fuori della legge e attaccavano indiscriminatamente navi e città costiere, indipendentemente dalla loro nazionalità. Il loro unico obiettivo era il bottino e non rispondevano ad alcuna autorità. Vivevano ai margini della società e, se catturati, rischiavano la pena di morte. Alcuni dei più potenti arrivarono a formare società parallele in luoghi come il Madagascar e l'Isola della Tartaruga, nei Caraibi.
I corsari, invece, avevano una patente di corso, un documento ufficiale rilasciato da un re o da un governo che permetteva loro di attaccare le navi delle nazioni nemiche e offriva loro protezione. A differenza dei pirati, i corsari non erano considerati criminali nel loro paese d'origine, ma una sorta di mercenari del mare. Questo offriva loro molta più sicurezza poiché, se volevano abbandonare le loro attività, potevano tornare e vivere una vita normale, anche con onori e ricchezze. Tuttavia, se la patente veniva revocata, venivano considerati pirati.
La pratica corsara fu ufficialmente vietata nel 1856, durante il Congresso di Parigi, in cui le principali potenze europee concordarono che solo le marine nazionali potevano compiere attacchi in mare: da allora, qualsiasi attacco di questo tipo sarebbe stato considerato pirateria.