Prezzi alla produzione USA in netto calo, ancora rischio shutdown
Il dato conferma l’andamento sui prezzi evidenziato ieri dal calo dell’inflazione negli Stati Uniti, mentre la politica statunitense ancora non ha evitato il blocco delle attività del Governo.

Future sugli indici azionari di Wall Street in calo quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni ufficiali, con l’attenzione degli investitori rivolta agli sviluppi della legge necessaria per finanziarie le attività del Governo USA, aggiungendo ulteriore incertezza a quella dei timori di un rallentamento economico dovuto ai dazi di Donald Trump.
Dal fronte macro oggi erano attesi i dati sui prezzi alla produzione del mese di febbraio, risultati in netta diminuzione sia su base mensile, a 0% dallo 0,6% precedente e sotto le previsioni (+0,3%), sia annualmente a +3,2% dal precedente 3,7% (attese +3,4%), confermando così il processo disinflazionistico evidenziato dai dati dell’IPC comunicato ieri.
In agenda anche i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione per la settimana terminata l’8 marzo, risultate (220 mila) in linea con il dato (221 mila) dei sette giorni precedenti e leggermente inferiori alle previsioni (226 mila).
A Wall Street, intanto, i contratti sul Nasdaq cedono lo 0,40%, seguiti dal ribasso di quelli sullo S&P500 (-0,30%) e di quelli sul Dow Jones (-0,20%).
Il dollaro recupera leggermente nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD scende sotto quota 1,09 toccata ieri, mentre il Bitcoin resta intorno quota 83 mila dollari (-1%).
Quando manca un giorno allo shutdown parziale, la Camera, controllata dai repubblicani, ha già approvato la proposta che terrà il Governo in attività fino al 30 settembre, ma i democratici del Senato hanno chiesto una proroga di un mese della spesa esistente per guadagnare tempo e portare a termine progetti di legge di stanziamento più ampi per l'anno in corso.
"L'alternativa proposta è un piano di finanziamento temporaneo fino all'11 aprile: questo non farebbe altro che rimandare un rischio cruciale per i mercati, il che spiega la reazione negativa dei future", spiegano in una nota gli analisti di Ing research.
Le condizioni più deboli del mercato del lavoro statunitense sullo sfondo dell'incertezza della politica commerciale hanno spinto Barclays ad aumentare da uno a due le sue aspettative sui tagli dei tassi da parte della Federal Reserve per quest’anno. Il broker prevede la prima mossa da un quarto di punto a giugno, seguita dalla seconda nel mese di settembre, mentre le precedenti attese erano di un taglio prima dell’estate.
"Il mercato del lavoro più debole ci spinge ad aggiungere un altro taglio dei tassi, nonostante l'inflazione più elevata", spiegano da Barclays.
Il primo taglio di giugno "riflette indicazioni di crescita più lenta e aumento della disoccupazione", mentre il secondo di settembre deriva da "un aumento del tasso di disoccupazione e da alcuni segnali di miglioramento nei dati mensili sull'inflazione".
L’istituto centrale guidato da Jerome Powell si riunirà la prossima settimana (17 e 18 marzo) e in molti si attendono tassi ancora fermi.
Intel (+9%): nominato Lip-Bu Tan come CEO, nome considerato “molto forte” dagli analisti di TD Cowen.
Photoshop Adobe (-3%): prevede ricavi per il secondo trimestre compresi tra 5,77 e 5,82 miliardi di dollari, in linea con le stime degli analisti (dati LSEG).
UiPath (-18%): prevede ricavi per l'esercizio finanziario 2025 compresi tra 1,525 e 1,530 miliardi di dollari, inferiori alle stime di 1,579 miliardi (dati LSEG).
Lotus Bakeries (+6%): il produttore ha esteso alla categoria gelati una partnership strategica con l'azienda internazionale di snack Mondelez e i britannici Froneri in base alla quale produrrà, commercializzerà e venderà il gelato Biscoff in diversi Paesi europei a partire dal 2026.
Sunnova Energy (-12%): sta preparando colloqui con alcune banche che potrebbero includere la richiesta di bancarotta, come riportano fonti del Wall Street Journal.
Paccar (-5%): l'Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti ha annunciato ieri che sta iniziando gli sforzi per invertire le regole sulle emissioni dei veicoli dell'amministrazione Biden che costringerebbero le case automobilistiche a costruire un numero crescente di veicoli elettrici.
American Eagle Outfitters (-8%): prevede ricavi annuale inferiori alle attese e ha segnalato un rallentamento della domanda di abbigliamento e accessori, nonché margini di profitto deboli a causa dei dazi imposti alla Cina dal presidente Donald Trump.
Microsoft
DA Davidson: da neutral a buy e prezzo obiettivo aumentato da 425 a 450 dollari.
JP Morgan
Morgan Stanley: neutral e targt price ridotto da 278 a 275 dollari.
Micron Technology
Wells Fargo Securities: buy e prezzo obiettivo diminuito da 140 a 130 dollari.
FedEx
Goldman Sachs: buy e target price tagliato da 328 a 315 dollari.
Nike
Goldman Sachs: buy e prezzo obiettivo ridotto da 91 a 90 dollari.
Morgan Stanley: neutral e target price diminuito da 74 a 72 dollari.
Adobe
Morgan Stanley: buy e prezzo obiettivo tagliato da 660 a 600 dollari.
UiPath
Morgan Stanley: neutral e target price diminuito da 16 a 12 dollari.