Portafogli, come gestire i rischi

  Roberto Falzoni, Alessandro Taglietti Il tessuto imprenditoriale italiano si distingue per la sua marcata vocazione internazionale. Le imprese, dai grandi colossi industriali alle aziende a conduzione familiare leader nei rispettivi settori, sono protagoniste sia nell’export che nell’import con clienti e fornitori globali. In questo contesto, il tema delle valute straniere emerge come un elemento... Leggi tutto

Mar 19, 2025 - 07:36
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Portafogli, come gestire i rischi

 

Roberto Falzoni, Alessandro Taglietti

Il tessuto imprenditoriale italiano si distingue per la sua marcata vocazione internazionale. Le imprese, dai grandi colossi industriali alle aziende a conduzione familiare leader nei rispettivi settori, sono protagoniste sia nell’export che nell’import con clienti e fornitori globali. In questo contesto, il tema delle valute straniere emerge come un elemento strategico cruciale. L’attuale scenario macroeconomico caratterizzato da incertezza e differenze significative nei ritmi di crescita e inflazione tra le grandi economie, comporterà forti oscillazioni nei tassi di cambio.

L’esempio svizzero

Un esempio concreto arriva dalla Svizzera, dove le multinazionali esportatrici hanno subito delle forti riduzioni dei profitti a causa dell’apprezzamento del franco svizzero. L’aumento di valore della valuta elvetica ha svalutato le entrate in euro, la principale valuta di pagamento dei clienti, comprimendo i margini di guadagno.

Grafico euro-franco

 

Dollaro e yen nel mirino

Tra le valute con valutazioni più estreme spiccano il dollaro americano, sopravvalutato, e lo yen giapponese, sottovalutato. Il dollaro, trainato dalla resilienza dell’economia statunitense, ha recentemente registrato un trend di forte apprezzamento contro le principali controparti. Tuttavia, questa forza potrebbe trasformarsi in un rischio per chi esporta verso gli Stati Uniti. La moneta statunitense appare attualmente sopravvalutata: una correzione verso livelli più equilibrati sembra sempre più probabile. Inoltre, un dollaro troppo forte penalizza la competitività dell’export americano, un aspetto già criticato dall’amministrazione Trump, il quale si è apertamente dichiarato a favore di una moneta più debole.

Lo yen giapponese, al contrario, si trova in uno stato di significativa sottovalutazione. Questo crea le condizioni per un possibile rimbalzo, potenzialmente di vasta portata. Per le aziende che importano dal Giappone, un partner chiave nel settore industriale e tecnologico, la gestione del rischio legato allo yen diventa essenziale. Un’eventuale rivalutazione della moneta nipponica potrebbe far lievitare i costi di approvvigionamento, con un impatto decisamente non trascurabile sulla redditività.

Grafico euro-dollaro e euro-yen

Le strategie di copertura

Fortunatamente, i mercati finanziari mettono a disposizione diversi strumenti per mitigare i rischi valutari. Una prima possibilità è rappresentata dalle coperture passive, implementate attraverso derivati come forward e opzioni. Questi strumenti consentono di bloccare i tassi di cambio su un orizzonte temporale prestabilito, con la possibilità di rinnovare periodicamente i contratti. Tali soluzioni possono essere personalizzate per trovare il giusto compromesso in base alla tolleranza al rischio dell’azienda: maggiore è il costo, maggiore sarà la possibilità di fissare un tasso specifico; optando invece per un intervallo di fluttuazione, il premio sarà più contenuto nel caso delle opzioni.

Un’alternativa più sofisticata e decisamente efficace si trova nella gestione attiva dei cambi. Strategie di coperture mirate si attiveranno solo nei momenti più appropriati, riducendo così i costi e continuando a beneficiare di tendenze a proprio favore. Sebbene più complesse e chiaramente esposte alla discrezionalità del gestore, queste strategie, se correttamente implementate, permettono di ottimizzare la gestione del rischio valutario. Società specializzate, come il nostro team di Denarius, sono in grado di offrire soluzioni su misura che raggiungono il giusto equilibrio tra approccio attivo e passivo, in base alle caratteristiche del business.