Pompei e le sue donne, una mostra e un restauro di scultura in diretta
AGI - Un uomo e una donna ritratti a dimensioni quasi reali. Probabilmente una coppia, anche se non è possibile stabilirlo con certezza. Davanti alla scultura, una restauratrice in piena attività, con camice bianco, occhialetti dotati di lente d'ingrandimento, faretto e pennelli. È la scena a cui assisteranno i visitatori della mostra 'Essere donna nell'antica Pompei', che si apre oggi nella Palestra Grande del Parco archeologico. La scultura è frutto di un recente scavo effettuato nell'area di Porta Sarno, dove insiste la necropoli dell'antica Pompei. Il rilievo funebre è stato rinvenuto in una tomba monumentale, riportato alla luce nell'ambito del progetto di ricerca 'Investigating tra Archeology of Death in Pompei', condotto dall'università di Valencia in collaborazione con il Parco archeologico. Considerato il breve tempo trascorso dal ritrovamento e la scelta di inserirlo tra i circa 300 reperti della mostra, si è deciso di procedere alle operazioni di restauro 'in diretta', davanti ai visitatori. "La donna viene rappresentata probabilmente come una sacerdotessa - spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - aveva un ruolo importante nella società, forse più importante dell'uomo che le è accanto. Si tratta di una scoperta molto recente, che ha creato anche delle difficoltà anche nel recupero, in una zona fuori dal Parco archeologico. Abbiamo quindi deciso di restaurare la scultura 'in vetrina', durante la mostra, per far ammirare anche il lavoro dietro le quinte e raccontare anche questo aspetto importante della cura e della conservazione del patrimonio". La mostra 'Essere donna nell'antica Pompei' Un uomo e una donna ritratti a dimensioni quasi reali. Probabilmente una coppia, anche se non è possibile stabilirlo con certezza. Davanti alla scultura, una restauratrice in piena attività, con camice bianco, occhialetti dotati di lente d'ingrandimento, faretto e pennelli. È la scena a cui assisteranno i visitatori della mostra 'Essere donna nell'antica Pompei', che si apre oggi nella Palestra Grande del Parco archeologico. La scultura di Porta Sarno La scultura è frutto di un recente scavo effettuato nell'area di Porta Sarno, dove insiste la necropoli dell'antica Pompei. Il rilievo funebre è stato rinvenuto in una tomba monumentale, riportato alla luce nell'ambito del progetto di ricerca 'Investigating tra Archeology of Death in Pompei', condotto dall'università di Valencia in collaborazione con il Parco archeologico. Considerato il breve tempo trascorso dal ritrovamento e la scelta di inserirlo tra i circa 300 reperti della mostra, si è deciso di procedere alle operazioni di restauro 'in diretta', davanti ai visitatori. Il ruolo della donna nella società antica "La donna viene rappresentata probabilmente come una sacerdotessa - spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - aveva un ruolo importante nella società, forse più importante dell'uomo che le è accanto. Si tratta di una scoperta molto recente, che ha creato anche delle difficoltà anche nel recupero, in una zona fuori dal Parco archeologico. Abbiamo quindi deciso di restaurare la scultura 'in vetrina', durante la mostra, per far ammirare anche il lavoro dietro le quinte e raccontare anche questo aspetto importante della cura e della conservazione del patrimonio".

AGI - Un uomo e una donna ritratti a dimensioni quasi reali. Probabilmente una coppia, anche se non è possibile stabilirlo con certezza. Davanti alla scultura, una restauratrice in piena attività, con camice bianco, occhialetti dotati di lente d'ingrandimento, faretto e pennelli. È la scena a cui assisteranno i visitatori della mostra 'Essere donna nell'antica Pompei', che si apre oggi nella Palestra Grande del Parco archeologico.
La scultura è frutto di un recente scavo effettuato nell'area di Porta Sarno, dove insiste la necropoli dell'antica Pompei. Il rilievo funebre è stato rinvenuto in una tomba monumentale, riportato alla luce nell'ambito del progetto di ricerca 'Investigating tra Archeology of Death in Pompei', condotto dall'università di Valencia in collaborazione con il Parco archeologico.
Considerato il breve tempo trascorso dal ritrovamento e la scelta di inserirlo tra i circa 300 reperti della mostra, si è deciso di procedere alle operazioni di restauro 'in diretta', davanti ai visitatori. "La donna viene rappresentata probabilmente come una sacerdotessa - spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - aveva un ruolo importante nella società, forse più importante dell'uomo che le è accanto. Si tratta di una scoperta molto recente, che ha creato anche delle difficoltà anche nel recupero, in una zona fuori dal Parco archeologico. Abbiamo quindi deciso di restaurare la scultura 'in vetrina', durante la mostra, per far ammirare anche il lavoro dietro le quinte e raccontare anche questo aspetto importante della cura e della conservazione del patrimonio".
La mostra 'Essere donna nell'antica Pompei'
Un uomo e una donna ritratti a dimensioni quasi reali. Probabilmente una coppia, anche se non è possibile stabilirlo con certezza. Davanti alla scultura, una restauratrice in piena attività, con camice bianco, occhialetti dotati di lente d'ingrandimento, faretto e pennelli. È la scena a cui assisteranno i visitatori della mostra 'Essere donna nell'antica Pompei', che si apre oggi nella Palestra Grande del Parco archeologico.
La scultura di Porta Sarno
La scultura è frutto di un recente scavo effettuato nell'area di Porta Sarno, dove insiste la necropoli dell'antica Pompei. Il rilievo funebre è stato rinvenuto in una tomba monumentale, riportato alla luce nell'ambito del progetto di ricerca 'Investigating tra Archeology of Death in Pompei', condotto dall'università di Valencia in collaborazione con il Parco archeologico. Considerato il breve tempo trascorso dal ritrovamento e la scelta di inserirlo tra i circa 300 reperti della mostra, si è deciso di procedere alle operazioni di restauro 'in diretta', davanti ai visitatori.
Il ruolo della donna nella società antica
"La donna viene rappresentata probabilmente come una sacerdotessa - spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - aveva un ruolo importante nella società, forse più importante dell'uomo che le è accanto. Si tratta di una scoperta molto recente, che ha creato anche delle difficoltà anche nel recupero, in una zona fuori dal Parco archeologico. Abbiamo quindi deciso di restaurare la scultura 'in vetrina', durante la mostra, per far ammirare anche il lavoro dietro le quinte e raccontare anche questo aspetto importante della cura e della conservazione del patrimonio".