Pil: nel 2025 la crescita è ferma a +0,5% | Il rapporto

L’Italia quest’anno entra in condizioni di debolezza, con una crescita del PIL confermata a +0,5%. Sono alcune delle principali evidenze sulle prospettive dell’economia italiana per il triennio 2025-2027 contenute nel Rapporto annuale elaborato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia. Le ragioni di questa stagnazione sono da ricercare nel venir meno degli effetti espansivi […] L'articolo Pil: nel 2025 la crescita è ferma a +0,5% | Il rapporto proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Feb 21, 2025 - 10:16
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Pil: nel 2025 la crescita è ferma a +0,5% | Il rapporto

L’Italia quest’anno entra in condizioni di debolezza, con una crescita del PIL confermata a +0,5%.

Sono alcune delle principali evidenze sulle prospettive dell’economia italiana per il triennio 2025-2027 contenute nel Rapporto annuale elaborato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia.

Le ragioni di questa stagnazione sono da ricercare nel venir meno degli effetti espansivi del Superbonus 110% (già in contrazione nel 2024), che determina un rimbalzo negativo degli investimenti in costruzioni.
Si aggiungono la persistente debolezza dell’economia tedesca e il rischio di inasprimento della politica commerciale USA.

Inoltre, la crescita relativamente debole dei consumi delle famiglie, che hanno aumentato la propensione al risparmio, contribuisce a rallentare l’economia.

Solo dal prossimo anno è previsto un ritorno a ritmi medi pre-crisi (+0,8% nel 2026, ma ancora +0,5% nel 2027), con un’inflazione che, pur in risalita di qualche decimo per effetto di possibili aumenti dei costi dell’energia, si attesterà su valori in linea con l’obiettivo del 2% della BCE (+1,9% nel 2025, +2,1% nel 2026, +2,0% nel 2027).

Secondo Simone Gamberini, presidente di Legacoop, “le prospettive italiane appaiono modeste, con una crescita del PIL prevista a +0,5% nel 2025 e un recupero solo parziale nei successivi anni, trainato da un’inflazione stabile e da un lento aumento dei salari, ma frenato da investimenti deboli e incertezze internazionali.

Il governo convochi le imprese e i sindacati per confrontarsi sull’emergenza economica in atto e per definire un patto per il lavoro e lo sviluppo.

Crescita quasi a zero, costi dell’energia, investimenti stagnanti, salari quasi fermi, produzione industriale in calo, guerra commerciale in arrivo, richiedono l’individuazione di strategie e politiche condivise per la crescita dell’economia italiana”.

Per questo motivo, “è urgente adottare politiche salariali che favoriscano il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, insieme a politiche attive per riequilibrare il mercato del lavoro”.

Quanto all’inflazione, il Rapporto prevede che si mantenga intorno al 2% nel triennio “in assenza di ulteriori shock e nell’ipotesi che l’eventuale imposizione di dazi non eserciti impatti rilevanti sui prezzi alle importazioni”.

Sul fronte dei consumi, è previsto un aumento complessivo dello 0,8% nel 2025, che sale verso l’1% nel 2026 e 2027, con una crescita più marcata per i consumi di servizi.
La propensione al risparmio è comunque destinata a restare superiore ai livelli pre-crisi.

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