Perché Witkoff merita il Tapiro di Striscia la notizia
Al posto di Antonio Ricci, invierei Valerio Staffelli a Riad per presidiare l'albergo in cui si svolgono i negoziati tra Usa e Ucraina e consegnare un tapiro a Steve Witkoff. Ecco perché. Il corsivo di Giuliano Cazzola

Al posto di Antonio Ricci, invierei Valerio Staffelli a Riad per presidiare l’albergo in cui si svolgono i negoziati tra Usa e Ucraina e consegnare un tapiro a Steve Witkoff. Ecco perché. Il corsivo di Giuliano Cazzola
Che io sappia non esiste un premio Nobel per gli imbecilli. La cerimonia che gli assomiglia di più è la consegna del tapiro di Striscia la notizia. Certo, non l’effettua un componente della casa reale svedese; bisogna accontentarsi di Valerio Staffelli che, comunque, di imbecilli ne ha incontrati tanti da essere diventato uno dei maggiori esperti mondiali. Ecco perché è limitativo usare le sue performance soltanto a livello nazionale, quando le sue gag potrebbero fare il giro di un mondo popolato di imbecilli a cui consegnare il riconoscimento del tapiro.
Al posto di Antonio Ricci, invierei Valerio Staffelli a Riad col compito di presidiare il lussuoso albergo in cui si svolgono i negoziati paralleli tra Usa e Ucraina, poi tra Usa e Russia e di avvicinare all’uscita l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, per insignirlo dell’ordine del tapiro. Certo, Staffelli dovrà dribblare gli agenti della scorta, ma potrà avvalersi dell’esperienza compiuta con parcheggiatori abusivi di Napoli che non sono da meno quanto a capacità di reazione alla presenza di telecamere.
Sono patetiche le dichiarazioni rilasciate in vista del round di negoziati dall’inviato di Trump Steve Witkoff. In un’intervista con l’ex anchor di Fox News Tucker Carlson, l’inviato di Trump ha rilasciato delle dichiarazioni patetiche sul round di negoziati in corso. Secondo Witkoff lo zar del Cremlino “è molto intelligente” e “non è cattivo”. Anzi, quando Trump è stato ferito, Putin ha pregato per la salute del suo orecchio ed ha persino commissionato un ritratto di Trump per regalarglielo; così, quando gli è stato riferito, il presidente americano “è rimasto chiaramente toccato” da quel gesto.
Dobbiamo aspettarci, magari da J.D. Vance, che anche Hitler non era cattivo, dal momento che il fuhrer non beveva alcolici, non fumava, era vegetariano e non fornicava. Inoltre, era un uomo di pace che pretendeva solo ciò che, a suo avviso, apparteneva alla Germania. Come la Russia con l’Ucraina. Infatti, come ha aggiunto l’inviato speciale: “in Russia c’è la convinzione che l’Ucraina sia un falso Paese, che queste regioni siano state messe insieme come una specie di mosaico, e a mio parere questa è la radice della guerra, la Russia le ritiene proprie dalla Seconda guerra mondiale in poi ma nessuno ne vuole parlare”.
Siamo di fronte ad una nuova interpretazione del diritto internazionale, le cui fonti non sono più – secondo Witkoff – la consuetudine e i trattati, ma le pretese delle grandi potenze. L’Ucraina, infatti, è sempre stata una repubblica autonoma (per quanto fosse consentito) anche all’interno dell’Urss. Dopo l’implosione dell’Impero moscovita, il governo ucraino aderì al negoziato per il disarmo nucleare consegnando alcune centinaia di testate atomiche, ricevute in eredità, in cambio della garanzia (tramite il Memorandum di Budapest del 1994) che la sua sovranità sarebbe stata riconosciuta dalle grandi potenze firmatarie (Russia inclusa) all’interno dei confini definiti (che comprendevano anche la Crimea).
Witkoff si è detto sicuro, poi, che la Russia non attaccherà l’Europa e che sono infondate le preoccupazioni circa una possibile avanzata russa nel continente. Certo, l’intera Europa è un boccone troppo grosso da inghiottire militarmente. A Putin basterebbe – entro qualche anno – riportare, a partire dall’Ucraina, allo stato della Bielorussia alcuni paesi confinanti che, appena è stato loro possibile, sono corsi a cercare rifugio in Europa e sotto l’ombrello della Nato. Per estendere ad altri l’influenza del Cremlino è sufficiente accordarsi con Trump per espugnare il fortino dell’Unione degli scrocconi e ricondurre le economie di quei paesi ad un stato di assoluta dipendenza dalle forniture energetiche russe.
Witkoff ha ragione solo su un punto: in Europa non ci sono più statisti dello stampo di Winston Churchill, né opinioni pubbliche disposte a sacrificarsi per continuare ad essere libere.