Perché l’Antitrust in Italia vuole il semaforo verde per i treni della francese Sncf

Tutti i dettagli sull'iniziativa del Garante italiano del mercato dopo la richiesta del gruppo francese Sncf

Mar 21, 2025 - 15:14
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Perché l’Antitrust in Italia vuole il semaforo verde per i treni della francese Sncf

Tutti i dettagli sull’iniziativa del Garante italiano del mercato dopo la richiesta del gruppo francese Sncf

I francesi di Sncf bussano alla porta dell’Italia e il Garante italiana del mercato la spalanca bacchettando il gruppo italiano Fs.

Tutti i dettagli

LA MOSSA DELL’AGCM SU RFI E FERROVIE

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana (gestore unico dell’infrastruttura ferroviaria nazionale in virtù dell’atto di concessione di cui al D.M. 31 ottobre 2000) e della controllante Ferrovie dello Stato Italiane, il cui capitale sociale è interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per accertare un presunto abuso di posizione dominante.

Sempre l’Agcm rende noto che ieri funzionari, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Finanza, hanno svolto accertamenti ispettivi presso le sedi di Rete Ferroviaria Italiana, di Ferrovie dello Stato Italiane e anche presso Trenitalia e Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori, “ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria”.

PERCHE’ L’AGCOM FA LE PULCI A RFI E FS

Secondo l’Autorità, risulterebbe rallentato, e in alcuni casi ostacolato, l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale e, di conseguenza, l’ingresso nel mercato del trasporto passeggeri Alta Velocità da parte del nuovo operatore entrante Sncf Voyages Italia (Svi), controllata dall’omonimo gruppo francese. La strategia escludente ipotizzata dall’Antitrust nel provvedimento di avvio sarebbe stata attuata tramite varie condotte di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. per quanto riguarda l’assegnazione della capacità di infrastruttura.

IL CASO

Con una segnalazione inviata in data 26 giugno 2024, Svi aveva rappresentato di voler ampliare l’offerta del trasporto ferroviario passeggeri sulla rete AV, offrendo un servizio di alta qualità e a prezzi molto competitivi lungo gli assi Torino/Milano/Venezia e Torino/Milano/Roma/Napoli, sui quali sono presenti gli operatori storici Trenitalia e Italo – Ntv. Per lo svolgimento del servizio – che Svi intenderebbe avviare a partire dal 2026 – la società ha pianificato di effettuare 13 corse giornaliere di andata e ritorno, di cui 4 corse a/r sulla linea AV Torino/Venezia e 9 corse a/r sulla linea AV Torino/Napoli, ritenendo che tale offerta rappresenti la “dimensione minima sufficiente” per ammortizzare gli investimenti pianificati e avere un ritorno economico adeguato.

LE CONDOTTE DI RFI

A tal fine, il 28 luglio 2023, Svi aveva chiesto a Rfi – quale gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale a cui è affidato il compito darvi accesso – l’assegnazione di adeguata capacità sulla rete AV presentando una formale richiesta per la stipula di un accordo quadro della durata di 15 anni a decorrere dall’orario di servizio 2025/2026. In merito Sncf Voyages Italia lamenta che Rfi avrebbe assunto “un comportamento ostruzionistico volto a ostacolare l’accesso della segnalante all’infrastruttura ferroviaria. Ciò mediante l’adozione di condotte dilatorie e non trasparenti nell’ambito del processo di assegnazione della capacità quadro richiesta per realizzare il progetto e l’utilizzo di criteri inadeguati a una corretta assegnazione di tale capacità”.

In particolare, da un lato, Rfi avrebbe “indebitamente ritardato tale processo, utilizzando come pretesto la pendenza dei procedimenti condotti dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti nei suoi confronti per aver violato il limite dell’85% previsto dalla regolazione per l’assegnazione della capacità quadro. Nel tempo Rfi aveva, infatti, assegnato capacità oltre tale limite, occupando la rete più del dovuto e pregiudicandone l’utilizzo efficace e ottimale anche da parte di altri operatori. Rfi avrebbe, dunque, pretestuosamente utilizzato la pendenza di tali procedimenti come leva per ritardare il processo di allocazione della capacità richiesta da Svi e non avviare con quest’ultima un reale contraddittorio al riguardo”.

Dall’altro lato – riassumono dall’Autorità, “nell’assegnazione della capacità Rfi avrebbe fatto ricorso a “criteri di priorità” che favorirebbero sistematicamente gli operatori storici già presenti sul mercato AV a scapito dei nuovi entranti come Svi. Secondo Svi, Rfi avrebbe quindi formulato una proposta di accordo quadro insufficiente a un ingresso sostenibile nel mercato dell’Alta Velocità. Pur ritenendo la proposta di RFI del tutto insoddisfacente e inadeguata a realizzare il proprio piano commerciale, il 26 aprile 2024, SVI ha comunque accettato e sottoscritto l’accordo quadro proposto da RFI nei termini sopra richiamati. Il 12 settembre 2024 – Svi ha presentato a Rfi una richiesta di integrazione/aggiornamento dell’accordo quadro precedentemente sottoscritto, chiedendo capacità aggiuntive rispetto a quelle già ottenute, conformemente a quanto previsto nel proprio progetto. Tale richiesta è stata formulata nell’ambito del processo di allocazione della capacità quadro per il 2025/2026. A esito della procedura di coordinamento svolta in relazione al suddetto processo di allocazione, il 14 febbraio 2025, Rfi ha comunicato a Svi la propria proposta definitiva di accordo quadro. Tale proposta, che oltre a non prevedere le integrazioni richieste dalla segnalante, è stata anch’essa ritenuta inadeguata e insufficiente alla sostenibilità commerciale del progetto di business di Svi, anche in ragione della necessità di dover retrocedere alcune delle tracce ottenute in precedenza. Inoltre, la maggior parte delle tracce proposte all’impresa ferroviaria era mono-direzionale, rendendo meno efficiente l’utilizzo del materiale rotabile. Svi ha conseguentemente optato per un’accettazione solo parziale della proposta ricevuta”.

LE CONCLUSIONI DELL’AUTORITA’

Per l’Autorità “Le condotte descritte appaiono integrare una complessiva strategia abusiva posta in essere da Rfi, controllata al 100% dalla holding Fsi, volta a ostacolare l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale e, conseguentemente, l’ingresso nel mercato del trasporto passeggeri AV da parte dell’operatore nuovo entrante Svi, favorendo in tal modo soprattutto la controllata di Fsi, Trenitalia, principale operatore nel mercato del trasporto ferroviario passeggeri su rete AV.” Ci sarebbe insomma la possibilità che Rfi abbia “messo in atto una strategia escludente, volta a mantenere lo status quo, facendola apparire come diretta conseguenza della mera applicazione delle modalità di coordinamento delineate, riuscendo in tal modo a favorire Trenitalia”.

“Il mantenimento di un contesto di mercato sostanzialmente statico, sarebbe – scrivono dall’Agcom – idoneo a consentire alla consociata Trenitalia, anch’essa interamente partecipata da Fsi, di conservare stabilmente la propria posizione di mercato. Nel complesso quindi Rfi – impresa monopolista nella gestione dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, il cui capitale è interamente detenuto da Fsi – avrebbe posto in essere una complessiva strategia abusiva, volta a ostacolare l’accesso di un nuovo operatore a tale infrastruttura, rallentandone/ostacolandone l’ingresso nel mercato del trasporto passeggeri AV.  La natura anticoncorrenziale delle condotte in questione e la loro dissonanza rispetto a una concorrenza sui meriti – avvertono dall’Autorità – deve essere altresì apprezzata alla luce dell’esistenza di un obbligo regolatorio di dare accesso all’infrastruttura ferroviaria temperato, soprattutto per la rete AV, da eccezioni di stretta interpretazione. La possibile infrazione è imputabile anche alla società FSI dal momento che essa detiene il 100% del capitale sociale di Rfi – la quale è altresì “soggetta all’attività di direzione e coordinamento” della capogruppo – e controlla interamente anche Trenitalia, a vantaggio della quale appare essere stata realizzata la strategia abusiva contestata”.

Il termine di chiusura dell’istruttoria è stato fissato al 31 luglio 2026, entro sessanta giorni le parti interessate dall’indagine potranno essere sentite dall’Agcm.

LA POSIZIONE DI FERROVIE

“Le società del Gruppo Fs Italiane hanno pienamente collaborato con l’Agcm per la buona riuscita delle operazioni ispettive e avranno modo di rappresentare la correttezza delle proprie condotte nel corso del procedimento, gia’ in occasione dell’audizione prevista dall’avvio dell’istruttoria che avverra’ nei prossimi 60 giorni” si legge in una nota diffusa da Fs in merito all’avvio dell’istruttoria Antitrust nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana e della controllante Ferrovie dello Stato Italiane per accertare un presunto abuso di posizione dominante.