Perché il piano di Trump sulle criptovalute spaventa la Bce
La Bce è preoccupata che attraverso le criptovalute sostenute dal dollaro, gli Stati Uniti creino un nuovo mezzo di pagamento, dirottando risorse dai depositi nelle banche europee. Estratto dal Mattinale europeo.

La Bce è preoccupata che attraverso le criptovalute sostenute dal dollaro, gli Stati Uniti creino un nuovo mezzo di pagamento, dirottando risorse dai depositi nelle banche europee. Estratto dal Mattinale europeo
Il campanello d’allarme nell’Ue è suonato a gennaio quando, poco dopo la sua inaugurazione, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo sulle criptovalute per garantire la leadership degli Stati Uniti nella tecnologia finanziaria digitale. Tra i progetti del presidente c’è la creazione di una riserva strategica di criptovalute che implica una partecipazione del governo e il sostegno del dollaro. La scorsa settimana Trump ha elencato le criptovalute e i token che entreranno nella riserva, contribuendo a far salire i loro prezzi alle stelle. Venerdì il presidente americano ha riunito alla Casa Bianca un summit dell’élite del settore dedicato alla creazione della riserva strategica di bitcoin, che ha formalizzato in un altro ordine esecutivo giovedì.
I RISCHI DELLE CRIPTOVALUTE
Le criptovalute sono valute digitali, che possono essere emesse da chiunque e utilizzate da qualunque intermediario, senza alcuna autorizzazione. Questo comporta una serie di rischi per i consumatori e gli investitori e non consente un’efficace tutela legale e contrattuale degli utenti. La mancanza di un emettitore sovrano o di attivi a garanzia delle criptovalute espone consumatori e investitori a perdite economiche. Le valute digitali, inoltre, sono spesso usate per attività illegali e riciclaggio di denaro.
LA MOSSA DI TRUMP RAFFORZA I BITCOIN
La decisione di Trump di creare una riserva strategica conferisce credibilità alle criptovalute e ne rafforza il ruolo come potenziale sistema di pagamento alternativo. Gli Stati Uniti possiedono già circa 200 mila bitcoins, per un valore stimato a 17,5 miliardi di dollari, frutto prevalentemente di sequestri. Il Segretario al Tesoro e il Segretario al Commercio avranno la possibilità di proporre l’acquisizione di ulteriori criptovalute, oltre a quelle già incluse nella riserva, sostituendo così gli altri attivi detenuti dal governo federale come le valute tradizionali o i titoli finanziari.
L’IMPATTO SULL’UNIONE EUROPEA
“La nuova amministrazione statunitense ha adottato un atteggiamento molto diverso rispetto alla precedente per quanto riguarda le criptovalute, una posizione molto pro cripto”, ci ha spiegato un alto funzionario dell’Ue in vista della discussione all’Eurogruppo. “Vogliamo evitare che tali iniziative abbiano conseguenze negative sulla nostra sovranità monetaria, sulla nostra autonomia strategica e sulla nostra stabilità finanziaria”, ha aggiunto il funzionario. L’Ue ha già adottato una legislazione entrata in vigore nel 2023: la Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA) contiene norme specifiche per token collegati ad attività, token di moneta elettronica e altre cripto-attività, regola i prestatori di servizi e le piattaforme di negoziazione. L’Ue è “in prima linea nella chiarezza normativa sulle criptovalute, ma dobbiamo monitorare gli sviluppi ed essere certi che ciò che abbiamo in quella regolamentazione sia all’altezza” della sfida posta dalla nuova politica di Trump, ci ha detto il funzionario.
IL PIANO DI TRUMP SULLE CRIPTOVALUTE PREOCCUPA LA BCE
La Banca centrale europea è preoccupata che attraverso le criptovalute sostenute dal dollaro, gli Stati Uniti creino un nuovo mezzo di pagamento, dirottando risorse dai depositi nelle banche europee. La sfida ha una portata molto più ampia dei soli mercati legati alle criptovalute. Nelle sue prime cinque settimane al potere, l’Amministrazione Trump ha dimostrato che “è pronta a usare tutte le fonti di leva finanziaria che ha nei negoziati per fare pressione su altri paesi quando ritiene che sia nell’interesse americano”, dice il funzionario dell’Ue. L’infrastruttura delle criptovalute che sarà messa in piedi dall’Amministrazione potrebbe successivamente essere utilizzata come strumento di pressione politica contro l’Ue. “Bisogna valutare attentamente a quali parti della nostra economia consideriamo prudente permettere di fare affidamento su strutture che sono intrinsecamente americane e controllate dagli Stati Uniti”, spiega il funzionario dell’Ue.
Secondo gran parte dei ministri delle Finanze della zona euro, per “garantire la sovranità e una sorta di sicurezza” servono “soluzioni europee”. La Banca centrale europea spiegherà che i piani americani sulle criptovalute sono “una ragione in più per cui dovremmo andare avanti con il progetto dell’euro digitale e gettare le basi per un adeguato sistema di pagamento europeo”, ci ha spiegato il funzionario dell’Ue. Il progetto di euro digitale finora ha incontrato alcune resistenze da parte di alcuni governi, deputati europei e fette delle opinioni pubbliche. Concludere rapidamente il processo legislativo potrebbe essere decisivo per evitare di offrire a Trump un’ulteriore leva di ricatto contro l’Europa.
LA RELAZIONE CON LA CINA
Tuttavia, non tutti hanno la stessa urgenza di affrontare la minaccia economica e finanziaria rappresentata dai piani dell’Amministrazione Trump. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha escluso di dover operare con gli Stati Uniti una strategia del “de-risking” (riduzione del rischio) come quella lanciata con la Cina. “La relazione che abbiamo con gli Usa è completamente diversa di quella con la Cina”, ha detto la presidente della Commissione. Il risveglio sulla difesa è stato brutale. Quello sul resto della relazione transatlantica rischia di esserlo ancora di più.
(Estratto dal Mattinale europeo)