Perché di colpo Apple rinuncia agli occhiali per la realtà aumentata?
Ben due prototipi di occhiali smart in due anni resteranno nei cassetti del quartier generale di Apple senza mai vedere la luce. Cupertino, alle prese con gli ingenti investimenti chiesti da Trump - e con il tarlo di una competizione cinese sempre più agguerrita - preferisce ora concentrarsi su tutt'altro?

Ben due prototipi di occhiali smart in due anni resteranno nei cassetti del quartier generale di Apple senza mai vedere la luce. Cupertino, alle prese con gli ingenti investimenti chiesti da Trump – e con il tarlo di una competizione cinese sempre più agguerrita – preferisce ora concentrarsi su tutt’altro?
Niente occhiali per la realtà aumentata. Nessun confronto diretto in patria con Meta e in Asia con Samsung (e le varie marche cinesi che si stanno affacciando): Cupertino oltre all’Apple Vision Pro, fallimentare e da dimenticare, sembra aver rinchiuso nel cassetto pure gli occhiali AR, almeno secondo quanto riportato da Mark Gurman di Bloomberg, che quando si parla della Mela morsicata è più di un oracolo.
APPLE DIMENTICA GLI OCCHIALI?
Una decisione senz’altro curiosa, non fosse altro che gli investimenti nel settore sono stati senza dubbio elevati. E che rischia di non salvare nulla della disavventura dell’Apple Vision Pro, con almeno parte del know-how maturato in quel campo che si sarebbe utilmente potuto riverberare sugli occhiali smart.
Una decisione soprattutto in controtendenza rispetto agli altri colossi del settore, che da Google a Samsung passando per Meta, si stanno mobilitando per riempire le vetrine degli ottici, sempre meno artigiani sempre più esperti di tecnologie avanzate.
CHE SUCCEDE A CUPERTINO?
Sono già due gli occhiali smart abbandonati nei cassetti di Apple: il primo dispositivo era stato denominato internamente N421 e sarebbe dovuto essere commercializzato poco dopo il Vision Pro. Non si è mai visto.
Poi è stata la volta dell’ N107, che per funzionare doveva essere – pare – connesso a un iPhone, ma il processore dello smartphone non avrebbe retto il multitasking e per di più la connessione costante avrebbe prosciugato la batteria. Per questo Apple aveva provato la strada di abbinare gli occhiali hi-tech ai Mac per sfruttare la piattaforma di computing spaziale visionOS con immagini proiettate sulle lenti trasparenti, ma anche in questo caso gli entusiasmi si sarebbero spenti piuttosto in fretta.
TRUMP C’ENTRA QUALCOSA?
Tutto questo però mentre gran parte del mondo hi-tech sta traendo le conclusioni opposte. Ecco perché diversi osservatori si interrogano se l’investimento “colossale” che Apple avrebbe promesso negli States a Donald Trump c’entri qualcosa con la necessità di variare, all’ultimo, i propri piani.
Del resto la stessa Meta, dopo aver sbandierato di essere pronta a mettere sul piatto tra i 60 e i 65 miliardi di dollari per potenziare la sua capacità computazionale (annuncio diramato sempre nei frenetici giorni immediatamente successivi all’insediamento di The Donald) pare aver cambiato rotta accantonando il metaverso, buco nero per miliardi di dollari finora senza alcun risultato pratico. Insomma, sono diversi gli analisti pronti a scommettere che The Donald c’entri qualcosa in queste virate dell’ultimo minuto, considerato lo sforzo notevole chiesto alle Big Tech born in the USA.
LE INCOGNITE NON HANNO BISOGNO DI OCCHIALI PER ESSERE VISTE
C’è comunque pure da sottolineare che l’ultimo bollettino aziendale di Apple ha acceso più di una spia sul fronte delle vendite hardware, soprattutto a Est, in Cina, dove ormai le rivali Xiaomi e Huawei le rendono la vita più difficile che mai. Le vendite nel Dragone sono calate a 18,51 miliardi di dollari, rispetto ai 20,82 miliardi dell’anno precedente e al di sotto dei 21,33 miliardi attesi secondo i report di Visible Alpha.
Se a questo si aggiungono le incognite di una possibile guerra commerciale tra Washington e Pechino – i due colossi, al momento, si annusano da distante, senza fare sul serio, ma come evolverà la situazione? – si potrebbe comprendere la decisione di Cupertino di focalizzarsi sui prodotti di punta, riprendere in mano il dossier dell’AI lasciato da parte troppo a lungo ed evitare altri insuccessi del calibro di Apple Vision Pro.