Perché Angelini è attapirata dopo il flop con Recordati
Si intravedeva un matrimonio all'orizzonte che avrebbe dato vita a un polo italiano della farmaceutica da circa 4 miliardi di fatturato e, invece, della fusione tra Recordati e Angelini si sono via via perse le tracce. Ma ecco cosa bolle in pentola secondo quanto detto dal Ceo dell'azienda italiana a Milano Finanza...

Si intravedeva un matrimonio all’orizzonte che avrebbe dato vita a un polo italiano della farmaceutica da circa 4 miliardi di fatturato e, invece, della fusione tra Recordati e Angelini si sono via via perse le tracce. Ma ecco cosa bolle in pentola secondo quanto detto dal Ceo dell’azienda italiana a Milano Finanza…
Da fine novembre sono iniziate a circolare voci su un presunto interesse da parte della multinazionale farmaceutica Recordati e del suo principale azionista CVC Capital Partners circa l’acquisizione di Angelini Pharma.
L’operazione avrebbe creato un gruppo da circa 4 miliardi di ricavi. A metà gennaio però arriva la smentita da parte di entrambi e ora il Ceo di Angelini, Sergio Marullo di Condojanni (nella foto), anticipa a Milano Finanza le prossime mosse.
UN PO’ DI AMARO IN BOCCA PER UN OTTIMO 2024
Il 2024, come ricorda MF, per Angelini si è concluso “con numeri in crescita sia in termini di fatturato, che viaggia verso i 2,3 miliardi, sia di redditività, con un margine operativo lordo di oltre 300 milioni”.
Rimane però un po’ di amaro in bocca per l’occasione sfumata di una fusione con Recordati anche se, scrive il giornale finanziario del gruppo Class editori, il Ceo di Angelini, intervistato dalla testata, “non cita mai esplicitamente il nome di Recordati” ma afferma che l’aggregazione avrebbe “rappresentato un orgoglio nazionale, possibile punto di partenza per continuare a far crescere un’impresa italiana e l’intero Paese”.
MATRIMONIO MISTO?
Ad ogni modo, secondo quanto dichiarato da Marullo di Condojanni, un matrimonio – possibilmente entro l’anno – s’ha da fare e non necessariamente con una realtà italiana. “Ci sono discussioni aperte ma è ancora presto per fare dei nomi – ha detto -. Sfumata l’occasione di un’operazione tutta italiana stiamo guardando ad altri Paesi per creare un gruppo paneuropeo, magari con una presenza negli Stati Uniti che consideriamo un mercato in cui crescere”.
Tra le altre intenzioni poi c’è quella “di crescere ancora non solo nel farmaceutico ma pure nell’automazione e nella robotica, oltre al Venture Capital”.
CONTROLLO E QUOTAZIONE
Di sicuro c’è che Angelini vuole “mantenere il controllo del capitale nel nuovo aggregato, che non necessariamente vuol dire avere il 51% delle azioni”.
Il Ceo però non esclude un possibile quotazione: “Non abbiamo nessuna preclusione. Se per esempio il partner con cui decideremo di unirci dovesse essere quotato andremo in borsa e in quel caso potremmo avere una quota inferiore al 51%, ma in ogni caso non al di sotto del 35%”. Oggi, ricorda MF, il gruppo è controllato al 68% da Thea Paola Angelini e con il 32% ripartito tra Francesco Angelini e Angelini Finanziaria.
DAZI, NON VI TEMO
A proposito di Usa e dazi al settore farmaceutico minacciati dal presidente Trump, Marullo di Condojanni spiega che “è ancora presto per dire quali saranno gli effetti” ma sottolinea che Angelini non ha “grandi esportazioni negli Stati Uniti” perché, tramite la joint venture con Procter&Gamble, i loro prodotti Lines, Pampers e la candeggina Ace vengono distribuiti “in esclusiva in Italia”. Mentre Thermacare, per esempio, viene prodotto direttamente in uno stabilimento oltreoceano.
Inoltre, resta da vedere “quale sarà l’eventuale risposta dell’Europa ai dazi Usa, se dovesse decidere di alzare a sua volta le tariffe”.
OBIETTIVO AUTOMAZIONE E ROBOTICA
MF osserva poi che, nel 2022, Angelini ha rilevato dalla stessa Procter&Gamble il 50% di Fameccanica, arrivando al 100% della società che si occupa di automazione e robotica per l’industria dei beni di consumo. Anche in questo caso gli Stati Uniti sono un mercato importante ma per il Ceo dell’azienda italiana, occupandosi sia di converting sia di automazione e robotica applicata alla movimentazione delle merci nei magazzini “può contare su grandi clienti americani”.
Inoltre, “ci sono grandi potenzialità di efficientamento grazie anche all’intelligenza artificiale e noi italiani abbiamo grandi competenze della meccatronica che possiamo esportare in altri Paesi”.
Con Fameccanica l’obiettivo è “arrivare già quest’anno a 400 milioni” di fatturato.
NESSUN RIMPIANTO
Infine, MF ha chiesto al Ceo se ci fosse del pentimento nell’aver venduto l’anno scorso, “prima che si aprisse la stagione delle offerte pubbliche”, le partecipazioni di Angelini “in asset finanziari cruciali per il Paese, da Mediobanca a Unicredit”.
Ma per Marullo di Condojanni si è trattato di scelte motivate dalle “logiche industriali”: “Abbiamo circa 350 milioni di attivi che vanno investiti con logiche finanziarie. Abbiamo tenuto come investimento stabile solo il 10% di Tamburi Investment Partners, anche quella una finestra utile per osservare i trend e i cambiamenti in atto tra le aziende italiane”, dice il capo azienda “seduto nel suo ufficio nella sede romana degli anni ‘40 del gruppo, interamente riprogettata e inaugurata nel 2019 secondo i nuovi concept dell’architettura con una predominanza di luce, piante e acqua”, annota scrupolosamente la testata diretta da Roberto Sommella.