Banco BPM respinge l’OPS di Unicredit, “non conveniente e corrispettivo non congruo”
Il CdA dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha respinto formalmente l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit. Emergono, in particolare, “elementi di incertezza sul ruolo di Anima” nell’operazione L'articolo Banco BPM respinge l’OPS di Unicredit, “non conveniente e corrispettivo non congruo” proviene da FundsPeople Italia.

Un’offerta che “sottovaluta il valore della nostra banca”. È la conclusione, in merito all'OPS lanciata da Unicredit, espressa da Massimo Tononi presidente di Banco BPM nella call con gli analisti al temine del CdA che si è tenuto nel pomeriggio del 24 aprile. Secondo quanto comunica l’istituto, il Consiglio di amministrazione, “a seguito di un’attenta valutazione” di termini e condizioni dell’offerta di Unicredit presentata lo scorso 2 aprile e alla luce di elementi evidenziati nel comunicato dell’emittente “ha ritenuto l’OPS non conveniente e il corrispettivo non congruo”. In particolare Piazza Meda evidenzia come la valutazione sia insoddisfacente per gli azionisti di Banco BPM e non rifletta il reale valore delle azioni della banca; penalizzi, inoltre, gli azionisti di BPM rispetto a quelli di UniCredit; e la combinazione con UniCredit e il conseguente raggiungimento degli obiettivi strategici dell’operazione siano soggetti a rischi e incertezze. Nell’OPS lanciata lo scorso 25 novembre, il rapporto di concambio è stato fissato da Unicredit a 0,175 azioni di nuova emissione per ogni azione esistente di Banco BPM. In base ai prezzi di mercato di giovedì 24 aprile l’offerta, che avrà il via il 28 aprile e si concluderà il 23 giugno per un valore complessivo di 13 miliardi di euro, ha già uno sconto del 9% rispetto alla quotazione attuale di Banco BPM.
Elementi di incertezza su Anima
Un elemento emerge però come centrale per gli sviluppi in ambito risparmio gestito, ossia il fatto che il CdA di Banco BPM sottolinei come l’offerta di UniCredit comporti elementi di incertezza riguardo al ruolo di Anima Holding dopo l’integrazione.
Occorre ricordare a questo proposito che lo scorso 4 aprile si è chiusa con l'adesione di 221.067.954 azioni, pari al 67,97% del capitale, l'OPA totalitaria lanciata da Banco BPM su Anima Holding a novembre del 2024. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna, già in possesso del 21,97% del capitale della società di gestione del risparmio, è salito così all'89,95% circa della holding.
Nel dettaglio, Banco BPM ritiene che il valore generato dall’acquisizione di Anima possa “diluirsi all’interno di Unicredit ponendo a rischio lo sviluppo futuro della fabbrica prodotto”. Le motivazioni alla base di questa perplessità sono da ricondurre al fatto che “alla data odierna (24 aprile, ndr.) Unicredit ha dichiarato di non avere elaborato un piano strategico e non ha chiarito quali siano i propri piani futuri relativamente ad Anima”; inoltre, come ricordato in più occasioni anche da FundsPeople, l’istituto guidato da Andrea Orcel “ha ceduto nel 2017 le proprie attività di asset management ad Amundi sottoscrivendo al contempo una partnership con il gruppo francese tuttora in vigore” e che, secondo gli accordi resterà in essere fino al 2027 (anche se la stessa Unicredit starebbe valutando opzioni per sostituire l’asset manager quando scadrà la partnership di distribuzione). E proprio il CdA di Banco BPM nella nota sottolinea che “non è chiaro come l’acquisto di Anima si riconcilierebbe con il progetto industriale di Unicredit; infatti, la coesistenza di Anima e della partnership con Amundi all’interno di UCG potrebbe determinare una sovrapposizione in termini di fabbrica prodotto quantomeno in alcune aree, con una conseguente potenziale dispersione di valore, potenzialmente dando corso a dissinergie con gli attuali partner distributivi di Anima”.
Niente modifiche all’OPA
Un altro elemento di discussione è legato al fatto che Unicredit “ha ritenuto opportuno porre come una delle condizioni dell’OPS il fatto che non fossero apportate modifiche all’OPA Anima da parte di BBPM segnalando che la determinazione del Corrispettivo è stata effettuata sulla base dei prezzi precedenti all’annuncio dell’operazione da parte di BBPM”. Questa incertezza non è stata chiarita da Gae Aulenti “neppure a seguito del provvedimento Golden Power”, già notificato alla banca e che prevede una serie di prescrizioni in capo a Unicredit, alcune riassunte da Banco BPM nella nota a conclusione del CdA del 24 aprile: “Per un periodo di almeno 5 anni: (i) non ridurre il peso attuale degli investimenti di Anima Holding S.p.A. in titoli di emittenti italiani; (ii) supportare lo sviluppo della Società”, mentre l’offerente in una nota diffusa il 22 aprile si è limitata a sottolineare che “continuerà a gestire gli asset in gestione dei suoi clienti nel loro migliore interesse” e senza precisare il proprio intendimento strategico su Anima.
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