Patagarri, Primo Maggio e la comunità ebraica: un racconto tra palco e polemica. Ecco cosa è successo…
Al Concerto del Primo Maggio 2025 a Roma, tra i tanti artisti che si sono alternati sul palco di Piazza San Giovanni, ci sono stati anche loro: i Patagarri, tra i protagonisti più discussi dell’evento. L’esibizione dei Patagarri al Primo Maggio 2025 ha infatti immediatamente acceso il dibattito. La band milanese, giovanissima, che molti hanno […] L'articolo Patagarri, Primo Maggio e la comunità ebraica: un racconto tra palco e polemica. Ecco cosa è successo… proviene da All Music Italia.

Al Concerto del Primo Maggio 2025 a Roma, tra i tanti artisti che si sono alternati sul palco di Piazza San Giovanni, ci sono stati anche loro: i Patagarri, tra i protagonisti più discussi dell’evento. L’esibizione dei Patagarri al Primo Maggio 2025 ha infatti immediatamente acceso il dibattito.
La band milanese, giovanissima, che molti hanno conosciuto come finalisti dell’ultima edizione di X Factor, nella squadra di Achille Lauro. Da subito si erano fatti notare per la loro energia grezza, da artisti di strada, e per i testi provocatori che non cercano consenso, ma scuotono.
Patagarri Primo Maggio 2025: un gesto simbolico e divisivo
Durante la loro esibizione, sulle note di Hava Nagila, un brano tradizionale ebraico, hanno intonato lo slogan “Palestina libera”. Un gesto potente, che ha subito acceso gli animi. La Comunità Ebraica di Roma, il giorno dopo, ha parlato di “esibizione ignobile e macabra”.
Il presidente Victor Fadlun ha attaccato duramente: “È una violenza trasformare una canzone simbolo della gioia ebraica in uno strumento per invocare la distruzione di Israele.”
La risposta dei Patagarri su primo maggio e il dibattito politico
Ma i Patagarri non hanno fatto marcia indietro. Hanno spiegato che la scelta di quel brano era voluta, mirata, simbolica. “Per noi, macabro è un mondo in cui migliaia di bambini vengono uccisi, in cui si bombardano ospedali, si sterminano civili. Abbiamo voluto dire che lì, in Medio Oriente, la gioia si è spenta.” Nessuna provocazione gratuita, a detta loro, ma un atto di testimonianza.
Non tutti, però, l’hanno presa bene. Il senatore Maurizio Gasparri ha commentato indignato, parlando di “Concertone trasformato in una passerella per estremismi”. Intanto, in rete, si è scatenato il dibattito: tra chi li accusa di antisemitismo e chi li difende parlando di libertà artistica e coscienza civile.
Da Ghali a Dargen: quando la musica prende posizione
È bene ricordare che i Patagarri non sono i primi ad accendere un riflettore su Gaza dal palco. Ghali lo ha fatto a Sanremo. Dargen D’Amico l’ha fatto più volte, con le sue parole sempre nette e senza ambiguità. E adesso anche il Concertone si ritrova a essere specchio di un’Italia spaccata tra silenzi e urgenza di prendere posizione.
Patagarri, tra arte e rottura
Certo è che, nel panorama musicale italiano, i Patagarri si stanno ritagliando uno spazio scomodo e necessario. Dopo X Factor, in molti li davano per meteora. Invece no: sono tornati con una scelta forte, divisiva, che ha riportato il Concertone al centro di un vero dibattito pubblico.
E forse è proprio questo, nel bene o nel male, il compito dell’arte: disturbare, interrogare, far parlare. Anche quando fa male. Anche quando divide.
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