Partecipazione, la legge targata Cisl che rimette la persona al centro
di Riccardo Colombani * Da tempo ormai la logica di breve periodo e la ricerca dell’efficienza ad ogni costo sono i principi cardine del sistema finanziario. Una sorta di costituzione materiale, che orienta le decisioni dei top manager e dei grandi azionisti, e che poco o nulla ha a che vedere con lo spirito che […] L'articolo Partecipazione, la legge targata Cisl che rimette la persona al centro proviene da Economy Magazine.

di Riccardo Colombani *
Da tempo ormai la logica di breve periodo e la ricerca dell’efficienza ad ogni costo sono i principi cardine del sistema finanziario. Una sorta di costituzione materiale, che orienta le decisioni dei top manager e dei grandi azionisti, e che poco o nulla ha a che vedere con lo spirito che anima la Costituzione repubblicana, lontanissima dal sancire il primato dell’economico sulle altre sfere della vita pubblica, come è invece avvenuto dalla stagione delle privatizzazioni in avanti, dapprima con qualche remora, più che altro formale, e poi (motus in fine velocior, i processi accelerano nella fase finale, secondo l’adagio latino) sempre più rapidamente, man mano che le barriere cadevano e il nuovo dogma si affermava. Ora la legge sulla partecipazione approvata dalle Camere, un successo della mobilitazione targata Cisl, che ha sostenuto con 400mila firme il suo progetto di legge di iniziativa popolare, rappresenta l’occasione di avviare un’inversione di tendenza, di ridare al lavoro la preminenza che i padri costituenti – quelli veri – gli hanno assegnato.
La legge prevede quattro diverse forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, che possono venire impiegate anche in modo combinato: gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva. Tutti i settori e tutte le imprese rientrano nel perimetro di applicazione della normativa, che ha il suo perno nella contrattazione collettiva: saranno gli accordi tra le parti a determinare quale tipo di partecipazione verrà applicato. Nessuna esclusione, quindi, per banche e assicurazioni, come pure alcune illazioni di stampa sembravano suggerire, male interpretando lo stralcio di un emendamento, avvenuto mesi fa in sede di commissione alla Camera, che avrebbe istituito un obbligo aggiuntivo, rispetto alle altre imprese, di consultazione preventiva in banche e imprese erogatrici di servizi pubblici essenziali.
Al contrario, nelle banche, grazie ad una richiesta unitaria dei sindacati, è stata inserita nel contratto nazionale Abi, rinnovato alla fine del 2023, una norma che demanda alla contrattazione aziendale il compito di individuare, nelle forme e nei modi convenuti dalle parti sociali, le modalità di partecipazione da applicare. La ratio, a ben vedere, è la stessa che informa la legge sulla partecipazione appena varata. Di diverso tenore, ma egualmente significativa, la norma convenuta unitariamente dalle organizzazioni sindacali con Federcasse nel contratto nazionale delle Bcc. Peraltro, la partecipazione non può che essere il tratto identitario ed il completamento naturale di imprese bancarie cooperative a mutualità prevalente.
La legge promuove l’adozione negli statuti, nei casi in cui la fattispecie sia disciplinata da accordi collettivi, della partecipazione di rappresentanti dei lavoratori tanto nelle aziende che adottano il sistema dualistico, con ingresso nel consiglio di sorveglianza, che in quelle dove vige il sistema monistico. In quest’ultimo caso ad aprirsi sarebbero le porte dei consigli di amministrazione.
Di fondamentale importanza è che i rappresentanti dei lavoratori verranno individuati in base alle procedure definite dai contratti collettivi e non, come avviene talora in alcune realtà, anche del settore bancario, in base a criteri non condivisi. Una prassi antistorica, priva di qualunque aggancio ideale alla vera partecipazione, che finisce finalmente in soffitta.
Da qualunque angolazione si voglia giudicare questa novità, è certo che si tratta, come ha sottolineato la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, di una pagina storica per il mondo del lavoro e per l’Italia. Dopo 77 anni, l’articolo 46 della Costituzione trova finalmente attuazione e lascia intravedere la prospettiva di un nuovo modello di capitalismo partecipativo che mette la persona al centro.
*Segretario generale First Cisl
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