Papa Francesco in jeep tra la folla in piazza San Pietro. Il messaggio all’Urbi et Orbi: “Nessuna pace possibile senza disarmo”

Vance dal pontefice a Casa Santa Marta per lo scambio di auguri. Bergoglio accolto da un’ovazione di gioia impartisce la solenne benedizione e concede l’indulgenza plenaria

Apr 20, 2025 - 12:29
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Papa Francesco in jeep tra la folla in piazza San Pietro. Il messaggio all’Urbi et Orbi: “Nessuna pace possibile senza disarmo”

Roma, 20 aprile 2025 – Accolto da un boato di gioia, Papa Francesco si è affacciato stamani sulla loggia delle Benedizioni per l'Urbi et Orbi. Ad accoglierlo l’applauso di circa 35mila persone, giunte in piazza San Pietro dalle prime ore di stamani per assistere alla messa di Pasqua, celebrata dal cardinale Angelo Comastri. Poco prima Bergoglio aveva incontrato a casa Santa Marta iI vice presidente Usa JD Vance. Un breve incontro privato, durato alcuni minuti, in cui hanno avuto modo di scambiarsi gli auguri, riferisce la sala stampa vaticana.

L'incontro tra Vance e papa Francesco
A handout picture provided by the Vatican Media shows Pope Francis meets with US Vice President JD Vance, during the meeting in Vatican, 20 April 2025. ANSA/Vatican Media ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK

La benedizione Urbi et Orbi e il giro in Jeep tra la folla

Dovo aver ricevuto Vance, Bergoglio si è recato in san Pietro dove era atteso da migliaia di fedeli per la benedizione Urbi et Orbi. Il pontefice, senza naselli e visibilmente affaticato, si è affacciato dalla loggia e ha salutato la folla. "Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua", ha detto prima di cedere la parola al maestro di cerimonia mons. Diego Ravelli, che ha letto il messaggio pasquale scritto da Bergoglio. Un messaggio denso di richiami alla pace, all’accoglienza e al rispetto degli emarginati e dei migranti. Quindi il pontefice si è concesso un giro tra i fedeli in piazza San Pietro a bordo di una jeep, arrivata fino al tratto iniziale di via della Conciliazione tra gli applausi dei fedeli commossi e festanti. Bergoglio ha fatto fermare la papamobile alcune volte per benedire neonati e bambini malati, mentre  la folla gridava: ''Papa resta con noi''.  

Papa Francesco durante la benedizione Urbi et Orbi
Pope Francis during the Urbi et Orbi blessing following the Easter Mass in Saint Peter's Square, in Vatican City, 20 April 2025. ANSA/ANGELO CARCONI

L’appello all’accoglienza e alla pace

“Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti. In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio! Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest'anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s'irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo". Poi il pensiero del papa va ai molti conflitti che infiammano il mondo e alle popolazioni martoriate, “in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese.

L’appello del papa: cessino tutte le guerre

"Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira a un futuro di pace! Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie 'prolungate' del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo. La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell'adoperarsi per evitare l'acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti. Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d'Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la loro fede". E ancora il pensiero di Bergoglio va alle “comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest'ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l'attenzione e con la preghiera i cristiani dell'amato Medio Oriente" conclude il pontefice.

"Nessuna pace è possibile senza disarmo”

Il messaggio di papa Francesco, che esprime una forte condanna per la corsa al riarmo, si conclude con la considerazione che "nessuna pace è possibile senza un vero disarmo. L'esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana", conclude Papa Francesco nel messaggio letto da mons. Ravasi.

Omelia di Pasqua, Francesco: “La nostra vita dia speranza”

Altrettanto densa l’omelia preparata da Bergoglio per la messa di Pasqua e letta in mattinata dal cardinale Comastri che ha anche presieduto la solenne celebrazione. ''Tutta la nostra vita può essere presenza di speranza – avverte il pontefice – . Vogliamo esserlo per coloro ai quali manca la fede nel Signore, per chi ha smarrito la strada, per quelli che si sono arresi o hanno la schiena curva sotto i pesi della vita; per chi è solo o si è chiuso nel proprio dolore; per tutti i poveri e gli oppressi della Terra; per le donne umiliate e uccise; per i bambini mai nati e per quelli maltrattati; per le vittime della guerra. A ciascuno e a tutti portiamo la speranza della Pasqua! La fede pasquale, che ci apre all'incontro con il Signore Risorto e ci dispone ad accoglierlo nella nostra vita, è tutt'altro che una sistemazione statica o un pacifico accomodarsi in qualche rassicurazione religiosa. Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell'umanità".