Ora legale 2025, i guadagni previsti: quanto ci fa risparmiare

I vantaggi economici e ambientali a fronte degli svantaggi sulla salute del cambio dell'ora, con il relativo dibattito sull'abolizione: tra il 29 e il 30 marzo scatta l'ora legale

Mar 28, 2025 - 08:58
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Ora legale 2025, i guadagni previsti: quanto ci fa risparmiare

Arriva il giorno nell’anno in cui si dormirà un’ora in meno. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo scatta l’ora legale e le lancette si spostano dalle 2 alle 3, così da abbandonare l’ora solare e allungare le giornate sfruttando appieno la luce del sole dei mesi primaverili ed estivi, fino al prossimo cambio ad ottobre.

Come ogni anno la convenzione cade nell’ultima settimana di marzo, in Italia, nel resto d’Europa e in alcuni altri Paesi nel mondo, per risparmiare sul consumo di energia e in termini di impatto sull’ambiente.

L’ora legale

Adottata per la prima volta in Italia nel 1916, per tagliare i costi in epoca di crisi durante la Prima guerra mondiale, l’ora legale è stata abolita e ripristinata in diverse occasioni, anche nel Secondo conflitto mondiale, fino all’introduzione per legge nel 1966.

L’alternanza tra i 5 mesi di ora solare e i 7 mesi di ora legale, anche se pensata in origine in periodi bellici, si dimostra particolarmente utile anche in tempi di instabilità delle quotazioni dell’energia come quelli attuali.

Nel 2018 la Commissione europea aveva presentato una proposta di direttiva per l’abolizione del cambio dell’ora, supportato dai risultati una consultazione pubblica con un numero di risposte record da parte di 4,6 milioni di persone, per l’84% favorevoli allo stop al passaggio di sistema.

Bruxelles aveva anche portato a sostegno del provvedimento gli studi che evidenziano i danni alla salute psico-fisica provocati dalle ricadute sull’alternanza sonno-veglia, affermando inoltre come gli effetti a livello di risparmio energetico siano di scarsa rilevanza.

L’Europarlamento aveva votato a favore dell’abolizione dell’ora legale nel 2021, ma la proposta si era arenata in Consiglio europeo, dove sarebbe necessaria una maggioranza qualificata dei 27 Stati membri.

A febbraio 2025 la Commissione aveva inserito in una bozza del programma di lavoro il ritiro dell’iniziativa, viste le scarse possibilità di un punto d’incontro tra i Paesi mediterranei, che possono sfruttare più luce solare, e quelli del Nord tendenzialmente contrari al cambio dell’ora.

Quanto si risparmia

La proposta della Commissione non è mai andata in porto, ma nonostante l’impatto relativo, la rinuncia di un’ora di sonno porta comunque al taglio del costo della bolletta.

Secondo le rilevazioni di Terna, la controllata del ministero dell’Economia che gestisce la rete di trasmissione nazionale, l’ora legale ha permesso in 20 anni (dal 2004 al 2024) di risparmiare 2,2 miliardi di euro e 11,7 miliardi di kWh di elettricità.

Dalle stime relative allo scorso anno, in particolate, è emerso che i 7 mesi di ora legale hanno corrisposto ad un minore consumo di minor energia elettrica per circa 340 milioni di kWh di elettricità, paragonabile al fabbisogno medio di quasi 130 mila famiglie, per un risparmio totale di circa 75 milioni di euro.

Il taglio del consumo dell’elettricità si è tradotto anche un circa 160mila tonnellate di emissioni di CO2 in meno e conseguenti benefici per l’ambiente.