Omicidio Resinovich, tecnico autopsia: “Frattura della vertebra forse opera mia”
L’uomo, che si è presentato spontaneamente dagli inquirenti, non esclude che alcune manovre da lui stesso eseguite sul cadavere possano aver provocato la lesione. La vertebra non risultava rotta nella tac precedente alla prima autopsia ma il secondo esame, eseguito dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, ha rilevato la frattura. Gli inquirenti precisano che la frattura non è un elemento che possa confermare o confutare la tesi dell'omicidio per soffocamento

Aumentano i dubbi sul caso della morte di Liliana Resinovich, la 63enne triestina trovata senza vita il 5 gennaio 2022. I nuovi interrogativi emergono in seguito alla seconda autopsia effettuata sul corpo della donna, quando l’antropologa forense Cristina Cattaneo ha rinvenuto una frattura vertebrale mai individuata prima. "Potrei aver procurato io quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich": lo ha confessato il preparatore anatomico che l'11 gennaio 2022, nella sala anatomica dell'obitorio di via Costalunga, partecipò al primo esame autoptico sul corpo della vittima. Come scrive il quotidiano Il Piccolo oggi in edicola, lo specialista nei giorni scorsi si è presentato spontaneamente dagli inquirenti e dovrebbe a breve essere ascoltato dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, che dirige le indagini.