Omicidio di Chiara Poggi. Si riparte dai test del Dna. La chiave per riaprire il caso
Accertamenti allargati alla cerchia di amici di Sempio che sarà interrogato . Analisi anche per le gemelle Cappa, un conoscente di Stasi e i soccorritori. .

Analisi solo genetiche e non anche dattiloscopiche, ma estese ad altre persone che frequentavano la casa o che possono aver contaminato la scena. Quindi nessun confronto di impronte digitali, ma comparazioni del Dna allargate non solo all’unico indagato, Andrea Sempio, e al già condannato Alberto Stasi, ma anche all’amico di Stasi, Marco Panzarasa, ai tre amici di Marco Poggi e di Sempio, Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti, alle gemelle Stefania e Paola Cappa cugine della vittima, al medico legale e ai primi soccorritori oltre ai carabinieri intervenuti per primi nella villetta di via Pascoli, tutti ovviamente non indagati, tranne Sempio, che i pm hanno convocato per un interrogatorio martedì in procura a Pavia. Parlando con Quarto Grado, Sempio ha detto, riferendosi al blitz a casa sua a Voghera, di aver temuto "all’inizio" che "gli agenti fossero arrivati per l’arresto, non per la perquisizione".
Sono due le novità emerse ieri dall’udienza davanti al Gip del Tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli, per l’incidente probatorio ottenuto dalla Procura per le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007. La ‘battaglia’, preannunciata dai difensori dell’indagato Andrea Sempio, c’è stata nell’aula a porte chiuse, solo attutita nei toni dalla soddisfazione all’uscita dal Tribunale per l’accoglimento da parte del Gip del ‘paletto’ che di fatto limita le intenzioni della Procura, che lo stesso Gip pareva voler assecondare.
"Accertamenti solo genetici, non dattiloscopici – spiega l’avvocato Angela Taccia, che con il collega Massimo Lovati difende Sempio – è stata la mia prima osservazione, che è stata accolta. Il codice impone che l’oggetto dell’incidente probatorio sia delimitato sin dall’inizio. La Procura aveva chiesto accertamenti genetici e questi si possono fare, non altro". Anche se il Gip, dopo la ricusazione di Emiliano Giardina, allontanato perché si era già espresso sul caso, ha nominato due periti, che hanno giurato ieri: la genetista forense Denise Albani e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, entrambi della polizia scientifica di Milano. "Ho sollevato l’osservazione – dice ancora Taccia – per il fatto che volessero, così sembrava, far entrare nell’incidente probatorio anche un confronto delle impronte. Ma questo, normativamente, non è possibile. Perché la differenza fondamentale tra incidente probatorio e dibattimento è proprio il fatto che l’incidente probatorio è delimitato sin dall’inizio. Il codice prevede un’estensione dell’incidente probatorio solo per eventuali soggetti, ma non per l’oggetto".
E proprio l’estensione ad altri soggetti, nel corso del contraddittorio che ha portato alla formulazione dei 6 quesiti posti ai periti, è stata avanzata e sostanzialmente concordata tra le parti. A proporre l’estensione alle gemelle Cappa sarebbe stata la difesa di Stasi, quella di Panzarasa i legali dei Poggi. "Non vorrei che venisse fraintesa questa estensione – chiarisce l’avvocata Giada Bocellari, che insieme al collega Antonio De Rensis difende Alberto Stasi – non sono altre persone indagate, anzi le comparazioni servono per escludere". Anche se Gian Luigi Tizzoni, che insieme a Francesco Compagna assiste la famiglia Poggi, non esclude eventuali sviluppi diversi: "Abbiamo sollevato una questione procedurale, nel senso che ritenevamo più corretto procedere con accertamenti della Procura, essendo un’attività esplorativa, nel caso emergessero altri indagati". Le operazioni peritali inizieranno il 17 giugno e dureranno 90 giorni, salvo proroghe, con la prossima udienza fissata al 24 ottobre.