Obbligazioni: le prospettive dei rendimenti nel 2025 secondo Axa IM
Il 2025 potrebbe essere un anno interessante per gli investitori in obbligazioni, con potenziali rendimenti in crescita. Secondo Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core, i benefici per molti investitori derivanti da rendimenti obbligazionari più elevati si sono fatti evidenti già dal 2021, e potrebbero continuare a salire nei prossimi anni. “La cedola... Leggi tutto

Il 2025 potrebbe essere un anno interessante per gli investitori in obbligazioni, con potenziali rendimenti in crescita. Secondo Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core, i benefici per molti investitori derivanti da rendimenti obbligazionari più elevati si sono fatti evidenti già dal 2021, e potrebbero continuare a salire nei prossimi anni. “La cedola media ponderata per il mercato degli indici obbligazionari è in crescita dal 2021 e probabilmente continuerà a salire, man mano che le obbligazioni a cedola più bassa emesse prima del 2021 giungeranno a scadenza”, spiega Iggo. Negli ultimi dieci anni, il rendimento composto di un tipico indice investment-grade in dollari è stato di circa il 4%, mentre per l’equivalente europeo si è attestato poco sopra il 2%, con il segmento high yield che ha visto un rendimento vicino al 6,5%.
Con l’aumento delle cedole medie, i rendimenti obbligazionari potrebbero continuare a crescere. Tuttavia, gli investitori devono essere consapevoli della volatilità dei prezzi, che può derivare dalle variazioni delle aspettative sui tassi d’interesse o sugli spread di credito. Iggo suggerisce due strategie per mitigare i rischi: “Gli investitori possono scegliere strategie intrinsecamente meno volatili, come le strategie di credito a breve duration, oppure affidarsi a gestori attivi che puntano a massimizzare il reddito e ridurre la volatilità dei prezzi”. A lungo termine, i rendimenti da reddito potrebbero non tornare ai livelli pre-2008, ma l’incremento dei tassi dal 2021 li rende comunque più interessanti, con una maggiore attenzione a non trascurare i redditi costanti nella costruzione di portafogli bilanciati.
Titoli di Stato europei: valutazioni influenzate dalla liquidità
Un altro aspetto interessante per gli investitori in obbligazioni riguarda i titoli di stato europei, in particolare i Bund tedeschi, che hanno visto ampie oscillazioni nella loro valutazione dal periodo post-COVID-19. Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM per l’Europa, sottolinea che “i Bund sono diventati costosi rispetto alla curva degli swap sui tassi di interesse nei due anni fino a settembre 2022”. A partire da quel momento, si è registrato un deprezzamento di circa 100 punti base, cancellando il “margine naturale” che le obbligazioni prive di rischio dovrebbero avere rispetto a quelle con rischio.
Tentori attribuisce questa fluttuazione a fattori macroeconomici legati alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea (BCE). Il quantitative easing post-pandemia ha aumentato la scarsità percepita dei Bund, spingendo le valutazioni a livelli estremi. Tuttavia, con la riduzione delle operazioni di politica monetaria non convenzionale da parte della BCE a partire dal luglio 2022, “gli spread dei Bund hanno iniziato a invertire la rotta”. Altri titoli di Stato europei sono divenuti più convenienti rispetto agli swap, offrendo agli investitori l’opportunità di esplorare alternative più allettanti.
Asia: una regione in attesa di segnali chiari
Il contesto macroeconomico in Asia sta vivendo sfide crescenti, con fattori di rischio legati alla crescita economica, alle politiche monetarie e alla forza del dollaro statunitense. Ecaterina Bigos, Chief Investment Officer di AXA IM per l’Asia ex-Giappone, evidenzia come la regione stia affrontando difficoltà legate ai dazi commerciali e al percorso dei tassi di interesse della Federal Reserve. “I dazi commerciali, il percorso dei tassi di interesse della Fed e la forza del dollaro statunitense costituiscono i principali fattori di rischio”, afferma Bigos, spiegando che l’agenda politica degli Stati Uniti sui dazi è una vulnerabilità diretta per molti Paesi asiatici.
Nonostante una riduzione dell’inflazione in gran parte delle economie asiatiche nel 2024, la media rimane ancora al di sopra degli obiettivi delle Banche Centrali. “Il basso tasso reale della regione rispetto a un dollaro statunitense più forte e i tassi core più elevati contribuiscono ad aggravare la situazione”, continua Bigos. Le valute asiatiche, in particolare nel quarto trimestre dell’anno passato, si sono deprezzate rispetto al dollaro, a causa del potenziale di minori tagli dei tassi di interesse da parte della Fed.
In un contesto di incertezze economiche, Bigos prevede che le valute asiatiche potrebbero fungere da “valvola di pressione”, adattandosi agli shock economici derivanti dai dazi. Tuttavia, la divergenza tra le economie regionali potrebbe aumentare, a seconda delle politiche interne e degli squilibri fiscali.
In sintesi
Il 2025 si prospetta come un anno di potenziale crescita per i rendimenti obbligazionari, con particolari opportunità nei mercati europei e nelle obbligazioni ad alta rendita. Tuttavia, gli investitori dovranno navigare tra la volatilità dei tassi di interesse e la liquidità, sfruttando strategie mirate e l’expertise di gestori attivi. Nel contesto asiatico, l’incertezza economica richiede un’attenta valutazione dei rischi legati ai dazi e ai tassi di interesse internazionali, con il dollaro che continua a esercitare un’influenza predominante sulle dinamiche delle valute.