Nuovo scandalo corruzione in Ue: arrestati lobbisti Huawei per corruzione nei confronti di europarlamentari. C’è anche un italiano

Una maxi operazione ha portato a perquisizioni in 21 indirizzi nella regione di Bruxelles, nelle Fiandre, in Vallonia e anche in Portogallo L'articolo Nuovo scandalo corruzione in Ue: arrestati lobbisti Huawei per corruzione nei confronti di europarlamentari. C’è anche un italiano proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 13, 2025 - 11:41
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Nuovo scandalo corruzione in Ue: arrestati lobbisti Huawei per corruzione nei confronti di europarlamentari. C’è anche un italiano

Un nuovo scandalo corruzione gela il Parlamento europeo. Mentre il Qatargate riaffiora dopo due anni con la richiesta della Procura belga della revoca dell’immunità per le europarlamentari del Pd, Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini, un centinaio di agenti della polizia giudiziaria federale, come scrivono Le Soir, Knack e Follow The Money, hanno perquisito all’alba di giovedì 21 indirizzi nella regione di Bruxelles, nelle Fiandre, in Vallonia e anche in Portogallo. In manette sono finiti diversi lobbisti che lavorano per il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, sospettati di aver corrotto attuali o ex parlamentari europei per promuovere la politica commerciale dell’azienda nel Vecchio Continente. Gli agenti dell’Ufficio centrale per la repressione della corruzione (OCRC) hanno visitato le abitazioni e gli uffici di diversi lobbisti che hanno lavorato o lavorano ancora per il colosso cinese della tecnologia nell’ambito dell’operazione rinominata “Generazione“. Le accuse, a vari livelli sono di organizzazione criminale, corruzione, falsificazione e uso di documenti falsi e riciclaggio di denaro.

Lo scandalo tocca nuovamente l’Italia perché secondo quanto scrivono i quotidiani che hanno svelato l’inchiesta l’obiettivo principale dell’operazione è Valerio Ottati, 41 anni, direttore degli affari pubblici dell’ufficio Huawei presso l’Unione Europea dal 2019. Ottai, però, è passato a lavorare per il colosso cinese solo dopo aver passato dieci anni a svolgere il ruolo di assistente all’interno del Parlamento europeo, sia per un deputato di Forza Italia (Ppe) sia per uno del Pd (S&D) che non risultano essere indagati. Basta guardare il suo curriculum per capire che, nella sua stagione forzista, i contatti con Pechino sono stati frequenti, come confermano anche fonti di Bruxelles a Ilfattoquotidiano.it. Dal 2009 al 2014, secondo quanto confermato dalle fonti a Ilfattoquotidiano.it, Ottati è stato assistente dell’europarlamentare di Forza Italia Crescenzio Rivellini per il quale si occupava proprio di rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, con mansioni che comprendevano anche il “dialogo sulla cooperazione per l’innovazione UE-Cina, relazioni commerciali UE-Cina, questioni relative all’accesso al mercato e agli investimenti”.

Dal 2014 al 2019, appena prima di entrare in Huawei, Ottati ha poi lavorato come assistente dell’eurodeputato Dem Nicola Caputo. Nel suo curriculum si legge che la sua principale occupazione si era spostata dalle relazioni con la Cina al settore dell’agricoltura, dato che Caputo era membro della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del parlamento europeo. Ma nell’ultimo anno di legislatura, dal 2018 al 2019, è stato anche parte della delegazione per i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, ruolo per il quale avrà potuto godere della pregressa esperienza di Ottati.

“Non era affatto un tecnico. È stato assunto per le sue conoscenze”, dicono a Follow The Money fonti che chiedono di rimanere anonime. “Organizzava molti incontri con i parlamentari europei e poteva invitare le persone agli eventi”, aggiungono. Eventi che, secondo la Procura, sono solo la parte legale delle relazioni intessute dal dipendente Huawei e dai suoi potenziali complici. Nessuna borsa piena di soldi come nel caso Qatargate, però: in questo caso, hanno ricostruito gli inquirenti, la presunta corruzione consisteva in doni di oggetti di valore, tra cui smartphone Huawei, biglietti per partite di calcio (Huawei ha una tribuna privata al Lotto Park, la casa dell’Anderlecht) o trasferimenti di alcune migliaia di euro.

L’attività corruttiva, secondo chi indaga, andrebbe avanti dal 2021, “praticata regolarmente e in modo molto discreto sotto le mentite spoglie di attività di lobbying commerciale e assumendo varie forme, come la remunerazione per posizioni politiche o persino regali eccessivi, come spese di vitto e di viaggio, o persino inviti regolari a partite di calcio”, ha confermato la procura federale, senza menzionare espressamente Huawei. Secondo quanto ricostruito da Le Soir, i trasferimenti di denaro in favore di alcuni eurodeputati sono stati effettuati tramite società portoghesi, motivo per cui le perquisizioni si sono svolte anche nel Paese iberico. In tutto, secondo quanto scrivono i media, sarebbero circa 15 gli attuali o ex eurodeputati che hanno ricevuto una qualche forma di compenso dai lobbisti Huawei. “I benefici finanziari legati alla presunta corruzione sarebbero stati mescolati a flussi finanziari collegati al pagamento delle spese della conferenza e versati a vari intermediari, allo scopo di nasconderne la natura illecita o di consentire agli autori di sfuggire alle conseguenze delle loro azioni. Da questo punto di vista, l’indagine mira anche a rilevare, ove opportuno, elementi di riciclaggio di denaro”, aggiunge la Procura federale.

L’attivismo di Huawei, sempre secondo le indagini, si sarebbe intensificato a partire dal 2019 per contrastare le pressioni ostili di Washington che avevano l’obiettivo di escludere le compagnie di telecomunicazioni cinesi dai mercati sensibili. L’accusa, puntualizzano i media che hanno pubblicato l’inchiesta, rifiuta di confermare qualsiasi coinvolgimento diretto di Huawei nella vicenda.

X: @GianniRosini

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