Nuove minacce di Trump sui dazi: nel mirino ancora Ue e Canada

Aumento dei dazi ad Ue e Canada nel caso di collaborazioni tra i due blocchi per aggirare le tariffe USA e taglio di quelle alla Cina in caso di accordo su TikTok. Sono queste le due direttive principali sulle quali si starebbe muovendo l’amministrazione Trump. Economia 24 Marzo 2025 Trump contro il Venezuela. Chi acquista petrolio paghi dazi con gli Usa del 25% Il presidente ha accusato il Venezuela di aver inviato negli Usa membri della gang Tren de Aragua, definita un’organizzazione terroristica… 24 Marzo 2025 trump venezuela petrolio e gas Guarda ora Dazi a Canada e UE se collaborano Nel primo caso, infatti, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di imporre tariffe “molto più elevate” all’Unione Europea e al Canada nel caso in cui i due fronti si trovassero a stringere accordi per riuscire a bypassare le restrizioni imposte da Washington. “Se l’Unione Europea collabora con il Canada per danneggiare economicamente gli Stati Uniti, verranno imposte tariffe su larga scala, molto più elevate di quelle attualmente pianificate, su entrambi per proteggere il migliore amico che ciascuno di quei due Paesi abbia mai avuto!” a scriverlo è il tycoon sul suo social social media Truth. Immediata la risposta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen secondo cui l’UE “continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i propri interessi economici” aggiungendo che “Le tariffe sono tasse: dannose per le aziende, peggiori per i consumatori, sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea”. Economia 25 Marzo 2025 Dazi, Trump promette tariffe su auto e prodotti farmaceutici nel “prossimo futuro” Delegazione Usa in India per incontri bilaterali 25 Marzo 2025 trump dazi tariffe Guarda ora Le reazioni del Canada Reazioni si sono avute anche dal Canada dove il nuovo primo ministro canadese Mark Carney ha parlato della decisione di Trump descrivndola come “un attacco diretto”. “Difenderemo i nostri lavoratori, difenderemo le nostre aziende, difenderemo il nostro Paese e lo difenderemo insieme”. In realtà, né Canada né Ue hanno rilasciato comunicati ufficiali che avrebbero confermato una possibile strategia di col

Mar 27, 2025 - 13:07
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Nuove minacce di Trump sui dazi: nel mirino ancora Ue e Canada

Aumento dei dazi ad Ue e Canada nel caso di collaborazioni tra i due blocchi per aggirare le tariffe USA e taglio di quelle alla Cina in caso di accordo su TikTok. Sono queste le due direttive principali sulle quali si starebbe muovendo l’amministrazione Trump.

Economia
24 Marzo 2025
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Dazi a Canada e UE se collaborano

Nel primo caso, infatti, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di imporre tariffe “molto più elevate” all’Unione Europea e al Canada nel caso in cui i due fronti si trovassero a stringere accordi per riuscire a bypassare le restrizioni imposte da Washington.

“Se l’Unione Europea collabora con il Canada per danneggiare economicamente gli Stati Uniti, verranno imposte tariffe su larga scala, molto più elevate di quelle attualmente pianificate, su entrambi per proteggere il migliore amico che ciascuno di quei due Paesi abbia mai avuto!” a scriverlo è il tycoon sul suo social social media Truth. Immediata la risposta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen secondo cui l’UE “continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i propri interessi economici” aggiungendo che “Le tariffe sono tasse: dannose per le aziende, peggiori per i consumatori, sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea”.

Economia
25 Marzo 2025
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Le reazioni del Canada

Reazioni si sono avute anche dal Canada dove il nuovo primo ministro canadese Mark Carney ha parlato della decisione di Trump descrivndola come “un attacco diretto”. “Difenderemo i nostri lavoratori, difenderemo le nostre aziende, difenderemo il nostro Paese e lo difenderemo insieme”.

In realtà, né Canada né Ue hanno rilasciato comunicati ufficiali che avrebbero confermato una possibile strategia di collaborazione. A far scattare l’allarme, invece, sarebbero state solo alcune dichiarazioni su intenti comuni da parte di entrambe.

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Il settore automotive

L’aumento delle tariffe si è abbattuto su una serie di beni, in particolare, tra gli altri, sul settore dell’automotive con un aumento del 25% su “tutte le auto che non sono prodotte negli Stati Uniti”. La conferma arriva anche da Will Scharf, assistente di Trump alla Casa Bianca che ha ricordato anche le tariffe destinate ad “auto e ai camion leggeri di fabbricazione estera” e che, stando ai calcoli dei vertici amministrativi dovrebbero portare “oltre 100 miliardi di dollari di nuove entrate annuali” nelle casse governative.

Una notizia che ha portato ad un crollo delle azioni dei grandi nomi del settore già all’apertura dei mercati asiatici, crollo che ha avuto un effetto dominio anche su quelle delle case produttrici europee.

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Il caso TikTok

Diverso, invece, l’atteggiamento che Trump potrebbe avere sul fronte cinese. Considerata da sempre il nemico numero uno di Washington, Pechino potrebbe invece essere agevolata sul fronte dazi in caso di accordo per la vendita di TikTok. Come è noto una recente decisione del Congresso ha dato l’approvazione ad una una legge che, per motivi di sicurezza nazionale impone alla casa madre di TikTok, la cinesea ByteDance, l’obbligo di cedere le attività statunitensi della celebre piattaforma di condivisione video, pena il bando nel Paese. A gennaio Trump aveva firmato un ordine esecutivo che ha posticipato la scadenza per un accordo al 5 aprile.

Esteri
10 Marzo 2025
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Rally del rame

Ma le rivendicazioni di Trump si sono estese anche ad altri settori cruciali come quello dell’acciaio e dell’alluminio ma conseguenze immediate si sono registrate anche sull’andamento delle quotazioni del rame. Un’impennata dei prezzi ha portato il Dr Copper sull’onda degli 11.840 dollari circa per tonnellata evidenziando un’ampia disparità tra i future statunitensi e quelli quotati a Londra. Infatti i dazi previsti sul rame, termometro economico mondiale, potrebbero arrivare con un serto anticipo rispetto alla data prevista. Risale allo scorso febbraio la richiesta rivolta al Dipartimento del Commercio da parte del presidente USA per un’analisi delle possibili conseguenze in caso di tariffe doganali fino al 25% su tutte le importazioni di rame. La strategia di fondo punta a ottimizzare la produzione nazionale di minerali essenziali e promuovere quella di nuovi metalli e progetti minerari, tutti processi che, però, richiedono lunghi tempi per essere attuati e diventare effettivi. Da qui la corsa all’acquisto e la carenza di materia sul mercato.

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