Nucleare, ora è scritto nero su bianco e Pichetto conferma: “Costruire uno o più depositi per i rifiuti radioattivi”
“Occorrerà localizzare e costruire uno o più depositi di smaltimento per i rifiuti radioattivi” in funzione della aliquota nazionale “di energia (elettrica e termica) che si deciderà di produrre da fonte nucleare e in base alle tipologie di reattori che si sceglierà di adottare”. L’ipotesi di avere in Italia più depositi per le scorie radioattive […] L'articolo Nucleare, ora è scritto nero su bianco e Pichetto conferma: “Costruire uno o più depositi per i rifiuti radioattivi” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Occorrerà localizzare e costruire uno o più depositi di smaltimento per i rifiuti radioattivi” in funzione della aliquota nazionale “di energia (elettrica e termica) che si deciderà di produrre da fonte nucleare e in base alle tipologie di reattori che si sceglierà di adottare”. L’ipotesi di avere in Italia più depositi per le scorie radioattive è stata scritta nero su bianco e pubblicata sulla ‘Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile’ ad aprile scorso, prima ancora che, durante l’evento “Nuove energie” organizzato da La Stampa a Torino, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin confermasse le intenzioni del governo. È stata scritta a pagina 81 della relazione finale del Gruppo di lavoro 5 che si è occupato di Rifiuti e decommissioning ed è stata pubblicata insieme a quelle degli altri sei gruppi di lavoro. A quanto pare, però, stando alle parole del ministro, l’Esecutivo Meloni avrebbe “scartato l’idea di un centro unico, perché è illogico a livello di efficienza, mentre si può pensare di andare avanti con i 22 già esistenti”. Bisognerà capire cosa ne pensano i territori interessati. Ma Pichetto ribadisce: “Dobbiamo creare tutte le condizioni per un mix energetico, compreso il nucleare, con il gas di transito. Questa è la nostra sfida. E se nel futuro il nucleare costerà di più del fotovoltaico, saranno le leggi del mercato a decidere”. “Il ministro parla come se il Parlamento avesse già deciso di tornare alle centrali nucleari. In quel caso, effettivamente, si potranno seguire le linee guida indicate recentemente dagli esperti della Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile” commenta a ilfattoquotidiano.it Gian Piero Godio, vicepresidente per il Vercellese di Legambiente e di Pro Natura. Godio ha lavorato fino agli anni Novanta all’impianto Eurex per il recupero dell’uranio arricchito di Enea (allora Cnen).
Cosa c’è scritto del documento del Gruppo di lavoro su rifiuti e decommissioning – Godio fa notare quanto scritto nel documento. Si parla di ‘Localizzazione del sito e costruzione del nuovo deposito di smaltimento per i rifiuti’ ad attività molto bassa, bassa e media. La necessità di realizzare un Deposito nazionale per le scorie radioattive, di fatto, è sempre più chiara ed è l’unica cosa davvero certa in tutta la questione del nucleare in Italia. In tutto il Paese oggi sono 22 i depositi temporanei che custodiscono rifiuti radioattivi, molti dei quali non sono affatto idonei. Tra questi, ci sono le quattro ex centrali nucleari di Caorso (Piacenza), Sessa Aurunca (Caserta), Latina e Trino Vercellese e gli impianti di ricerca sul ciclo del combustibile a Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera). A riguardo, il gruppo di lavoro sostiene però che “occorrerà localizzare e costruire uno o più depositi di smaltimento per i rifiuti radioattivi. Concettualmente – spiegano gli esperti – il layout sarà simile a quello del deposito attualmente in fase di localizzazione da parte della Sogin, ma sarà ad uso esclusivo dei rifiuti da esercizio (e del futuro decommissioning) dei nuovi impianti di potenza”. Esso inoltre dovrà essere progettato “e dotato di eventuali apposite facility per accogliere, temporaneamente o per lo smaltimento definitivo, le nuove tipologie di rifiuti radioattivi”. Cosa si intende? “A titolo indicativo e non esaustivo, residui del trattamento e della decontaminazione dei metalli liquidi utilizzati come refrigeranti dei futuri reattori veloci, grafite nuclear grade di nuova concezione, residui del riprocessamento delle varie forme di combustibile o il combustibile stesso”. Non è da escludere – scrive sempre il gruppo di lavoro – la possibilità dello stoccaggio temporaneo di micro-reattori con o senza il combustibile.
Le parole di Pichetto (quelle vecchie e quelle nuove) – La possibilità di realizzare più depositi, tra l’altro, era stata già avanzata dallo stesso Pichetto Fratin. “Il deposito delle scorie nucleari non lo vuole nessuno? E allora ne facciamo tre: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. E i rifiuti più radioattivi, quelli delle vecchie centrali, li lasciamo all’estero. A pagamento” aveva detto a settembre 2024. A Torino, però, il ministro ha aggiunto qualche passaggio di ciò che sta avvenendo all’interno del governo e del ministero. “Inizio a scartare l’ipotesi dei miei predecessori – ha detto – perché mi sembra illogico a livello di efficienza e funzionalità avere un solo centro a livello nazionale: significherebbe far viaggiare ogni giorno i rifiuti da Torino a Palermo”. Per il ministro “anche la Carta nazionale dei 51 siti idonei è ormai superata”. Perché? “La valutazione che sto facendo a livello ministeriale è creare più depositi, oppure andare avanti su quelli già esistenti”. Non è dato sapere quanti e quali tra quelli esistenti e con quale consenso territoriale. “Invece di inventare proposte irrealizzabili – commenta Godio – bisognerebbe affrettarsi a seppellire il nucleare del passato nel Deposito Nazionale. E poi basta, dato che oggi le alternative ci sono”.
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