"Nel segno di Francesco". Il vescovo saluta Leone XIV
Vaccari: "Ripresi i temi di pace, sinodalità e Chiesa come popolo di Dio. Mi ha colpito il suo messaggio in spagnolo da pastore e missionario" .

"Ringraziando il Signore per il nuovo Papa, dal suo discorso pronunciato subito dopo l’elezione mi sembra che abbia voluto riprendere alcuni temi cari a Francesco, come quello della pace, quello della sinodalità e della Chiesa come popolo di Dio, sicuramente nell’ottica di una continuità con il suo predecessore, ma anche con uno stile particolare". Questo il commento e il saluto a Leone XIV del vescovo della nostra diocesi Mario Vaccari.
Il vescovo è rimasto colpito dalle prime parole del pontefice Robert Francis Prevost. "Si è presentato come una persona umile, quasi “in punta di piedi”, che proviene dal mondo dei religiosi, ispirato da una profonda spiritualità agostiniana attenta alla dimensione spirituale-esistenziale della fede. Mi ha colpito inoltre quando ha iniziato a parlare in spagnolo, a sottolineare la vicinanza con le popolazioni dell’America Latina di cui è stato pastore e missionario. Anche la precedente nomina a Prefetto del Dicastero dei vescovi dice tanto della stima che Papa Francesco aveva riposto in lui, in ruolo delicato, spesso nascosto. Preghiamo per la pace, come ci ha indicato il Papa, e preghiamo per lui, per la sua missione di pastore della Chiesa università".
Mario Vaccari possiamo definirlo un vescovo... bergogliano, chiamato proprio da Francesco, il 24 febbraio 2022, un po’ a sorpresa, a guidare la Diocesi apuana e lunigianese. "Ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita – ha detto il vescovo all’indomani della scomparsa di Francesco –. Non avrei mai immaginato che mi avrebbe portato via da un piccolo convento di frati in Liguria per farmi vescovo. Solo lui poteva farlo, le sue scelte del resto sono state quasi tutte così, tante nomine le ha fatte pescando tra i missionari e i frati". Anche Prevost è stato fatto cardinale da Papa Francesco e anche lui è un missionario.
L.C.