Negli ultimi 5 anni 15 mila licenziamenti e sospensioni nella PA

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Negli ultimi cinque anni, oltre 15 mila dipendenti della PA hanno subito provvedimenti disciplinari gravi, tra sospensioni e licenziamenti: i dati del Centro Studi Enti Locali.

Le tendenze emerse sottolineano l’importanza di un maggiore controllo e monitoraggio sulla gestione del personale nella Pubblica Amministrazione, per garantire il rispetto delle norme e la trasparenza nell’erogazione dei servizi pubblici. Scopriamo dunque i numeri nel dettaglio.

Negli ultimi 5 anni 15 mila licenziamenti e sospensioni nella PA

L’analisi del Centro Studi Enti Locali, basata sui dati del Ministero per la Pubblica Amministrazione relativi al 2023, le principali cause di allontanamento dal servizio sono state le assenze ingiustificate, l’uso di certificati medici falsi e il coinvolgimento in reati.

I dati evidenziano un incremento costante dei provvedimenti disciplinari gravi nel tempo. Se nel 2018 i licenziamenti erano stati 384, nel 2023 il numero è salito a 657. Parallelamente, è cresciuta anche la quota dei procedimenti disciplinari sfociati in sospensioni o altre sanzioni severe.

Le principali cause di licenziamento

La motivazione più ricorrente alla base dei provvedimenti disciplinari più severi riguarda le assenze ingiustificate dal lavoro, che rappresentano il 35% del totale. Questo dato include sia chi non ha comunicato la propria assenza, sia chi ha presentato certificati medici irregolari o attestanti malattie inesistenti.

Al secondo posto figurano i licenziamenti connessi a reati commessi dai dipendenti pubblici, che incidono per il 33%. Seguono i casi di inosservanza delle disposizioni di servizio, negligenza, dichiarazioni mendaci o comportamenti scorretti verso colleghi, superiori e utenti, che hanno determinato il 26% dei licenziamenti.

Settori più colpiti

I comparti della Pubblica Amministrazione più coinvolti nelle misure disciplinari severe sono il settore sanitario e il gruppo Ministeri-Agenzie. Nello specifico:

• Sanità: 4.666 provvedimenti (30% del totale);
• Ministeri e Agenzie: 4.181 casi (27%);
• Comuni: 3.138 licenziamenti e sospensioni (20%);
• Scuole: 1.625 provvedimenti (11%);
• Enti pubblici vari: 4% del totale;
• Regioni: 3%;
• Università e Province: entrambe ferme al 2%.

Nel 2023, il numero complessivo di licenziamenti censiti è stato di 657, un valore simile a quello del 2022 (648), ma significativamente più alto rispetto al 2018, quando erano stati 384.

Esiti dei procedimenti disciplinari

Nel corso del 2023, su 10.110 procedimenti disciplinari conclusi, il 29% (2.907) si è risolto con un’archiviazione o un proscioglimento. Tuttavia, in 2.871 casi il provvedimento ha portato a una misura grave: 2.214 sospensioni dal servizio e 657 licenziamenti. Il restante 43% delle procedure (4.332) si è tradotto in sanzioni minori, come richiami verbali o scritti.

Distribuzione dei licenziamenti e delle sospensioni

Tra i 657 dipendenti pubblici licenziati nel 2023, il 44% proveniva dal settore dei Ministeri e delle Agenzie, mentre il 28% era impiegato nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e negli ospedali. Nei Comuni, invece, si sono registrati 120 licenziamenti e 438 sospensioni dal servizio.

Di seguito una sintesi della distribuzione delle misure disciplinari:

• Ministeri e Agenzie: 291 licenziamenti, 728 sospensioni;
• ASL e Ospedali: 185 licenziamenti, 675 sospensioni;
• Comuni: 120 licenziamenti, 438 sospensioni;
• Enti pubblici vari: 27 licenziamenti, 79 sospensioni;
• Regioni: 18 licenziamenti, 77 sospensioni;
• Province: 8 licenziamenti, 48 sospensioni;
• Università: 5 licenziamenti, 39 sospensioni;
• Scuole: 3 licenziamenti, 130 sospensioni.

Il dossier

Qui il documento completo diffuso sulla pagina del Centro Studi Enti Locali.

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